Discarica a ridosso di una struttura ricettiva, denunciato il titolare dell’azienda

OSTUNI- Discarica a ridosso di una struttura ricettiva, denunciato il titolare dell’azienda. I Carabinieri forestali della Stazione di Ostuni, nell’ ambito dei controlli pianificati per il contrasto alle forme di inquinamento dell’ ambiente, hanno individuato un’ area di notevole estensione (13.000 metri quadri) adibita a discarica di rifiuti, a ridosso di una struttura turistico-ricettiva, attualmente chiusa, in località Lamaforca in agro di Carovigno.

Dopo approfonditi accertamenti, i Militari hanno verificato che i numerosi cumuli di rifiuti, scaricati negli anni fino a tempi recenti, erano in parte ascrivibili a lavori edili nell’ attigua struttura ricettiva. Ma, oltre a scarti di demolizione, sul terreno, classificato come agricolo, giacevano anche rifiuti ingombranti, apparecchiature elettriche ed elettroniche fuori uso, ferro, acciaio, vetro e plastiche.

Considerato che l’ utilizzo come discarica abusiva mostrava evidenze di continuità, i Carabinieri forestali hanno proceduto a sottoporre a sequestro preventivo penale tutta la superficie, deferendo altresì alla Procura della Repubblica di Brindisi l’ amministratore unico della società di gestione della struttura, proprietaria dell’ area, affidandone allo stesso la custodia giudiziaria.

All’ imprenditore sono stati contestati i reati di cui al Decreto legislativo n. 152 del 2006 (“Testo Unico Ambientale”), art. 256, commi 2 e 3 (gestione illecita di rifiuti e realizzazione di discarica non autorizzata). Le pene previste per tali illeciti sono l’ arresto da sei mesi a 2 anni e l’ ammenda da 2.600 a 26.000 euro; in caso di condanna definitiva l’ area sottoposta a sequestro, comunque da bonificarsi, viene confiscata.

In caso non vi siano rifiuti pericolosi, comunque, il trasgressore può beneficiare del regime di favore introdotto dalla legge n. 68 del 2015, ottemperando alle prescrizioni asseverate di ripristino dello stato dei luoghi entro un tempo massimo di novanta giorni (o comunque entro il tempo tecnicamente necessario), ed effettuando altresì il pagamento di una somma pecuniaria di 6.500 euro, evitando così il procedimento penale.

BrindisiOggi

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