Covid, anticorpi dei pazienti guariti per curare i contagiati, partita l’analisi dei primi campioni

BRINDISI- (da Il7 Magazine) Gli anticorpi sviluppati dai pazienti guariti dal Covid 19 per curare quelli ancora positivi, parte in Puglia la sperimentazione della terapia al plasma. Si chiama immunoterapia passiva e nei prossimi mesi potrebbe rappresentare la cura per sconfiggere il coronavirus. La Regione puglia è una tra le prime regioni in Italia ad avviare la sperimentazione selezionando donatori tra i pazienti che hanno sconfitto il virus e che risultano immunizzati. “Saranno coinvolti nella sperimentazione tutti i reparti Covid pugliesi individuati dal piano ospedaliero dell’emergenza -ha detto il presidente della Regione Puglia Michele Emiliano- La battaglia contro il Covid passa così dalla difesa e dalla prevenzione, all’attacco, attraverso la ricerca. Sono pochissimi in Italia i laboratori per la determinazione del titolo di  Anticorpi neutralizzanti: da un lato quindi ci stiamo attrezzando per avere a Foggia con l’Istituto zooprofilattico tutto il necessario e dall’altro facciamo rete con altre eccellenze italiane, si parte subito con la collaborazione con il Laboratorio di microbiologia dell’Azienda Ospedaliera e universitaria di Padova che ringrazio. E ringrazio sin d’ora tutti i pugliesi guariti che stanno dando il loro assenso alla donazione di plasma. Un piccolo gesto di enorme importanza per tutti”. Il laboratorio che  lavorerà sui campioni di sangue forniti dai donatori immunizati sarà quello dell’Istituto zooprofilattico a Foggia , ma nelle more di attrezzarlo, la Regione Puglia ha siglato un protocollo con il Policlinico di Padova. In particolare, il laboratorio a Foggia è un laboratorio  BSL3 ossia  dotato di attrezzature tali da renderlo adeguato al lavoro con microrganismi che presentano elevati rischi per il personale di laboratorio ma bassi rischi per la comunità (gruppo 3). Questo livello di contenimento richiede la dotazione di misure di sicurezza strutturali con locali separati, divisi da porte interbloccate ad accesso controllato e di un sistema di ventilazione con circolo d’aria indipendente con immissione ed espulsione di aria sterile attraverso filtri assoluti ad alta efficienza (HEPA 99,99%). “E’ stato scelto Foggia perché è uno dei laboratori in Italia accreditato come BSL3, cioè che garantisce il massimo ella sicurezza- ha spiegato il direttore del dipartimento Politiche per la Salute della Regione Puglia, Vito Montanaro- Nelle more di avere a disposizione il laboratorio di Foggia è stato firmato un protocollo con il Policlinico di Padova dove a partire da giovedì saranno spediti i primi campioni di sangue dei donatori. Qui i campioni saranno sottoposti a screening. Affinchè la terapia sia efficace il plasma deve contenere un determinato numero di anticorpi”.
L’Azienda Ospedaliera Università di Padova ha così confermato la collaborazione con la Regione Puglia  per la determinazione del titolo di  Anticorpi neutralizzanti anti-SARS-CoV-2 sui campioni di sangue di pazienti guariti mentre l’Istituto Zooprofilattico di Puglia e Basilicata sta completando gli adeguamenti organizzativi necessari all’esecuzione del test, quindi entro poche settimane anche la Puglia potrà contare di un laboratorio per la sperimentazione sul proprio territorio. Intanto lo scorso 10 aprile il Comitato etico dell’Azienda Ospedaliero Universitaria Policlinico di Bari   aveva approvato tempestivamente il protocollo “Studio interventistico per valutare l’efficacia e la sicurezza della immunoterapia passiva con plasma raccolto da pazienti guariti da infezione Covid-19 (“convalescent plasma” o “plasma iperimmune”), nel trattamento delle forme moderate/severe di Covid-19 , protocollo che il 16 aprile è stato approvato in via definitiva dal Centro Nazionale Sangue. “Per protocollo ogni giovedì la Regione Puglia invierà i campioni a Padova per lo screening- ha aggiunto Montanaro- Se sarà ritenuto idoneo il donatore sarà richiamato a donare. Il plasma non potrà essere somministrato ai pazienti in terapia intensiva e non facilmente neppure ai pazienti in ventilazione meccanica perché avrebbe una resa meno rilevante”. Al momento sono già stati selezionati 50 pazienti guariti potenziali  donatori dimessi dall’Azienda Policlinico oltre i pazienti dimessi dagli altri Ospedali COVID regionali , che potrebbero avere le caratteristiche richieste dal protocollo. La particolarità del protocollo della Regione Puglia è che non ci si è limitati ad individuare un solo ospedale, ma sono stati coinvolti tutti gli ospedali inseriti nella rete ospedaliera COVID, al fine di poter estendere la sperimentazione su tutto il territorio regionale. In questa fase, il Centro Regionale Sangue dovrà organizzare l’applicazione del protocollo in collaborazione con i Servizi trasfusionali degli Ospedali COVID, al fine di poter reclutare i pazienti. A questo proposito la Regione sta rilanciando la campagna di sensibilizzazione  “Donaemozioni” nata qualche anno fa per incentivare la donazione di tessuti, organi e sangue. “Nel 2018 è nata la campagna di sensibilizzazione Donaemozioni, è nata in concomitanza con la visita del Papa del 7 luglio del 2018- dice Montanaro- Il santo Padre è stato il primo testimonial. E’ orami una sorta di brand che la Regione Puglia utilizza per sensibilizzare alla donazione”. La terapia con il plasma, già utilizzata per Ebola e Sars, è una immunoterapia passiva sperimentale. Le unità operative di Malattie Infettive e Medicina Interna Murri del Policlinico di Bari  hanno già trasmesso un elenco di pazienti guariti che ora si sta provvedendo a contattare per fare lo screening iniziale pre-donazione, dopo di ché i campioni saranno inviati al Policlinico di Padova. “Una volta che il laboratorio di Padova invierà i risultati completi dei test, noi faremo le opportune valutazioni e riconvocheremo i donatori- ha spiegato Angelo Ostuni, direttore dell’Unità operativa di Medicina Trasfusionale del Policlinico di Bari- I primi campioni sono stati inviati , presumibilmente ci vorrà una settimana per avere una risposta. Si possono inviare quindici campioni alla volta. E’ una situazione in continua evoluzione”. Ora la speranza è di reclutare più donatori possibili in modo di poter avere maggiori possibilità di successo con la terapia. “Teoricamente tutte le persone guarite potrebbero essere potenziali donatori come per altri protocolli, potrebbero essere coinvolti tutti i guariti, ma ci sono requisiti obbligatori- spiega Ostuni-  In realtà nella fase di screening possono entrare tutti anche coloro pauci sintomatici. E’ importante dire che per i donatori non ci sono rischi. I pazienti sui quali poi somministrare gli anticorpi saranno selezionati dai  colleghi delle unità cliniche. Oggi non so dire quali saranno i risultati e quanto tempo ci vorrà per averli. Sono abituato a lavorare gradualmente , ora siamo concentrati sulla selezione dei donatori”.   Inoltre per l’applicazione terapeutica, prevista in pazienti con malattia di grado moderato e severo, si farà riferimento ai reparti clinici di Rianimazione e Pneumologia.
“Firmiamo una convenzione tra Azienda ospedaliero-universitaria Policlinico di Bari e Azienda ospedaliera Università di Padova che è molto più di un atto amministrativo, è un’alleanza per la ricerca e rappresenta una scommessa per il futuro -ha detto il direttore generale del Policlinico di Bari, Giovanni Migliore- la collaborazione tra aziende ospedaliere e sistemi sanitari che permette sperimentazione e innovazione e mette a confronto le eccellenze scientifiche costituisce il più efficace patto per la salute che possiamo stipulare con i cittadini”.
Lucia Pezzuto per Il7 magazine

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