“Donne in prima linea”, la giornalista Rai Tiziana Ferrario nel programma brindisino #DialoghiGenerativi

BRINDISI – “Donne in prima linea”. L’ ex giornalista della Rai, Tiziana Ferrario, racconta la sua ricerca e lo fa su #DialoghiGenerativi, il web programma brindisino. La pastorale sociale della nostra diocesi di Brindisi Ostuni torna a far parlare di sé e questa volta l’ospite del web programma brindisino è la conosciutissima giornalista Tiziana Ferrario che ha raccontato della sua ricerca Covid: un paese in bilico tra rischi e opportunità, curato con l’economista della Bocconi, Paola Profeta.

Per la Ferrario questa battaglia della parità di genere si combatte ormai da tempo “Ci siamo trovate con la dott.ssa Profeta a fare una ricerca sulle donne e il lavoro prima della Pandemia, ma quando tutto è scoppiato ci siamo ritrovati con dei dati che all’improvviso ci sembravano vecchi. – ammette la giornalista – La nostra ricerca aveva bisogno di una riflessione diversa e abbiamo cominciato a guardare quei dati in previsione del mondo che avremmo trovato al nostro ritorno. Mentre eravamo tutti trincerati nelle nostre case, vedevamo comunque le donne in prima linea, negli ospedali o a mandare avanti le proprie famiglie con i lavori domestici.”

I temi che sono stati snocciolati durante #DialoghiGenerativi sono stati molti e tutti di estrema attualità e importanza. Si è parlato delle differenze notevoli e innegabili che esistono tra uomini e donne sul posto di lavoro. Di come un’azienda decida raramente di investire su una donna perché, ancora nel 2020, donna vuol dire mamma e mamma vuol dire maternità che a sua volta vuol dire mesi pagati ma non lavorati. “Dobbiamo ritenere inaccettabile che ancora in sede di colloquio – afferma l’ospite – si chieda ad una donna se è fidanzata, se ha come progetto di vita la famiglia o peggio ancora le si chieda, in casi rari ma esistenti, di non diventare mai mamma. Ad un uomo questo non viene chiesto.”

Al termine del web programma è stato trattato anche il tema del ricatto sessuale che è legato con un doppio filo rosso alla complicazione di essere una bella donna in carriera. “Non possiamo farci andar bene che ad oggi si creda ancora che una donna di bell’aspetto non possa avere anche una bella testa. Noi donne – dice Tiziana Ferrario – dobbiamo essere più solidali. Quando sentiamo qualcuno parlar male di una collega che sappiamo essere in gamba, dobbiamo batterci. Dobbiamo far cessare il pregiudizio sul nascere, perché non è solo chi mette in giro le voci che è colpevole, ma anche chi le asseconda e chi rimane in silenzio. Ci vuole coraggio per essere giusti. Questo è un po’ lo stesso discorse che si può fare con le molestie sul posto di lavoro. Non è colpevole solo il molestatore, ma anche chi tace e si gira dall’altra parte fingendo che tutto sia normale. Il punto non è la scelta che la lavoratrice deve fare tra moralità e carriera.. va estirpato il problema sul nascere. Va tolto di mezzo il molestatore.”

Questo incontro Donne generative. Un’opportunità per il paese ha portato alla luce un problema che c’è nel nostro paese ed è evidente, come dimostrano le percentuali che si possono evincere dalla ricerca, ma non vuole essere la discussione un punto di fine, ma uno scossone che smuova le coscienze che metta le donne nella posizione di farsi valere ed essere unite nella rivendicazione dei propri diritti.

Nel film Bombshell (tratto da una storia vera) la Carlson riesce a vincere la causa contro Roger Ailes, presidente ed amministratore delegato della Fox, per molestie sessuali sul posto di lavoro, non perché fu lei a sollevare la polemica, ma perché molte delle donne che lavoravano lì, tra cui la conduttrice di punta Megyn Kelly, si unirono per fare forza comune. E questa della parità di genere sul posto di lavoro non è una battaglia che può essere condotta da poche, ma da tutte!

Alberta Esposito

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