Droga, armi, estorsioni e corruzione: arrestate 20 persone, coinvolto anche un carabiniere

CAROVIGNO- Spaccio di sostanze stupefacenti, detenzione abusiva e uso di armi, estorsioni, corruzione e persino rivelazione di segreti inerenti a un procedimento penale, venti persone finiscono in manette, coinvolto anche un carabiniere. L’operazione , denominata Bronx, è stata condotta dai Carabinieri del Comando Provinciale di Brindisi sui territori di Carovigno, San Michele Salentino, San Vito dei Normanni e Brindisi. Le indagini sono state condotte dai Carabinieri della Compagnia di San Vito dei Normanni, guidata dal capitano Antonio Corvino, in sinergia con il Norm della stessa Compagnia, al comando del tenete Alberto Bruno, e con il Reparto Operativo, rappresentato dal colonnello Raffaele Federico. Nell’ambito dell’operazione sono finiti in carcere: Armando Caccetta, 37 anni, di Carovigno; Savio Di Gioia, 39 anni, di San Vito dei Normanni; Alessio Di Latte, 33 anni, di Carovigno; Chrristian Ferri, 32 anni, di Brindisi; Francesco Leo, 49 anni, di Carovigno; Vincenzo Monna, 36 anni, di Carovigno; Angelo Saponaro, 30 anni, di Carovigno; Giovanni Saponaro, 57 anni, di Carovigno; Cosimo Saponaro, 50 anni, di Carovigno; Mirco Scatigna, 26 anni, di Carovigno; Giuseppe Suma, 37 anni, di Carovigno; Francesco Turrisi, 44 anni, di San Vito dei Normanni; Pietro Venerito, 29 anni, di San Michele Salentino. Ai domiciliari, invece, sono finiti: Catia Cardone, 33 anni, di Carovigno; Nicol Lucia Moore, 22 anni, nata in Inghilterra, domiciliata a Carovigno. Disposto, invece, l’obbligo di dimora per M.G., 47 anni di Carovigno. Due indagati sono al momento irreperibili ma le ricerche sono in corso. Le ordinanze di custodia cautelare sono state emesse dal gip del Tribunale di Brindisi, su richiesta del pm Pierpaolo Montinaro. Le indagini, durate meno di un anno, sono scaturite dalla denuncia di un professionista carovignese che, ad ottobre del 2018, aveva denunciato un tentativo di estorsione accompagnato da minacce da parte di Armando Caccetta, che pretendeva una somma di denaro vantando un debito con la vittima di 500 euro. Ma Caccetta non sarebbe stato l’unico a dedicarsi alle estorsioni, secondo l’accusa, nel giro, erano coinvolti anche Giovanni Saponaro, Cosimo Saponaro e Francesco Leo. Durante le indagini i militari hanno appurato anche una fuga di notizie legata proprio al caso in questione. Secondo quanto appurato ad essere coinvolto un Appuntato Scelto in servizio presso la Compagnia dei Carabinieri di San Vito dei Normanni, sottoposto alla misura interdittiva della sospensione dal pubblico ufficio/servizio per un anno, perché in cambio di denaro avrebbe fornito a Francesco Turrisi informazioni riservate circa le indagini in corso per 100 euro. Il militare è  stato rimosso dal grado. L’uomo era carabiniere da sette anni. Alcuni degli indagati, inoltre, hanno dimostrato di essere in stretto connubio con il tessuto malavitoso locale, disponendo illegalmente anche di armi, che tranquillamente portavano fuori dalla loro abitazione, facendone anche uso. Un ruolo di primo piano rivestono Armando Caccetta e Giovanni Saponaro (facente parte, quest’ultimo, della compagine societaria della squadra di Calcio del Carovigno e responsabile di estorsioni ai da anni di imprenditori locali) capace anche di gestire e coinvolgere nell’attività di spaccio, minori di anni 18.

Ma soprattutto le indagini hanno evidenziato una stretta ramificazione delle attività illecite, soprattutto spaccio di sostanze stupefacenti, Hashish, marijuana e cocaina, nei Comuni vicini, quali San Vito dei Normanni, San Michele Salentino e Brindisi.

Nell’attività di spaccio risultano coinvolti Alessio Di Latte e  Catia Cardone, che erano soliti raggiungere gli acquirenti a bordo del proprio veicolo dopo aver fatto dal luogo di rifornimento dello stupefacente, opportunamente occultato in luoghi isolati di campagna (all’interno di alberi di ulivo o di muretti a secco, in punti chiave di campagne abbandonate) e opportunamente selezionati per eludere i controlli. Inoltre, con il medesimo modus operandi, è emerso il coinvolgimento di Cosimo Saponaro, Lucia Nicole Moore, Christian Ferri, Vincenzo Monna, Giuseppe Summa,  Angelo Saponaro, Shahini Korado e Mirco Scatigna, quest’ultimo aiutato dalla propria madre Maria Greco, nell’attività di spaccio. È stata inoltre documentata la spartizione territoriale dell’attività di spaccio che, per quanto riguarda la di San Vito dei Normanni, era demandata alle figure di Savio Di Gioia e  Francesco Turrisi. Proprio alcuni dissidi scaturiti a seguito di tale spartizione territoriale ha consentito di documentare alcune tensioni tra gli indagati, enfatizzate dalla non comune pericolosità sociale di taluni di essi, come nel caso proprio di Savio Di Gioia. Quest’ultimo è infatti risultato responsabile dell’esplosione di alcuni colpi di arma da fuoco sull’abitazione del carovignese Cosimo Saponaro. Sempre nel corso dell’attività d’indagine svolta dai Carabinieri della Compagnia di San Vito dei Normanni, grazie alla intercettazioni telefoniche e ambientali espletate, è emerso un ulteriore spunto investigativo che, all’esito degli approfondimenti investigativi svolti dalla (con accertamenti bancari, societari e tabulati forniti dall’INPS di Ostuni e Francavilla Fontana), ha consentito di disvelare un sistema di assunzioni fittizie di operai, finalizzate al conseguimento del contribuito di disoccupazione che veniva spartito con il datore di lavoro. Al termine di tutti i predetti approfondimenti investigativi, il G.I.P. presso il Tribunale di Brindisi ha emesso decreti di sequestro per equivalente nei confronti di taluni degli indagati per un importo complessivo di circa 35mila euro.

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