Disastro ferroviario, il capostazione ammette l’errore davanti al pm, un gesto “automatico”

BARI- Ammette di aver alzato la paletta e fatto partire il treno senza rendersi conto che era in arrivo un altro convoglio che lui stesso stava aspettando in stazione. Vito Piccarreta ammette le sue responsabilità davanti al pm.

Il capostazione di Andria avrebbe agito indotto da un  automatismo.

Così i due convogli, il ET1021 diretto verso Corato ed il ET1016 in arrivo ad Andria, una settimana fa,  si sarebbero scontrati causando la morte di 23 persone ed il ferimento di altre 50.

    Piccarreta, quindi, dopo l’arrivo in ritardo di 23 minuti ad Andria del primo treno proveniente da Corato, avrebbe agito in base ad un automatismo generato dal fatto di avere due treni fermi in stazione: ha alzato la paletta alle 10.59 e ha fatto partire entrambi i convogli, il primo verso Corato, l’altro verso Barletta.

Dai tabulati telefonici, inoltre, risulta che Piccarreta dopo aver fatto partire il convoglio da Andria avrebbe chiamato il collega della stazione di Corato per avvertirlo di aver dato il comando della partenza. Erano le 11.07, la tragedia si era già consumata ma nessuno dei due capi stazione ne erano al corrente.

Per il disastro ferroviario sono indagate in tutto sei persone con l’accusa di  omicidio colposo plurimo e disastro ferroviario: i due capo stazione rispettivamente di Andria e Corato, Vito Piccarreta e Alessio Porcelli, Nicola Lorizzo, il capotreno sopravvissuto, Gloria Pasquini presidente della Ferrotramviaria,  Massimo Nitti, direttore generale e Michele Ronchi, direttore di esercizio dell’azienda.

Contemporaneamente è stato aperto un altro filone dell’indagine sull’erogazione e la gestione dei finanziamenti europei e regionali relativi anche al mancato raddoppio della tratta Corato-Andria sui cui è avvenuto il disastro ferroviario.

 Sono in corso accertamenti sui finanziamenti pubblici gestiti dalla società ferroviaria e sul contratto di gestione tra Regione Puglia e Ferrotramviaria.

Il filone d’indagine riguarda anche lo spostamento da un periodo di finanziamento (2007-2013) a quello successivo (2014-2020) dei fondi Ue per l’ammodernamento della tratta ferroviaria coinvolta nell’incidente.

Lu.Pez.

 

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