Denunciò il racket, escrementi davanti la sua ex azienda

SAN PANCRAZIO SALENTINO – Otto anni fa denunciò i suoi aguzzini generando l’arresto di Andrea Bruno, boss di Torre Santa Susanna della Sacra corona unita (oggi condannato). Questa mattina Cosimo Maggiore, l’imprenditore di San Pancrazio Salentino ha ritrovato davanti al cancello della sua ex azienda escrementi lasciati sulle pagine di un’edizione del Quotidiano di Lecce, datato maggio 2010. “Voglio solo essere lasciato in pace. Non sono andato dai carabinieri a denunciare. Non serve a niente” sottolinea la vittima.

L’ennesimo episodio intimidatorio ai danni dell’imprenditore sanpancraziese. Un segnale forte e chiaro quello ricevuto da Maggiore all’alba di oggi. Indubitabile messaggio. Quella dell’imprenditore è stata una vita passata a lavorare e costruire un futuro per lui e la sua famiglia. Dopo anni di sacrifici ecco che al campanello della sua azienda si presenta il racket. Richieste estorsive che mese dopo mese hanno ridotto sul lastrico Maggiore fino al giorno in cui è stato costretto a mettere il lucchetto alla sua azienda (due anni fa).

Nel 2006 Cosimo Maggiore, dopo aver ricevuto diverse attenzioni da Andrea Bruno, capo della frangia torrese della Scu, ebbe la forza e il coraggio di recarsi in caserma e denunciare tutto ai carabinieri. Per l’imprenditore sono stati mesi e anni difficili. Intimidazioni, minacce, richieste. Ma lui non si è fatto piegare e ha denunciato. Da quel giorno, però, la sua vita e quella della sua famiglia è cambiata. Fuori la sua porta di casa, dietro ai suoi passi, come fossero ombre, ci sono sempre due uomini in divisa. Sì, perché Maggiore vive sotto protezione.

A febbraio scorso l’ex imprenditore di infissi di alluminio ritrovò un proiettile di pistola calibro 9 poggiato sul cancello d’entrata della sua ex azienda che si trova in via Lecce a San Pancrazio Salentino (oggi ne restano solo i capannoni oramai in disuso ndr). Maggiore è stato sempre uno dei bersagli preferiti per coloro i quali la sua figura risulta essere, molto probabilmente, scomoda. In altri due episodi intimidatori ha ricevuto scritte minacciose sui cancelli dell’ex azienda: “Se ti fai parte civile muori” e “Sei morto”.

Ad oggi ha presentato ben 27 denunce. Alla domanda: “Dopo il ritrovamento di stamattina lei si è recato dai carabinieri?”. Maggiore ha risposto: “Ma sta scherzando? Assolutamente no. Sarebbe stata l’ennesima denuncia contro ignoti. Sarebbe stata quella che si accoda alle altre 27 denunce. A cosa sarebbe servito denunciare? A niente. Io non denuncio più”.

Quello che chiede oggi Cosimo Maggiore è di essere lasciato in pace. “Non ce la faccio più. Ormai non vivo più. Ho combattuto per anni, ho denunciato, ho continuato a combattere, ma oggi è diventato tutto più difficile. Con le istituzioni non si vince più. Questa battaglia è dura” ha concluso l’imprenditore.

Andrea Bruno non è il solo ad essere stato arrestato per via delle denunce presentate dall’imprenditore di San Pancrazio Salentino.  Il 19 settembre toccherà, agli altri, presentarsi davanti al giudice della Corte di Appello di Lecce.

Maristella De Michele

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