BRINDISI- E’ morto nella solitudine e nell’indigenza Ettore Epicoco, 54 anni, conosciuto a Brindisi come Ettorino. E’ morto oggi, il giorno di Natale. Intorno alle 17.30, alcuni passeggeri hanno notato il copro senza vita all’interno della sala d’aspetto della stazione di Brindisi ed hanno allertato il 112. Sul posto i carabinieri e l’autoambulanza del 118. All’arrivo dei soccorsi i medici non hanno potuto fare altro che certificarne la morte per arresto cardiocircolatorio. Ettorino era molto conosciuto in città, era senza fissa dimora, trascorreva le sue giornate girovagando. Sino a qualche mese fa alloggiava presso il dormitorio di via Prov.le per San Vito. Poi con l’arrivo del commissario prefettizio sono state stilate le nuove graduatorie degli aventi diritto ed Ettorino era tra quelle persone che tutto sommato, contando anche sull’aiuto dei parenti poteva permettersi un’altra sistemazione. Ma lui, nato a Lecce, ma da sempre residente a Brindisi, aveva preferito stare in giro, per conto suo. Così se ne è andato Ettorino, in silenzio, disteso su una delle panche della stazione ferroviaria, il giorno di Natale.
Nel frattempo riportiamo a commento del nostro articolo l’intervento di Francesco Cassano in qualità di amministratore di sostegno di Ettorino che rispondendo ad un commento di un nostro lettore spiega: “Nella mia qualità di amministratore di sostegno del sig. Epicoco Ettore, per tutti Ettorino, mi sento in dovere di intervenire per fare chiarezza e smentire quello che ho letto sui vari giornali online, compreso Brindisi Oggi. Ettorino non viveva più da anni nella struttura di via prov. Per San Vito, quindi non corrisponde al vero che era stato mandato via per far posto a qualcun altro; come non corrisponde al vero che avesse dei parenti (almeno a Brindisi ) che di occupassero di lui. Viveva per strada perché è lì che lui voleva vivere. Ero riuscito, dopo vari suoi rifiuti, a farlo entrare in una comunità cosiddetta “a doppia diagnosi ” ad Irsina, in provincia di Matera, dove era rinato, sembrava un altro. Ogni due mesi lasciava la struttura (nessuno poteva costringerlo, purtroppo, a rimanere li) e tornava a Brindisi per ubriacarsi e dopo due e tre giorni faceva ritorno in struttura fino a quando, stanco di quella vita “normale”, un anno fa è ritornato a Brindisi. Successivamente, con l’aiuto dei servizi sociali, eravamo riusciti a sistemarlo una Crap a Brindisi, Ma anche in quel caso l’epilogo è stato sempre lo stesso, di nuovo per strada con il sua fedele bricco di vino. Del resto, quando lo conobbi anche per comunicargli che ero stato nominato dal Tribunale suo amministratore di sostegno, mi disse: “Avvoca’, sono solo dall’età di tre anni, la mia casa è la strada e per strada voglio morire”. Credetemi, è stato fatto tutto il possibile per aiutarlo ma non ha voluto cambiare le sue abitudini e la sua vita. Un’ultima cosa: per il sig. Rocco Bello che ha scritto che “è finita la pacchia per chi gestiva i suoi soldi” è bene che si sappia che Ettorino percepiva una pensione di 289 euro al mese che ve viva accreditata mensilmente su un libretto.personale a lui intestato con delega a mio nome, ed il sottoscritto provvedeva settimanalmente a dare delle somme che, purtroppo per lui, utilizzava solo per comprare il vino. Quindi, caro sig. Rocco Bello, c’era poco da “gestire” , anzi grazie al sottoscritto, che ha messo da parte un po’ di soldi, ora Ettorino potrà avere un funerale dignitoso.
BrindisiOggi
Ho conosciuto Ettore e spesso gli ho chiesto notizie sulla sua vita,non ha mai conosciuto il padre e fu abbandonato dalla madre gia’ da piccolo.Sapeva parlare in inglese per via della sua vita trascorsa sulle navi e mi racconto’ che fu arrestato in Inghilterra per una rissa scoppiata una volta sceso dalla nave e questo gli fece perdere il posto di lavoro come marinaio.Non era un santo ma la vita che ha avuto non e’ certo stata facile.Confermo inoltre le parole del signor Cassano in quanto Ettore era restio a rimanere per troppo tempo in comunita’confermo che viveva alla sciaia in una casa abbandonata ma non ho mai capito dove fosse,confermo inoltre che la sua pensione era sotto i trecento euro e sono convinto che il signor Cassano ha fatto il massimo che potesse fare…e forse l’unico.