OSTUNI – Confindustria Brindisi festeggia i suoi primi 70 anni con un video celebrativo e con il matrimonio con la sezione provinciale dell’associazione di Bari-Bat. Oggi, infatti, i vertici di Confindustria si sono dati appuntamento a Ostuni, presso la sala conferenza di masseria Santa Lucia, per sancire l’unione delle due realtà territoriali e inaugurare un nuovo corso, sancito dalla riforma Pesenti che ha stabilito nuove e importanti regole per l’associazione di categoria.
All’appuntamento c’erano i due presidenti, Giuseppe Marinò per Brindisi e Michele Vinci per Bari e Bat, e, come testimone d’eccezione, Enzo Boccia, presidente del comitato tecnico credito e finanza di Confindustria, chiamato a sostituire Giorgio Squinzi, presidente dell’associazione, assente per alcuni piccoli problemi di salute. Alla convention, hanno partecipato anche molte autorità civili e militari, tra cui il sindaco padrone di casa, Gianfranco Coppola, e quello di Bari, Antonio Decaro, e l’assessore regionale allo sviluppo economico, Loredana Capone, segno dell’importanza dell’accordo ratificato tra le due realtà territoriali pugliesi.
«È più facile divorziare che sposarsi – ha affermato nel suo discorso il presidente Marinò, rivolgendosi al suo omologo barese, Vinci – Abbiamo iniziato a litigare ancora prima di sederci ma, come spesso accade, dopo un temporale viene il sereno». Da queste basi parte la prima esperienza italiana di unione di due sezioni dell’associazione, che farà da capofila ad altri simili progetti. «Voglio ribadire il concetto di base della riforma Pesenti – ha spiegato Marinò – non servono le divisioni, non serve coltivare il singolo orticello, quello che dobbiamo fare è mettere a regime un nuovo modello organizzativo che ci consenta di essere al passo con i tempi, in un mondo che negli ultimi 10 anni si è innovato come se ne fossero passati 100». La strategia di Confindustria, quindi, è di realizzare una sinergia fattiva che permetta di rilanciare un territorio, quello interprovinciale tra Bari e Brindisi, che, secondo i dati in possesso dell’associazione, viene raccontato peggio di quello che è nella realtà.
«Voglio rivolgere – ha affermato il presidente brindisino – un sentito e composto saluto al presidente dell’Istat, Antonio Golini, al quale, senza alcuna voglia di innescare una inutile polemica, mi permetto di dire che non ho gradito le dichiarazioni rese in questo ultimo periodo, circa il Mezzogiorno d’Italia: “un iceberg alla deriva che si allontana dal resto dell’Italia e dall’Europa”. Viviamo e lavoriamo su questa terra da sempre, con la dignità che bisogna riconoscere a tutti gli italiani, dovunque essi si impegnino nell’esercizio di un’attività lavorativa, al fine di produrre beni e servizi e, in ultima istanza, generare ricchezza». L’analisi proposta anche dal presidente Vinci sposa le considerazioni di Marinò.
«La situazione economica dei nostri territori – ha dichiarato Vinci – è molto differenziata fra imprese e settori. In linea generale, i comparti del Made in Italy hanno continuato a ristagnare, nell’ultimo periodo, la meccanica ha avuto una dinamica positiva, nel turismo sono cresciute le presenze straniere che hanno compensato la riduzione di quelle nazionali. Hanno continuato a soffrire pesantemente le imprese e i settori legati al mercato interno, come l’edilizia, che non beneficiano dell’effetto traino della domanda estera. Tuttavia, nei primi mesi del 2014, le cose sembrano cominciare ad andare meglio: l’export è tornato a crescere con vigore e ciò fa ben sperare. In realtà, già dal 2013 alcuni dati lasciavano scorgere qualche sprazzo di sereno: pur presentando il segno negativo, i numeri dello scorso anno sono migliori rispetto a quelli del 2012, segno di una possibile inversione di tendenza all’orizzonte». Un’analisi è stata proposta anche da Enzo Boccia.
«Il patto associativo ratificato ufficialmente questa mattina, è legato alla riforma Pesenti e ai principi che l’hanno ispirata: quello che si vuol raggiungere con questo tipo di fusioni è la concentrazione delle attività politiche e organizzative dell’associazione per il raggiungimento degli obiettivi e delle mission delle imprese che, nei territori interessati, lavorano giorno per giorno. Ridurre la dispersione degli sforzi, insomma, non può che incanalare le energie in una direzione diversa, spostando l’attenzione sulla produttività e lo sviluppo». Boccia, poi, entra nello specifico, portando esempi e proponendo metafore che aiutano a far capire il contesto e le dinamiche politico-economico-industriali che regolano mercato e imprese.
«Siamo il secondo paese in Europa per livello di industrializzazione, dopo la Germania – ha spiegato Boccia – Questo risultato è nostro nonostante i gravi handicap che ci portiamo dietro. Prendendo ad esempio la nazione che ci precede, possiamo attingere a dei dati molto esplicativi, in questo senso: +20% di tasse globali; +30% di costo dell’energia; +2% di spread come sistema Paese. Questo equivale a giocare una partita dei mondiali, partire con uno svantaggio di 7 reti e concludere la gara perdendo 7 a 6. Chiediamoci, se non ci fosse stato quello svantaggio iniziale, come sarebbe finita quella partita. Se, con una serie di interventi strutturali, si riuscisse ad appianare il divario di condizioni che attualmente ci vede soccombere a vantaggio di nazioni meglio organizzate da questo punto di vista, potremmo ambire a diventare la prima potenza industriale europea. Le potenzialità per superare la crisi e intraprendere un cammino virtuoso ci sono tutte».
Un emozionato Marinò, infine, ha presentato, nel corso del suo intervento, un video celebrativo che ha raccontato per immagini tutto un territorio, con le sue bellezze naturali e storiche e le sue potenzialità imprenditoriali. «Ogni associato presente qui – ha dichiarato Marinò rivolgendosi a Boccia – avrebbe voluto, in questa particolare giornata, nella quale Confindustria Brindisi festeggia i suoi 70 anni, portarti in azienda per mostrare il frutto di tanto duro e faticoso lavoro ma non avendo tu il dono dell’ubiquità, abbiamo pensato di “condurre” da te il territorio e le aziende, attraverso un breve video col quale, spero, ti emozionerai almeno la metà di quanto ho fatto io nel mettere insieme le immagini. È la nostra terra, quella in cui viviamo e lavoriamo, dobbiamo andarne fieri».
Maurizio Distante
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