OSTUNI- Disoccupato e con la mania del gioco d’azzardo, picchiava e minacciava di morte la moglie, arrestato.
Un’altra storia di maltrattamenti in famiglia da Ostuni dove gli agenti del locale commissariato hanno arrestato un uomo. La denuncia è partita proprio dalla vittima che ha raccontato agli agenti di patire violenze da parte del compagno oramai da anni.
La signora riferiva agli investigatori di una preoccupante situazione di conflittualità familiare, quotidianamente aggravata dall’abuso di sostanze alcoliche da parte dell’uomo, da tempo per giunta senza una stabile occupazione e affetto inoltre da ludopatia.
La donna, visibilmente scossa dinanzi ai poliziotti, riferiva diversi episodi di aggressività e violenza patiti, in un crescendo di ferocia che ormai l’aveva portata a temere seriamente per la propria incolumità e quella della figlia minorenne.
Timore cui era nel tempo seguita anche una sensazione di vergogna per gli evidenti segni portati sul corpo dalla donna che per non essere compatita sul luogo di lavoro, cercava in tutti i modi di occultarli, soffrendo spesso in silenzio, solo per il bene della figlia.
Di fatti, i maltrattamenti, le ingiurie e le angherie subite con continuità, ad un certo punto avevano costretto la vittima a trasferirsi, con la figlia minore, presso l’abitazione di una conoscente, essendo ormai divenuti incontrollabili i raptus di violenza del compagno, da troppo tempo tristemente presenti nella sua esistenza.
Già nell’anno 2008, la vittima era stata aggredita riportando una brutta lesione con annessa ecchimosi all’occhio destro; l’anno dopo, era stata picchiata e ne seguiva una lesione del mento e qualche tempo dopo, ancora vittima della brutalità dell’uomo pativa per sue mani, un trauma all’emi-mandibola sinistra.
Trasferitasi, oramai disperata, presso l’abitazione di una amica, l’uomo, dopo averla invitata ad una riconciliazione, ovviamente dalla donna rifiutata, la ingiuriava e la minacciava in tutti i modi e solo per fortuna la donna era riuscita ad allontanarsi dalla casa, seguita come un ‘ombra dall’uomo che, giunti nei pressi del luogo di lavoro della donna, dopo averla bloccata, l’aveva colpita con pugni e schiaffi, sino a quasi ridurla in uno stato di shock tale da dover per l’ennesima volta rivolgersi ai medici che le diagnosticavano una prognosi di 12 giorni, salvo complicazioni.
Ed ancora, l’uomo, non contento di quanto realizzato, venuto a conoscenza di essere stato denunciato, avvicinava il fratello della vittima, minacciandolo di morte ove non avessero ritirato la querela, aggiungendo che, in caso contrario, “vi incendierò tutti. Stasera stavo venendo accavallato per spararvi a tutti, ritornerò accavallato e ucciderò tutta la vostra famiglia”.
La serie reiterata di episodi vessatori ed umilianti, così come riportato nell’eseguita ordinanza applicativa degli arresti domiciliari firmata dal Giudice per le Indagini preliminari, Dottoressa Tea Verderosa, hanno portato la donna “a vivere in un clima di terrore e di sottomissione, trasformando la sua vita in un autentico calvario, aggravato dauno stato di frustrazione tale da rivolgersi all’Autorità….”proprio al fine di arginare il “ concreto, fondato ed imminente pericolo che l’uomo, ove lasciato libero di agire, potesse commettere reati ancora più gravi, mettendo seriamente a repentaglio l’incolumità della signora e dei propri cari….”.
L’intera indagine è stata coordinata e diretta dal Sostituto Procuratore della Repubblica presso la Procura della Repubblica di Brindisi, Dottor Francesco Carluccio.
L’attività della Polizia di Stato, svolta in stretta sinergia con la Procura della Repubblica brindisina, ha tratto le mosse dalla coraggiosa scelta della donna di denunciare e di affidare alle Istituzioni le proprie legittime aspettative di giustizia e di sicurezza, senza farsi ingannare dai temporanei ravvedimenti dell’uomo, troppo spesso, come le recenti cronache insegnano, vere e proprie trappole senza possibilità di ritorno.
A tal proposito rimarrà elevata nel tempo l’attenzione della Polizia di Stato in questa come in tante altre situazioni di illegalità che si dovessero presentare sul territorio, sempre nell’ottica del raggiungimento della sicurezza generale anche e soprattutto attraverso più auspicate forme di collaborazione da parte della cittadinanza che consentano di costituire un aiuto concreto per quelle donne vittime di un vero e proprio “amore malato”.
BrindisiOggi
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