“Dopo il disastro con il bilancio, ora Rossi e maggioranza si facciano da parte. Salviamo Brindisi”

INTERVENTO/ Abbiamo volutamente atteso qualche giorno prima di far sentire la nostra voce sulla complessa vicenda legata all’approvazione del bilancio pluriennale del Comune di Brindisi.
Il tentativo che ognuno dovrebbe fare è quello di individuare ciò che realmente occorre alla città di Brindisi per venir fuori da una situazione complessa che potrebbe pregiudicare sviluppo e qualità della vita per i prossimi dieci anni.
Ebbene, proprio in questa ottica, va detto che le dimissioni dell’assessore al Bilancio Cristiano D’Errico non possono passare in sordina. Chi ha lasciato un posto di tale responsabilità ha il dovere di fornire chiarimenti che vadano oltre una lettura semplicemente “politica” e facciano chiarezza su ciò che realmente divide le posizioni di assessore e dirigente rispetto a quelle del sindaco e di alcune forze politiche che sostengono la maggioranza. Abbiamo il sospetto, più che fondato, che tra le due parti non ci sia stato un semplice litigio dovuto a diversità di vedute, ma che ci sia qualcosa di molto più serio e pregiudizievole per la città.
Nei mesi scorsi, quando è stata presentata dal sindaco Rossi alla città la “ricetta” per venir fuori dalla crisi finanziaria in cui è piombato il Comune di Brindisi, si è parlato di scelte difficili, a partire da quella di ridurre o annullare servizi al cittadini come l’ADI (Assistenza domiciliare integrata), il trasporto alunni dalle contrade, gli asili nido ed altri servizi sociali. Il tutto, con gravi ripercussioni per i cittadini interessati e per i lavoratori destinati a perdere il proprio posto di lavoro. A ciò si è aggiunto il sacrificio di mettere in vendita i gioielli di famiglia (immobili, farmacie comunali e piscine comunali).
A distanza di mesi, il primo cittadino non se l’è più sentita di tagliare servizi (l’ADI e il trasporto alunni sono stati ripristinati con ordinanze sindacali) ed allo stesso tempo è stato capace di espropriare la città dell’unico bene produttivo che mai si sarebbe dovuto cedere.
La conseguenza è che siamo di fronte al baratro del dissesto finanziario ed oggi è troppo semplice delegare tutto ad un commissario prefettizio.
La politica – quella vera – ha le sue regole e quindi Rossi, il PD e gli altri partiti della coalizione dovrebbero trarne le conseguenze e farsi da parte. La città ha il diritto di autodeterminarsi, ma non certo attraverso un commissario. I cittadini hanno il diritto e dovere di riappropriarsi della propria città restituendole la dignità che gli amministratori hanno violato.
Insieme per la città
Proiezione Futuro
Brindisi nel Cuore
Da Oggi SALVIAMO BRINDISI

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