BRINDISI- (da il7 Magazine) Un deposito di gas naturale a Costa morena per alimentare navi o mezzi su gomma. Edison è pronta a presente il suo progetto per Brindisi. L’8 ottobre la società illustrerà le opere agli enti locali e alle imprese portuali. L’incontro si terrà presso l’Autorità di sistema portuale del mare Adriatico. È stato il sindaco Riccardo Rossi ad invitare la società ad illustrare il progetto coinvolgendo anche gli operatori portuali.
Il 10 settembre il primo cittadino ha inviato la richiesta, 24 ore dopo Edison ha risposto comunicando la data, già concordata giorni prima con l’Autorità portuale in vista della conferenza dei servizi preliminare che “presumibilmente si terrà al Mise intorno alla metà di ottobre”. Una precedente conferenza dei servizi era stata convocata al Ministero per il 10 marzo, poi slittata a causa del Covid. Ma ora si riprende il percorso.
Edison aveva già presentato a gennaio 2019 al sindaco di Brindisi e al presidente dell’Autorità di sistema portuale Ugo Patroni Griffi un progetto di massima del deposito gasiero.
Si tratta di un investimento che coinvolge Ravenna, Oristano e Brindisi. Edison ci prova a costruire la prima catena in Italia di impianti di gas naturale liquefatto di piccola taglia per alimentare navi o mezzi su gomma. Una rete di depositi costieri. Al momento in Italia questo gas arriva solo in autobotti dalla Spagna e dalla Francia. In Europa esistono infatti solo 14 depositi, di cui 7 in Spagna.
Brindisi, secondo la società che sino a qualche anno fa era socia della centrale di Brindisi nord, potrebbe ospitare il terzo deposito, grazie alla sua posizione strategica nel Mediterraneo. Il progetto prevede lo stoccaggio di 20mila metri cubi di combustibile naturale liquido. L’autorità di sistema portuale di Brindisi lo scorso anno ha fornito alla società tutta la documentazione per la individuazione di un’area idonea a poter ospitare le attività di trasporto, attraverso metaniere, e il successivo stoccaggio del gas liquido in un deposito. Tra gli atti anche il contestato progetto di colmata tra il pontile del Petrolchimico e Costa morena est che dovrebbe aumentare il pescaggio di quel tratto di mare per il passaggio delle navi che verrebbero a fare rifornimento.
Da un esame delle carte e in base alla disponibilità dell’Autorità portuale, la società ha individuato come area idonea quella vicino al varco di accesso di Costa Morena est all’interno del porto. Ed è proprio sul molo di Costa Morena est che sarebbe previsto l’attracco delle metaniere. Si tratta di un’area attualmente libera da impianti, asfaltata, dotata di sottoservizi, caratterizzata dalla presenza del passaggio della ferrovia e delle strada, confinante ad ovest con il nastro trasportatore dell’Enel. Edison aveva valutato altre due aree oltre a quella portuale, entrambe però al momento sarebbero state bocciate. Si tratta della zona in cui insiste la centrale elettrica di Edipower, e quella invece di proprietà dell’Asi, parallela alla strada principale di ingresso del porto. Su entrambe sono stati sollevati dubbi a causa della distanza dalla banchina e sui vincoli dell’air draft del cono di atterraggio dell’aeroporto del Salento che limiterebbe le altezze dei serbatoi e dei flare. I due siti sono stati accantonati, almeno in questo studio di pre-fattibilità.
Nel progetto sono previste tutte le opere infrastrutturali e impiantistiche necessarie a consentire le attività: l’attracco di metaniere (per un carico di 30mila metricubi ciascuno) alla banchina per scaricare il gas, l’attracco delle navi che dovranno fare rifornimento e la realizzazione del deposito. Lo stoccaggio del GNL avverrà in un serbatoio verticale atmosferico con parte esterna in calcestruzzo che potrà contenere 20mila metricubi di gas liquido. Praticamente tre rifornimenti di una nave da crociera. Il trasferimento del prodotto liquido dalla navi gasiere al serbatoio di stoccaggio e da quest’ultimo alle bettoline avverrà con dei bracci di carico. È previsto anche il meccanismo di un pozzo di spinta, così come di un sistema di motori a combustione interna per la produzione di energia e di un sistema di reliquefazione del gas. La distribuzione del combustibile sul mercato avverrà con operazioni di caricamento del prodotto su autocisterne e isocontainer caricati su rimorchi, che potranno viaggiare per strada o su rotaie. Nelle opere compare inoltre la realizzazione di una torcia di emergenza concepita secondo la formula del “no flaring”, senza emissioni in atmosfera, ma nello stesso tempo è previsto il sistema di rilascio di gas in torcia per raccogliere e smaltire in sicurezza gli scarichi eccezionali e di emergenza provenienti dalle linee di spurgo. Insomma potranno andare in accensione così come accade per Versalis. Sempre a Costa Morena, sarà costruito un edificio dove saranno ubicati gli uffici per il personale di gestione direzionale e amministrativa. È qui che ci sarà la sala di controllo per monitorare l’attività del deposito.
Il progetto a Ravenna ha già avuto il via libera e secondo Edison sarà operativo nel 2021 con una movimentazione annua di oltre un milione di metricubi di GNL che vorrebbe dire rifornire 12mila veicoli e 48 traghetti. Il progetto per Brindisi sarà più chiaro dall’8 ottobre, un anno fa sindaco Rossi aveva sollevato qualche perplessità sulla collocazione del deposito proponendo l’ipotesi di uno spostamento nell’area retroportuale. Si attende comunque di visionare l’intero progetto e di fare qualche calcolo in termini di costi e benefici, in previsione anche del futuro della centrale Enel Federico II per quale è prevista la chiusura entro il 2025 con lo stop della movimentazione del carbone, che oggi rappresenta uno dei maggiori introiti del traffico merci del porto di Brindisi. Proprio qualche settimane fa la società energetica ha ribadito la chiusura anticipata del Gruppo 2 della centrale termoelettrica di Cerano a partire dal primo gennaio 2021. Si tratta della prima delle quattro unità produttive a carbone della centrale che si avvia alla chiusura definitiva. L’obiettivo è quello di riconvertire il sito a gas, sviluppando anche progetti per l’installazione di capacità fotovoltaica, chiudendo totalmente l’impianto entro il 2025.
Intanto si schierano contro il progetto di Edison le associazioni ambientaliste cittadine che il 13 agosto hanno presentato le loro osservazioni. Forum Ambiente Salute e Sviluppo, Italia Nostra, Legambiente, Medici per l’ambiente, No al carbone, Salute Pubblica e Wwf hanno espresso “la netta contrarietà alla costruzione del deposito che priverebbe – affermano – il porto di una banchina operativa, oltretutto infrastrutturata, causando un gravissimo danno alla portualità. Oltre ad occupare ampi spazi alla radice del piazzale commerciale della banchina, questa sarebbe inibita del tutto ad altro uso, precludendo qualsiasi traffico futuro. Senza contare che si punta su un tipo di rifornimento verso il quale i maggiori operatori marittimi nazionali e internazionali dichiarano di non nutrire grande fiducia. Un tale impianto non avrebbe senso neanche come distributore di Gnl per automezzi”.
Lucia Portolano
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