BRINDISI- Un’Enel quasi al completo (Scott presente solo a referto), ma alla ricerca di una nuova identità di squadra è costretta alla resa al cospetto del cliente più scomodo del campionato: Reggio Emilia. Finisce 53-79 contro una Grissin Bon orfana di Kaukenas e Gentile, che allunga a 4 la striscia vincente nelle ultime 4 di campionato e conferma la testa della classifica. L’avvio di gara è di marca biancorossa con Aradori che con 6 punti di fila lancia la Grissin Bon ad una corsa senza ostacoli.
Brindisi, decisamente sulle gambe, ha poche idee in attacco che si traducono nelle palle perse (6 in 5’). Polonara dall’arco segna il massimo vantaggio ospite (3-13). Tocca a un Banks sottotono suonare la carica con 5 punti consecutivi, che mantengono i padroni di casa aggrappati alla gara.
Neanche la regia di Reynolds, partito dalla panchina, sortisce la reazione sperata per il 13-22 al 10’. Reggio Emilia gioca a memoria, Brindisi si affida alle individualità. Il risultato è che gli ospiti hanno vita facile in post basso con Veremeenko (a mezzo servizio) che dalla lunetta segna il +13, perfezionato da Della Valle dai 6,75 mt (25-38 al 19’). La voce valutazione esprime perfettamente, in cifre, il primo tempo: 22 contro i 44 degli ospiti. La musica, per Brindisi, non cambia alla ripresa. I tanti errori al tiro e le troppe palle perse (16 a fine gara) scavano il solco al punto che Reggio Emilia, senza affanno, può tranquillamente gestire la gara e lanciare i titoli di coda già alla fine del terzo quarto (38-54). Negli ultimi 10’ c’è solo la Grissin Bon in campo, che in un amen, si ritrova avanti di 29 lunghezze (45-74). Finisce 53-79 tra i fischi del PalaPentassuglia.
Foto Gianni Di Campi
Lilly Mazzone
Brindisi: Banks 11, Reynolds 11, Scott, Cournooh, Harris 9, Cardillo, Milosevic, Fiusco, Gagic 11, Zerini 4, Marzaioli, Kadji 7. All. Bucchi
Reggio Emilia: Aradori 15, Bonacini, Polonara 16, Lavrinovic 7, Della Valle 11, De Nicolao 2, Pechacek 5,Strautins 5, Veremeenko 7, Silins 11. Allenatore: Menetti.
Arbitri: : T. Sahin, L. Weidmann, G. Calbucci.
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