BRINDISI – Curati e rimessi in libertà. Sono due esemplari di poiana, Buteo buteo, ed un barbagianni, Tyto alba, i 3 giovani arrivati al centro recupero per la fauna selvatica in difficoltà di Torre Guaceto qualche settimana addietro e, finalmente, tornati alla vita di animali liberi nel luogo sicuro per eccellenza, la Riserva.
Tutti e 3 erano stati ricoverati perché scoperti in uno stato critico. Al momento del recupero, i giovani stavano iniziando a librarsi nell’aria. Quello dei primi voli rappresenta un periodo critico nella vita di ogni uccello, poiché gli esercizi e le esperienze iniziali pongono di frequente il giovane in condizioni di pericolo determinate dalla scarsa capacità di manovra. È molto frequente, infatti, che i giovani volatili finiscano in terra senza la capacità di rialzarsi e riguadagnare l’albero o la roccia da cui hanno spiccato il volo.
Nel dettaglio, i piccoli che stanno ancora nel nido, attorno al 30-40esimo giorno di vita, iniziano gli allenamenti muscolari, agitando le ali fino a spiccare il primo volo. È allora che o per condizioni climatiche avverse, come il vento forte, o per casualità, calibrano male il volo e non raggiungono il posatoio mirato, finendo in terra. Qui è facile che avvenga la predazione da parte di volpi, gatti o cani.
I 3 malcapitati liberati in queste ore, però, hanno avuto la fortuna di essere stati notati appena caduti a terra da passanti che hanno contattato il Consorzio di Gestione di Torre Guaceto, permettendone il recupero ed il ricovero presso il centro fauna selvatica della Riserva. Il barbagianni è stato soccorso lo scorso 19 aprile, presso il parco Cesare Braico di Brindisi, qui un ragazzo ha notato che il pullo era caduto dal nido ed ha chiesto l’intervento del Consorzio prima che fosse troppo tardi. Per quanto riguarda le poiane, invece, una è stata recuperata a San Donaci il 17 giugno, l’altra a Mesagne il 3 luglio. Nessuna delle 2 era ancora in grado di volare.
L’esemplare di San Donaci è stato notato da alcuni contadini che erano intenti a lavorare nei campi. Questi lo avevano visto prima planare sulle loro teste e poi precipitare al suolo. Preoccupate, queste persone si sono rivolte a Torre Guaceto. Il personale è accorso ed ha portato il giovane al sicuro.
Nel centro per la fauna selvatica, i 3 hanno potuto proseguire l’allenamento, questa volta al sicuro in voliera, e, quando hanno raggiunto la completa padronanza di volo, sono stati reintrodotti nel loro habitat naturale.
Tanti si staranno chiedendo se i 3 uccelli tornati in natura siano maschi o femmine. Ebbene, non è dato saperlo. La maggior parte dei rapaci non mostra dimorfismo sessuale, ossia un aspetto, una livrea differente a seconda del sesso di appartenenza. In più, gli organi genitali sono interni alla cloaca, quelli maschili sono leggermente più estroflessi rispetto a quelli femminili, ma il dato può essere assunto solo in sede di esame necroscopico.
Ma poco importa quale sia il loro sesso, l’importante è che siano in salute e capaci di vivere in natura.
Prima della vera e propria liberazione i 3 giovani sono stati muniti di uno specifico anello recante una matricola, attraverso la quale, in caso di ulteriore recupero, i ricercatori addetti potranno apprendere la loro storia e monitorarne la migrazione, come disposto da ISPRA, l’Istituto Superiore per la Protezione e la Ricerca Ambientale.
Ricordiamo a quanti dovessero avvistare un animale selvatico in difficoltà che per salvarlo, basta chiamare allo 335 5230215.
Foto e video di Giuseppe Lanotte
Il video https://youtu.be/bRzD-8rUc9g
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