CELLINO SAN MARCO- Un Comune in odor di mafia. Un’escalation di attentati nei confronti del sindaco, della sua giunta sino alla brutale aggressione al coordinatore cittadino del Pdl. Da una parte la commissione d’inchiesta antimafia che da tre mesi spulcia le carte negli uffici dell’amministrazione comunale, ascolta assessori e consiglieri. E potrebbe decidere di sciogliere il consiglio comunale per infiltrazioni della criminalità. D’altra, il primo cittadino e i suoi uomini che chiedono un maggior intervento dello Stato, in un comune dove dicono di sentirsi soli. “Dove manca lo Stato”.
Questa mattina alle 11 il sindaco Francesco Cascione, i componenti dell’esecutivo e della sua maggioranza incontra il prefetto Nicola Prete.
Intanto nelle indagini spunta un affidamento per il verde pubblico che la commissione d’inchiesta starebbe approfondendo, un affidamento dato a qualcuno che avrebbe fatto arrabbiare una controparte.
Il 12 ottobre la commissione terminerà i primi tre mesi d’indagini, potrebbe chiedere una proroga, oppure stilare le sue conclusioni.
Intanto in merito agli attentati, il primo cittadino avrebbe le idee chiare e accusa un’incapacità investigativa.
Ma che aria si respira a Cellino San Marco?
Ascoltate questo servizio a cura di Lucia Portolano e Dario Franciosa
Eccellente servizio giornalistico. Le immagini, alternate alle interviste di Lucia Portolano, danno una idea della attuale realtà sociale e politica di Cellino San Marco. Nelle parole e negli sguardi dei suoi abitanti si manifestano chiaramente paura, reticenza, omertà. L’impegno di un piccolo giornale può, a volte, far comprendere e sensibilizzare l’opinione pubblica più degli organi statali ai quali spetterebbe il controllo, l’identificazione e la repressione di comportamenti e fenomeni delittuosi. Vien da sorridere quando Brindisi e la sua provincia sono presentati da personaggi alla ricerca di facile popolarità come territori in continuo progresso, da candidare addirittura a prestigiosi riconoscimenti internazionali. Sono gli stessi che pongono in primo piano ed alimentano polemiche per problemi che importanti non sono, o lo sono meno di altri: lavoro, sicurezza sociale, salute, cultura. E’ pur vero che questi non si risolvono facilmente, né possono essere addebitati all’inerzia di singoli amministratori. Ma bastano singoli amministratori per denunciare lo sfascio, formulare proposte, rischiare la propria poltrona pur di innescare il cambiamento.