Dietro una società sportiva No Profit si celavano maxi guadagni: denunciate 6 persone

CELLINO SAN MARCO – Evasione fiscale da record per una società sportiva nel settore No Profit: sei persone sono state denunciate per reati tributari d’importo consistente e sono stati sequestrati beni per oltre un milione di euro. I beni sono riconducibili alla famiglia che gestisce un noto centro benessere, con piscine, palestre a Cellino San Marco. L’attività è stata eseguita dai finanzieri del Nucleo di Polizia Tributaria di Brindisi.

Auto di lusso, ville, e un tenore di vita che indubbiamente non poteva rimanere inosservato. Questo ha fatto insospettire gli uomini della Guardia di finanza che hanno proceduto con delle verifiche e accertamenti su chi figurava nella società sportiva dilettantistica di Cellino San Marco.

La struttura, molto conosciuta in tutta la provincia e non solo, con piscine, palestra e centro wellness è infatti molto pubblicizzata anche su internet. Secondo i finanzieri la società era dichiarata al Fisco come non lucrativa per poter versare solo qualche migliaio di euro di imposte l’anno pur avendo un giro di affari milionario.

Da qui sono scattate le indagini. Infatti, le Fiamme gialle brindisine hanno scoperto – stando alle indagini – dall’esame di migliaia di messaggi di posta elettronica e della contabilità parallela, contenuta in una pen drive rinvenuta durante l’ispezione, che degli utili conseguiti dall’ente  ‘non lucrativo’ e quindi non distribuibili, una parte finiva sistematicamente nelle tasche dell’amministratore e dei suoi familiari mentre la fetta più consistente veniva trasferita ad un’altra società della stessa famiglia utilizzando contratti e fatture false. Due, infatti, sono le società ‘della stessa famiglia’ finite nel mirino dei finanzieri.

Secondo gli investigatori, anche i 126 lavoratori impiegati nella struttura sportiva, che erano stati ‘ingaggiati’ con lettere di collaborazione sportiva al solo fine di non pagare contribuiti e imposte, percepivano più di quanto risultasse dalle carte della società.

Gli accertamenti, inoltre, hanno portato a scoprire che diversi clienti della struttura risultavano ‘soci’ della società a loro insaputa.

Le indagini sono durate un anno esatto. Visti i reati la Procura di Brindisi ha proposto al gip il sequestro per equivalente di beni e disponibilità finanziarie degli indagati a garanzia del recupero effettivo delle imposte evase.

Inoltre, in esecuzione di un apposito decreto gli uomini del Nucleo di polizia Tributaria hanno eseguito il blocco di fondi di investimento, conti correnti, quote societarie, una villa di pregio e 25 immobili, tra fabbricati e terreni, oltre ad auto di lusso.

Parallelamente proseguono i procedimenti amministrativi nei confronti di due società ‘di famiglia’ per l’accertamento di redditi imponibili pari a 4 milioni di euro, un’Iva dovuta per 700 mila euro e mancati versamenti di contributi Inps e Inail per circa 400 mila euro.

Mar.De.Mi.

 

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