BRINDISI – I presidenti degli ordine dei medici delle province pugliesi scrivono a Michele Emiliano dopo il richiamo di Pierluigi Lopalco, responsabile della Task force regionale per l’emergenze epidemiologiche, e Vito Montanaro, direttore del Dipartimento di Salute Pubblica della Regione Puglia, al rispetto delle linee guide sulla effettuazione dei test Covid-19 che di fatto blocca lo screening di massa negli ospedali.
La lettera è a firma del presidente medici di Bari Filippo Anelli, Bat Benedetto Delvecchio, di Brindisi Arturo Oliva, di Foggia Alfonso Mazza, di Lecce Donato De Giorgi e di Taranto Cosimo Nume.
Egr. Sig. Presidente,
la sicurezza dei cittadini e degli operatori sanitari in corso di pandemia COvid–19 è uno dei primi obiettivi di ogni buon piano pandemico e rappresenta anche un importante fattore per limitare la diffusione del virus. È dovere di ogni buon amministratore garantire l’integrità psico–fisica degli operatori sanitari e dei pazienti in quanto diritto costituzionalmente tutelato.
La strage dei medici deceduti nel corso di questa epidemia in Italia, a cui la nostra regione ha purtroppo contribuito con la perdita di tre suoi sanitari, pone il tema come assolutamente rilevante. Nelle regioni maggiormente interessate dall’epidemia, il mancato o tardivo coinvolgimento della medicina territoriale, adeguatamente attrezzata, ha rappresentato l’anello debole della risposta all’emergenza, mentre gli ospedali, pur nella loro insostituibile funzione di cura, hanno anche assunto il ruolo involontario di serbatoio del contagio soprattutto dove non è stata garantita la separazione dei percorsi insieme alla doverosa protezione degli operatori e dei pazienti.
Una preoccupazione esplicitamente espressa da molti dei nostri medici per le condizioni in cui sono costretti ad esercitare la professione in Puglia.
Un problema rilevante che va affrontato con decisione e determinazione al fine di individuare strategie ed interventi per assicurare ai cittadini e agli operatori cure e trattamenti in ambienti sicuri.
L’utilizzo dei tamponi, dei test rapidi e dei DPI rappresentano, al momento, gli strumenti più importanti per garantire la sicurezza, insieme ad una nuova riorganizzazione degli ospedali e delle cure territoriali, per garantire assistenza sia a malati COvid che non COvid.
Le scelte sinora effettuate non sono state concordate con la classe medica pugliese, ed alcune di queste scelte sono difficilmente condivisibili sul piano clinico e assistenziale. Non ci è stato consentito di esprimere alcun parere sulla organizzazione degli ospedali impiegati nel trattamento COvid–19, né a tutt’oggi risulta esaudita la nostra richiesta di una robusta risposta sul territorio, dove peraltro le cronicità messe in secondo piano rischiano di trasformarsi in una pericolosa onda di risacca dell’attuale emergenza.
Appare, dunque, sempre più importante un coinvolgimento più ampio, sul piano della programmazione e della organizzazione, degli Ordini Professionali, Enti Pubblici Non Economici che agiscono quali Organi Sussidiari dello Stato al fine di tutelare gli interessi pubblici garantiti dall’Ordinamento connessi all’esercizio professionale.
L’avvio di una nuova fase durante la quale dovremo convivere con la presenza del coronavirus pone il problema di condividere nuove strategie che intervengano direttamente sui comportamenti professionali dei medici consentendo ai professionisti di interagire al fine di creare opportune sinergie tra gli operatori.
I medici grazie al loro sacrificio e alla loro dedizione sono oggi coloro che combattono in prima linea questa epidemia, salvando migliaia di vite umane. Gli Ordini sono gli Enti Pubblici che rappresentano la Professione Medica che tutela la salute dei cittadini. Per questo riteniamo indispensabile un coinvolgimento istituzionale degli Ordini negli organismi di governo della pandemia in Puglia, anche al fine di raccordare gli interventi ospedale territorio.
Speriamo che,almeno questa sia la volta buona e che,prima della data d’inizio della seconda fase,quella della ripartenza,in Regione si rendano conto,finalmente,che occorre ascoltare e coinvolgere in modo piu’ attivo gli addetti ai lavori,ovvero,i medici.Gli errori ci sono sempre e da parte di tutti quando si deve agire nei confronti di un nemico che ancora si conosce poco,pero’,appare incomprensibile perseverare con le decisioni forzate e cocciute di alcuni amministratori /politici.Ci auguriamo tutti quanti poche e vitali cose che la diffusione del contagio ci ha tolto di colpo:Stare bene in salute,aiutare al meglio chi si e’ ammalato o e’ in difficolta’ e provare lentamente a rimetterci in moto.Fidiamoci ed affidiamoci al solo parere e alle indicazioni che vengono dalla scienza.Solo cosi’ facendo,per i numeri da circo della politica e dei politicanti vi sara’ altro tempo per mettersi in mostra e abbarbicarsi ancora di piu’ sulle agiate poltrone.