Dialisi domiciliare, al via la sperimentazione in provincia di Brindisi

BRINDISI- Dialisi domiciliare, al via la sperimentazione in provincia di Brindisi. Partirà da Torre Santa Susanna e da San Pietro Vernotico la fase sperimentale del progetto di dialisi domiciliare con metodica Daily home hemodialysis (Dhhd) e Automated peritoneal dialysis (Apd), due nuove tecniche che garantiscono vantaggi clinici, sociali ed economici, tanto per il paziente quanto per il sistema sanitario.

“I due comuni – spiega il direttore generale della Asl, Giuseppe Pasqualone – sono stati individuati come territori pilota per l’avvio del nuovo protocollo messo a punto dalla Nefrologia del Perrino diretta da Luigi Vernaglione: nel breve e medio periodo si prevede di offrire le nuove tecniche di dialisi domiciliare a 50 pazienti uremici su una popolazione che in provincia di Brindisi è di circa 280 utenti”.

L’attivazione di questi programmi ha lo scopo di garantire al paziente una migliore qualità della vita, con il reinserimento a tempo pieno nell’attività lavorativa, e di creare le condizioni per una migliore riabilitazione clinica. Le nuove tecniche prevedono anche l’impiego di apparecchiature più semplici e sicure che consentono un maggior controllo di alcuni parametri fisiologici e delle alterazioni metaboliche tipiche dell’uremia e la gestione diretta delle attività dialitiche da parte del paziente o del caregiver. Anche a livello di costi, gli studi condotti dall’équipe di Vernaglione hanno certificato l’efficienza della Dhhd e della Apd rispetto ai metodi erogati nel Centro dialisi ospedaliero.

La dialisi domiciliare, inoltre, prevede l’attivazione di una piattaforma di telemedicina per il monitoraggio da remoto dei parametri dialitici e clinici. L’emodialisi domiciliare, quindi, è un’alternativa ancora poco diffusa ma per molti versi più vantaggiosa rispetto alla consueta pratica ospedaliera.

“Rispetto all’emodialisi ospedaliera, che viene effettuata con frequenza trisettimanale con sedute della durata di 240 minuti ciascuna, la Dhhd – spiega Vernaglione – viene effettuata al domicilio del paziente per almeno quattro volte la settimana con sedute di trattamento di circa 210 minuti. La riduzione dei tempi di trattamento e dei periodi interdialitici rende questa metodica biologicamente più tollerabile grazie a una miglior stabilità emodinamica e a una più efficace rimozione di fosforo”.

La letteratura scientifica ha ospitato diversi studi di confronto tra i dati dei pazienti trattati con Dhhd e quelli dei pazienti sottoposti a emodialisi tradizionale. In sintesi, è stato evidenziato l’85% di riduzione dei “tempi di recupero” da astenia post-dialitica; il 30% di riduzione dei sintomi depressivi; tra 6% e 17% di miglioramento della qualità della vita; una significativa riduzione dell’uso di farmaci anti-ipertensivi (nel 33% dei casi il farmaco è stato sospeso, nel 56% dei casi il farmaco è stato ridotto del 50%); la riduzione del 40% della mortalità attesa.

“La dialisi peritoneale – prosegue il nefrologo – si esegue in modalità Apd a domicilio, ogni giorno, di notte, mediante un’apparecchiatura che gestisce in autonomia gli scambi dialitici a paziente dormiente. Questo trattamento consente la completa indipendenza del paziente durante il giorno e rappresenta un metodo più fisiologico dal punto di vista emodinamico, depurativo e di biocompatibilità”. Un altro punto a vantaggio delle pratiche domiciliari sta nella semplicità di gestione delle operazioni derivante dal miglioramento tecnologico e dalla miniaturizzazione delle apparecchiature che rendono possibile la conduzione del trattamento direttamente dal paziente o dal caregiver anche se, ovviamente, un’equipe medico-infermieristica, composta da 2 medici e 10 infermieri adeguatamente formati, affiancherà l’utenza in ogni necessità e sorveglierà costantemente l’evoluzione dei trattamenti. “La telemedicina – aggiunge Vernaglione – permette il follow-up medico da remoto del paziente durante i trattamenti, limitando, laddove non sussistano complicanze, la necessità di visita medica al domicilio del paziente o in ambulatorio a una sola volta al mese”.  Il sindaco di Torre Santa Susanna, Michele Saccomanno, ha commentato con soddisfazione l’iniziativa che rappresenta “una bella sinergia tra Amministrazione e Asl Brindisi, il segno di grande visione sul futuro. Sono felice – aggiunge – perché da assessore regionale alla Sanità ebbi il piacere di realizzare dialisi territoriali in tutta la Puglia, a partire dalle zone turistiche. Ringrazio il direttore generale Pasqualone per aver reso attuale un impegno antico della mia vita politica”.

BrindisiOggi

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