INTERVENTO/ La perdurante e triste consapevolezza della continua ed incessante prevaricazione ed arroganza maschile avverso le donne, mi induce ad esprimere alcune brevi, ma doverose, riflessioni.
Come consuetudine vuole, l’8 marzo sulle bacheche di taluni prenderanno forma pensieri che inneggeranno al valore insostituibile e fondante delle donne, a tener conto che nei restanti giorni dell’anno nei confronti delle stesse si utilizzano epiteti, pensieri anacronistici e comportamenti ai limiti della tollerabilità.
È di qualche giorno addietro la lettura sui social di alcune aberranti e anacronistiche affermazioni, provenienti da piccoli “uomini”, ahimè miei concittadini, ancora convinti che le regole ai figli le debba impartire l’uomo, mentre la donna debba provvedere solo ad accudirli e che, probabilmente, si stava meglio tantissimi anni or sono. Per carità, questi uomini si descrivono da soli, anche se nella collettività fingono rispetto e stima nei confronti della donna, di fatto sono un bluff.
Il medesimo trattamento viene riservato alla donna in ambito politico, da destra a sinistra, in quanto cambiando l’ordine degli addendi il risultato non cambia, ed è proprio in politica che la donna deve pesantemente subire, è obbligatoriamente tenuta a piegarsi ai dettami del presunto “potente” di turno, che la ha graziata affidandole un irrilevante ruolo e di questo la donna dovrà essergli riconoscente a vita.
Ovviamente i ruoli che contano sono rigorosamente occupati e affidati agli uomini, le donne non sono mai presenti nelle stanze decisionali, quelle in cui si pigia il bottone e, quand’anche il presunto “potente” dovesse concedere alla donna di presenziare, lo farà solo per meri interessi personali, in tal caso la donna dovrà annuire e alzare la mano per confermare e appoggiare le determinazioni del presunto “potente”, diversamente si porrà fine alla vita politica della donna, che ancora una volta sarà considerata una bambola di pezza che, all’occorrenza viene esibita, ovvero schiacciata, come se non fosse dotata di intelletto e di capacità cognitiva e a nulla vale che il leader del proprio partito sia una donna, perché ciò che conta è crescere numericamente, non importa come, ma si deve crescere, motivo per il quale oggi i partiti sono nel pieno del caos, hanno perso in termini contenutistici, sostanziali, culturali e formali.
Nei partiti non esistono persone, ma numeri che campeggiano e aleggiano nell’aere, pronti per essere irretiti, costi quel che costi.
Da una donna a capo di un partito mi sarei aspettata complicità, condivisione di intenti e attuazione pratica di determinate tematiche, utilizzate spesso come slogan e promozioni elettorali, ma tant’è.
E se anche il presidente “donna” del tuo partito ignora, seppur più volte resa edotta esclusivamente a mezzo mail, sarebbe impensabile interloquire con lei “de visu”, determinati comportamenti, vuol dire che anche la politica ha perso il suo ruolo centrale.
D’altro canto, se quanto innanzi premesso non corrispondesse alla realtà fattuale, non avrebbero ragion d’essere le mortificanti quote rose, ovvero la doppia preferenza, un ulteriore tranello, per mezzo del quale, l’uomo si organizza per avocare a se tutti i voti delle donne presenti nelle liste, ovviamente “dimenticando” di attuare il brocardo latino “do ut des”.
Le donne in politica sono tenute all’angolo, sempre un passo indietro all’uomo, perché non sono ritenute all’altezza del ruolo, in quanto scomode, perché non scendono a compromessi, e se lo fanno, son sempre compromessi che se dovessero divenire di dominio pubblico, di certo non creerebbero loro alcun imbarazzo.
Le stesse considerazioni sono applicabili “de plano” in ambito lavorativo.
L’unico consiglio che mi sento di rivolgere alle donne, sulla base della mie umili esperienze personali, è quello di non cedere a ricatti, soprusi, prevaricazioni o proposte indecenti, pur di ricoprire irrilevanti incarichi, perché di questo trattasi, ricordate che la dignità viene prima di ogni cosa, pretendete il rispetto e ciò che vi spetta di diritto, tenendo sempre ben in mente che nessuno vi regalerà qualcosa, senza chiedere favori in cambio, quindi non mettetevi mai nella condizione di essere ricattabili.
Agite e pensate con la vostra testa, se necessario andate contro corrente, seguendo i vostri principi, i vostri valori, ma non dovete mai arrendervi, dovete continuare a lottare per ottenere ciò che ancora oggi viene negato, in primis il rispetto, in secundis la libertà di azione ed espressione.
Sabrina De Punzio
Commenta per primo