OSTUNI- La droga arriva anche dal cielo. Un velivolo carico di marijuana proveniente dall’Albania è stato bloccato dai carabinieri di Brindisi nella tarda serata di ieri, il mezzo si trovava su un piccola pista dismessa di ultraleggeri a Costa Merlata. Sul velivolo, pilotato da un albanese, c’erano circa 130chili di marijuana in tre borsoni. Ad attendere sulla pista il mezzo un napoletano di 32 anni giunto con un furgone sul quale sarebbe stata caricata la droga. I due sono stati arrestati in flagranza di reato. Si tratta di un’operazione dei carabinieri di Rimini alla quale hanno collaborato i militari di Brindisi in particolar modo la compagnia di Fasano. Da una prima ricostruzione pare che il velivolo fosse partito nei giorni scorsi dalla Romagna e giunto a Costa Merlata per poi ripartire in Albania e ritornare nel Brindisino carico.
I carabinieri hanno eseguito altri sette fermi di polizia giudiziaria in diverse località d’Italia e all’estero l’accusa è di associazione finalizzata al traffico internazionale di sostanze stupefacenti. I provvedimenti scaturiscono dalle indagini condotte dai carabinieri della Compagnia di Riccione, coordinati dalla Direzione distrettuale antimafia (Dda) di Bologna e dalla Procura di Rimini, attività iniziata nel 2015. Si tratta di un’organizzazione transnazionale dedita al traffico di grandi quantitativi di marijuana provenienti dall’Albania e destinati alla Riviera romagnola.
Durante questo anno di indagini sono stati complessivamente sequestrati circa 3 quintali di marijuna, con due piantagioni e 50 grammi di cocaina con l’arresto di 8 persone e 5 deferite in stato di libertà.
Il tutto è partito ad inizio anno quando i carabinieri di Rimini avevano messo la loro attenzione su giovani assuntori che portarono ad individuare un corriere albanese arrestato il 27 marzo scorso, con oltre 50 kg di marijuna trasportati nel bagagliaio della propria auto, fermato nel Comune di Gatteo (FC) e proveniente dall’Albania. Ad aprile poi i carabinieri dell’aliquota operativa della Compagnia di Riccione hanno sottratto all’organizzazione criminale che si andava man mano delineando, composta da due famiglie albanesi, altra sostanza stupefacente, operando quattro sequestri.
I sequestri hanno riguardato una piantagione di circa 300 piante nel forlivese, altri 20 chilli circa di Marijuna, nonché 50 grammi. di cocaina, rinvenuti in parte sotterrati, unitamente ad un giubbotto anti proiettili, in un campo a Novafeltria (RN) ed in parte in una utilitaria, in uso al sodalizio, parcheggiata a Santarcangelo(RN).
L’attività d’indagine ha consentito di delineare anche la struttura del sodalizio criminale diretto dall’albanese Vilson LAMAJ (il pilota), personaggio dalla forte personalità che manteneva direttamente i contatti con i coltivatori in Albania, con i presunti acquirenti in Italia ed inoltre curava il pagamento dei mezzi di trasporto, procurava semi da inviare in Albania, dando le dovute disposizione a tutti i propri familiari, consapevoli e partecipi alla conduzione dell’attività illecita, unica loro forma di sostentamento. Il modus operandi del gruppo criminale vedeva i fratelli Artjion e Kleo LAMAJ con i cugini Elizer, Xhesian AHMETAJ edArshi HAMETAJ che, oltre a curare una capillare rete di distribuzione degli ingenti quantitativi di droga, si occupavano di recuperare, con un’inaudita violenza al punto tale di non aver il coraggio di sporgere denuncia, il denaro da eventuali creditori insolventi. Stessa violenza che, alcuni componenti dello stesso gruppo criminale, hanno messo nella rapina avvenuta lo scorso 13 agosto nel comune di Gemmano (RN), permettendo di capire agli inquirenti che non disdegnavano neanche la commissione di cruente rapine oltre ai furti in abitazione. Gli affari del sodalizio andavano talmente bene che gli stessi, oltre a non disdegnare la frequentazione di escort di lusso e nigth club, avevano messo già in conto l’acquisto di un nuovo velivolo più grande e potente da fare viaggi più capienti e veloci, oltre che tentare fortuna anche nel mondo della prostituzione.
BrindisiOggi
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La cosa che più lascia perplessi in questa faccenda è che l’ultraleggero ( di tipo autocostruito e sfuggente a qualsivoglia controllo e verifica da parte delle autorità)ha attraversato l’Adriatico senza che nessuno se ne accorgesse. E allora chi ci assicura che trasvolate del genere non vengono fatte con una certa frequenza, che magari sono state trasportati sul territorio italiano personaggi tipo terroristi o simili? E’ pur vero che i terroristi oggi come oggi hanno un mezzo formidabile e sicuro per giungere sul nostro territorio, e cioè sui barconi dei clandestini, ma ciò prova che vi è un’alternativa veloce, sicura e discreta.Nel Salento vi sono tante altre aviosuperfici: siamo sicuri che tutte sono verginali ed immacolate? Non sarebbe il caso di andare a controllare più spesso invece di perdere tempo, che so, a multare il baretto che non emette lo scontrino di 80 centesimi? Lì è più semplice e facile, e soprattutto poco impegnativo, non è vero?