Dexter: il killer che ha conquistato il pubblico

40 MINUTI (rubrica) – Una serie che ha il sapore del sangue e non è di certo adatta ai più deboli di cuore. Una storia che ti porterà a guardare la figura del serial killer da un altro punto di vista, quasi portandoci a provare tenerezza nei confronti del protagonista che, in lotta tra il bene e il male, cerca di sopravvivere senza rinnegare la sua natura. Dexter è una serie ideata da James Manos Jr., ambientata nei giorni d’oggi in una calda e tormentata Miami che è sempre a caccia di killer, ma che non riesce a catturare il più abile di tutti.

Trama – La storia ruota intorno alla figura di Dexter Morgan, un normale e silenzioso tecnico forense della polizia scientifica di Miami, che però di sera quando sveste i panni del “buono”, diventa un serial killer, il quale agisce secondo “il codice di Harry”. Harry è il papà adottivo di Dexter, sergente della polizia di Miami, il quale lo adotta in delle circostanze parecchio particolari. Fin da subito Harry si rende conto che Dexter ha un vero e proprio bisogno di uccidere e per evitare il peggio, gli insegna a incanalare gli impulsi violenti verso i criminali che sono sfuggiti alle maglie della giustizia (le sue vittime, secondo il codice, devono essere assassini, stupratori o pedofili). Gli insegnamenti del padre sono serviti a Dexter anche a poter uccidere senza lasciare traccia di ciò che è stato compiuto. Una peculiarità del killer è la raccolta dei campioni di sangue delle sue vittime, che nasconde come trofei in dei vetrini.

I temi rilevanti in questa serie sono: il personaggio di Dexter e la sua possibile vita “normale”. Per tutte le stagioni ci chiediamo “Riuscirà a vivere come una persona normale nonostante ciò che ha bisogno di fare? Si sentirà mai uno di loro?” E la domanda delle domande è “Ci schieriamo con Dexter perché anche noi sentiamo il bisogno, quando serve, di andare aldilà di ciò che la legge consente?” Ho ritenuto opportuno affrontare questi temi in un unico blocco.

Il grande mistero che è Dexter – Dexter Morgan non è sicuramente un esempio da seguire. È un sociopatico, che ha avuto un’infanzia particolare, che l’ha reso così desideroso di uccidere, ma una volta instradato dal padre, diventa una sorte di “Supereroe”. Certo un supereroe un po’ violento e sanguinolento (le scene che lo vedono protagonista di un’uccisione sono tutte molto realistiche), ma sta eliminando (ci continuiamo a ripetere, mentre tifiamo per lui) degli esseri alquanto disprezzabili. Soprattutto nelle puntate in cui dà la caccia a pedofili e violentatori. Dexter piace proprio perché dà sfogo a quella parte di noi che quando sente al telegiornale un’ingiustizia vorrebbe tornare al vecchio “occhio per occhio, dente per dente”. La verità è che c’è una piccola parte di Dexter in ognuno di noi, che molto spesso quando siamo vittime di un torto grave e impunito, fa fatica a non uscire fuori.

Per tutte otto le stagioni ci chiediamo se la vita segreta di Dexter avrà mai il sopravvento sulla vita pubblica. Fin dalle prime puntate vi sono delineati due diversi Dexter. Il primo che ha una relazione con una donna con due figli, che ha una sorella con la quale collabora nella vita lavorativa e anche qualche amico. Tutti sono all’oscuro però della vera personalità di Dexter. Lui metodicamente continua a cercare le sue vittime, le trova e le punisce, senza mai provare il minimo rimorso. Nonostante lui stesso continui a ripetersi di essere completamente anaffettivo, alla fine riesce a legarsi in modo sincero ad alcune delle persone che riempiono la sua esistenza.

Rassegna – La serie, in modo complessivo, è piacevole. Non è assolutamente adatta a chi non sopporta la vista del sangue, ma risulta essere molto interessante per chi ha studiato un po’ di psicologia o criminologia, perché mette completamente a nudo i pensieri e i ragionamenti di un serial killer. Dexter non tiene incollati allo schermo fin da subito. Le prime puntate sono un po’ noiose, ma già alla fine della prima stagione si comincia a capire il perché della vera natura del protagonista e la verità su “quel tragico incidente”. La settima e ottava stagione sono le più belle, ma non vi posso spiegare per quale motivo, altrimenti vi farei un grossissimo spoiler; ciò che vi posso dire è che il finale ha lasciato in molti perplessi. Non è un finale scontato. Non è un finale che va interpretato. Qualche lacrimuccia scende di sicuro. Ho già anticipato nel pezzo precedente che a me personalmente non è piaciuto. Per una serie così piacevole e comunque ben fatta, avrei preferito un finale più consistente, ma c’è una grossissima percentuale cui invece è piaciuto e l’ha trovato in linea con la serie. Ai posteri l’ardua sentenza.

Da vedere? – Sì, se sei appassionato di psicologia o criminologia e se tolleri la vista del sangue.

Voto complessivo –7 e 1\2. (quando si dice che il finale abbassa i punti)

Scheda informativa

Genere: drammatico, poliziesco, thriller.

Stagioni: 8 (CONCLUSA)

  • 1° Stagione (2007)   12 puntate da 50 minuti.
  • 2° Stagione (2008\’09) 12 puntate da 50 minuti.
  • 3°Stagione (2009)   12 puntate da 50 minuti.
  • 4°Stagione (2010)  12 puntate da 50 minuti.
  • 5°Stagione (2011)     12 puntate da 50 minuti.
  • 6°Stagione (2012)       12 puntate da 50 minuti.
  • 7°Stagione (2012\’13) 12 puntate da 50 minuti.
  • 8°Stagione (2013)    12 puntate da 50 minuti.

La trovate su SKY e su INFINITY.

Alberta  Esposito

 

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