BRINDISI – Aveva girato l’Italia disegnando le sue opere d’arte sugli asfalti, sui marciapiedi, tra una festa patronale e un luna park. Volti di madonne e di santi. Bastavano dei gessetti colorati a Leonardo Vitale per compiere le sue magie. Lo chiamavano il “madonnaro” per quei volti di madonne disegnati sulla strada grazie ai quali viveva. Andava avanti con le offerte dei passanti che ammiravano e apprezzavano i suoi disegni. Gli bastava questo, aveva scelto di vivere così, della sua arte. Prima ancora aveva lavorato nei luna park, si occupa di dipingere le giostre.
Era originario di Ceglie Messapica, da anni abitava con suo figlio Giuseppe ad Oria. Spesso non tornava a casa, trovava riparo per strada. E negli ultimi tempi aveva scelto le strade Lecce per disegnare le sue opere. Faceva avanti e dietro con il treno. In estate, e anche in questo periodo, la città barocca è piena di turisti ed era più facile per lui raccogliere qualche offerta. Ma è proprio in questa città che è accaduto qualcosa che non lo ha riportato più a casa.
L’’11 ottobre Leonardo Vitale, 69 anni, è morto all’ospedale Vito Fazzi di Lecce dove era in coma dal 4 ottobre, giorno in cui era stato trovato per strada dalla polizia in stato di incoscienza e con delle ferite alla testa. L’artista era riverso per terra, gli agenti della Volanti lo hanno trovato intorno alle 2,30 in via Don Bosco angolo via Oronzo Quarta. Stando ad una prima ricostruzione una telefonata anonima avrebbe avvertito la polizia della presenza dell’uomo. L’ambulanza del 118 lo ha portato al Vito Fazzi dove è stato immediatamente operato per ridurre l’ematoma cerebrale, subito dopo l’intervento è entrato in coma sino al giorno della sua morte. Sei giorni di incoscienza e di coma. Per lui non c’è stato nulla da fare. Ad aggredirlo sarebbe stato un ragazzo di 23 anni del Senegal, dopo una notte messo sotto torchio dagli agenti della Squadra mobile di Lecce l’uomo ha confessato. Lo avrebbe aggredito per rapinarlo. Gli avrebbe portato via 37 euro. Si tratta di Mamadou Lamin, senza fissa dimora. Un’aggressione che è stata fatale. L’autopsia ha confermato he la morte dell’artista è avvenuta per emorragia cerebrale e quindi per l’aggressione. I funerale di Leonardo Vitale si svolgeranno lunedì 18 ottobre alle 11,30 presso la chiesa San Domenico ad Oria.
Era stato il figlio dell’artista Giuseppe a sporgere denuncia verso ignoti dopo il ricovero del padre. A Giuseppe qualcosa non tornava. Una volta ritrovato riverso per strada Leonardo Vitale non aveva più il suo cellulare e mancava anche il carrello contenente i colori. Il figlio ha subito sospettato che fosse trattato di una rapina. Giuseppe Vitale aveva infatti raccontato alla polizia che già qualche settimana prima il padre era stato derubato del suo carrello di colori in via Trinchese, zona centrale di Lecce, mentre era intento a disegnare un’immagine sacra. Il 69enne era stato costretto a ricomprare la nuova attrezzatura, ma questa non è stata ritrovata, ed è scomparso anche il suo cellulare. Leonardo Vitale non avevano nulla, se non queste due cose.
Leonardo Vitale non aveva amici a Lecce salvo aver instaurato dei rapporti di conoscenza con gli ambulanti extracomunitari di via Trinchese, e con i negozianti della zona. Era stato lui stesso a raccontare al figlio di questi rapporti.
Intanto quell’artista schivo e riservato ha lasciato un gran ricordo in molte comunità, soprattutto delle provincia di Brindisi. Da Oria a Francavilla Fontana, da Torre Santa Susanna a Mesagne. Sono tantissimi i post a lui dedicati sui social in queste ore. Molti hanno pubblicato la sua foto, le sue opere disegnate sui pavimenti delle strade e qualcuno anche dei video. Quell’uomo con i capelli grigi arruffati e quella pelle bruciata dal sole resterà nel cuore di molti. La perfezione dei suoi disegni, la meticolosità dei dettagli, la magia dei suoi gessetti che trasformavano il terreno dell’asfalto in un’immagine sacra. Un’opera d’arte che restava per poco tempo. Tutto quel lavoro che lui sapeva sarebbe scomparso in un’instante con il passaggio di una spazzatrice, o solo con un gruppo di passanti. Ma per lui disegnare era facile, e lui aveva deciso di vivere così. Le sue opere restavano giusto il tempo di raccogliere un po’ di soldi per vivere alla giornata. Quimesagne, un giornale online di Mesagne, lo aveva intervistato a luglio del 2019 nell’ultima festa della Madonna del Carmine prima della pandemia. “Faccio questo lavoro da 50 anni – ha detto – ho girato l’Italia, da qualche anno mi sono fermato dalle mie parti. Nonostante tutto mi è sempre andata bene, a volte puoi rischiare di imbatterti in dei bulli e non puoi lavorare. Invece a me non è mai capitato. Mi è andata bene ovunque”.
Commenta per primo