BRINDISI- (da Il7Magazine) Tra poco più di due mesi gli studenti affronteranno la prova di maturità, l’esame, secondo le ultime disposizioni contenute nel decreto a firma della Ministra Azzolina, si svolgerà in una unica prova, un maxi colloquio che i ragazzi sosterranno da remoto. Tramite il loro computer, dalle loro case, affronteranno l’esame di maturità, quello che nell’immaginario collettivo studentesco è un grande momento di condivisione. Tanti i dubbi e le paure su questa nuova metodologia introdotta per far fronte all’emergenza sanitaria e contenere il contagio da Covid. Il presidente dell’Associazione Europea degli Insegnanti, Silvano Marseglia, ritiene che si tratti di misure di emergenza e che non sostituiranno la scuola intesa nella suo significato tradizionale.
Presidente, l’emergenza sanitaria ha stravolto la quotidianità di ciascuno inclusa quella dei nostri ragazzi, anche la scuola si è adeguata, con quali risultati?
“Stiamo vivendo un momento di grande difficoltà su vari fronti. La scuola sta facendo la sua parte come è giusto che fosse. Per questo, innanzitutto voglio fare un plauso ai docenti che in questo periodo stanno svolgendo un’attività straordinaria con sforzi considerevoli. Non è facile trasferire l’insegnamento di classe sulle piattaforme. Tra l’altro siamo davvero in una fase sperimentale perché mai come ora la scuola aveva avuto necessità di utilizzare gli strumenti informatici. I risultati si vedranno più in là. Nel frattempo lo sforzo è quello di non lasciare nessuno indietro e cercare quelle lacune che inevitabilmente ci saranno perché ripeto insegnare attraverso un computer non è come stare a scuola”.
Ci sono tante difficoltà in queste didattica a distanza e c’è il dubbio che ve ne saranno anche per affrontare l’esame di maturità, è vero che si parla della scuola del futuro , ma siamo pronti?
“Sinceramente non so se siamo pronti per adottare questo tipo di didattica ed anche l’esame di maturità presenta i sui problemi. Il fatto è che ci siamo ritrovati ad affrontare un’emergenza. Nessuno di noi era preparato per tutto questo. Quello che doveva essere un provvedimento a breve termine si è poi rivelato a lunga scadenza. Ora non possiamo fare altro che andare avanti con gli strumenti che abbiamo a disposizione ed incoraggiare i ragazzi a fare del loro meglio. Bisogna fronteggiare l’emergenza e non tirarsi indietro ed in questo il lavoro dei docenti è fondamentale”.
Lei non ritiene che questo sistema digitale penalizzi chi ha studiato con impegno per tutti e cinque gli anni ed agevoli chi non se lo merita, potrebbe rivelarsi un sistema iniquo?
“Quando questo provvedimento è stato adottato si è pensato subito ad aiutare gli studenti più fragili, quelli che già avevano delle difficoltà ma non perché si volesse fare sconti ma perché di sicuro in questo momento di rischiava di perderli. E’ evidente che questo non deve però andare a discapito di chi ha raggiunto altri livelli di preparazione. Io sono sicuro che c’è l’impegno delle scuole ad evitare un simile fenomeno. Ritengo che si farà tutto il possibile per evitarlo. Certo l’esame di maturità così concepito, attraverso il maxi colloquio al computer agevolerà molti, soprattutto coloro che hanno problemi con gli scritti. Ma ripeto, siamo in emergenza e ci dobbiamo adeguare, non c’era altra scelta”.
Questo sistema della scuola in digitale rischia così di non formare in maniera adeguata, creare lacune che gli studenti difficilmente colmeranno, che ne pensa?
“Le lacune ci saranno di sicuro, ne sono certo. Basti pensare che le ore di lezione davanti allo schermo non corrispondono a quelle svolte in classe. Di conseguenza la qualità dell’insegnamento ne risente, i contenuti pure perché il programma non sarà completato. Tuttavia non è colpa di nessuno. I docenti non erano pronti e preparati ad utilizzare gli strumenti informatici, non guardiamo solo alle scuole superiori che li usano già di sé ma a quelle scuole dove si segue il metodo tradizionale. Certi strumenti prima di adottarli bisogna conoscerli e noi, ripeto non eravamo pronti a questa emergenza”.
La prova di maturità quest’anno si risolve in un maxi colloquio, sarà sufficiente per giudicare lo studente?
“No, non sarà sufficiente. E’ per questo che bisognerà tenere conto di tante componenti. A patire dal percorso scolastico, ai voti del primo quadrimestre, dall’impegno nel seguire le video lezioni ed allo stesso tempo dalle difficoltà connesse a questa situazione. Anche la maturità sarà un esame in emergenza. Ma non c’è una soluzione differente ed allora andrà così”.
La didattica a distanza, gli esami di maturità attraverso un monitor, qualcuno non la vede solo come una soluzione di emergenza ma comincia ad immaginare la scuola del futuro proprio in questa maniera e c’è il rischio che a settembre si riprenda l’anno scolastico con le stesse modalità, lei è d’accordo?
“No, non sono molto d’accordo. Io preferisco il modello tradizionale della scuola. Non mi piacciano molto gli strumenti informatici e ne possono sostituire i libri o l’insegnamento in classe. Questo non vuol dire che non siano utili ma la scuola, intesa come tradizione scolastica, non può essere messa da parte. So che c’è chi spinge verso questo direzione ma io ritengo che la scuola deve tornare, appena possibile, alla sua sede e al suo ruolo naturale. Gli stessi metri di valutazione devono essere quelli utilizzati sino ad ora”.
Il 17 giugno i ragazzi affronteranno la maturità, il sentimento comune è quello del disorientamento. IL senso della scuola è anche nella condivisione e questo sanno bene che non sarà possibile, vuole rivolgere un messaggio a questi ragazzi ?
“A tutti gli studenti vorrei dire di stare sereni e affrontare questo esame senza troppa ansia. In realtà la vera prova di maturità la stanno già svolgendo in queste settimane, riorganizzando lo studio, affrontando questa nuova modalità di fare lezione. La vita sicuramente riserverà tante prove ma questa ora a loro sembrerà la più difficile. Non devono perdersi d’animo e devono andare avanti. Sono sicuro che riusciranno perché i giovani, diciamolo, hanno tutta la forza necessaria per superarla”.
Lucia Pezzuto per Il7 Magazine
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