BRINDISI – Al tavolo organizzato dal Mise per parlare di decarbonizzazione per il Comune si sono seduti il vice sindaco Tiziana Brigante e il dirigente all’Ambiente Corvace, il sindaco era in video conferenza da Corfù. In merito all’esito dell’incontro l’amministrazione comunale ha inviato una nota in cui dice che “A fronte dell’illustrazione delle quantità di energia in gioco, tra rinnovabili, sistemi di accumulo, generazione a gas etc., è emersa in generale una scarna rappresentazione di scenario, ovvero di possibilità di piena comprensione in termini di progettualità integrata, ricadute occupazionali, resistenza ulteriore delle fonti fossili per il tramite del gas, di costi energetici (inclusi quelli previsti dal cosiddetto “capacity market” teso a finanziare le riserve di stoccaggio energetico), di affollamento infrastruttuale, di mix energetico complessivo locale”.
“A vantaggio dell’evidenza di tale lacuna hanno contribuito gli interventi- si legge ancora nella nota – se pur iscritti in una generale fase di ascolto, dei rappresentanti del Comune di Brindisi e di altri attori istituzionali presenti. A questo quadro si aggiunga una scarsa chiarezza del crono programma generale degli interventi di riconversione che, se da un lato appare scandito sulle tappe della SEN e del PNIEC di cui sopra, dall’altra sconta una contraddizione nell’ambito degli attuali procedimenti di riesame delle autorizzazioni statali, molte delle quali ancora centrate sulla definizione degli assetti impiantistici attuali “ante riconversione. Per contro, non sembrerebbero auspicabili le forti accelerazioni procedimentali promosse dai gestori presenti, laddove non consentano di mettere in luce, a fronte di tali semplificazioni ed accelerazioni, le ricadute i termini di danno sanitario attraverso una VIS (Valutazione di Impatto Sanitario) appropriata e contestuale alla VIA (Valutazione di Impatto Ambientale). A poco sono valse in questo senso le rassicurazioni dei rappresentanti del Mise in base alle quali qualsiasi intervento impiantistico, teso alla decarbonizzazione, non può che generare certe ricadute positive in termini ambientali e sanitari: occorre comunque una completa analisi costi benefici socio-economica ed ambientale. Tale visione parziale e indefinita necessita di essere approfondita ed implementata alla scala locale: il Comune di Brindisi ha delle sue specificità economiche ed ambientali, oltre a contribuire in modo massiccio e singolare all’approvvigionamento energetico del sistema Paese con enormi sacrifici ambientali che non possono essere in alcun modo esaustivamente trattati e ricondotti in tavoli plenari ed interregionali come quello odierno. Pertanto, verrà reiterata dal Comune di Brindisi un’istanza di riproposizione del tavolo tematico a livello provinciale e comunale, alla presenza dei player e degli stakeholder che incidono sulla realtà e sulla composizione dell’offerta socio economico e territoriale locali”.
L’ unico modo per uscirsene da questa pericolosa trappola tesa dal MISE insieme alle lobbies della speculazione come A2A e Enel è dichiarare l’ emergenza climatica a Brindisi.
Non si parlerà più di improbabili riconversioni delle due centrali a carbone e ci sarà spazio e modo per discutere della pianificazione del dopo dismissioni delle centrali A2A e Enel.
Pianificazione di tutte quelle attività di smantellamento, bonifica, ripristino dello stato dei luoghi e delle riqualificazione delle aree che crea i presupposti per mettere mano seriamente sul programma di bonifica dell’ area industriale di Brindisi essendo gia SIN.
L’ auspicio è l’ amministrazione abbia lungimiranza per un modello di sviluppo alternativo all’ industria pesante che ha creato a Brindisi in decenni danni sanitari notevoli, morte e distruzione, devastazioni ambientali e emissioni climalteranti in nome del profitto.
E’ tempo di ripensare ad una nuova economia che abbandoni le fonti fossili e che traguardi al futuro a dimensione dei bisogni del pianeta.