OSTUNI- Corteggiatore violento, picchia a sangue donna ed il suo fidanzato, arrestato 32enne.
Un incubo per una giovane donna di origini straniere che all’ennesima aggressione ha denunciato il suo stalker facendolo arrestare.
Si tratta di Marco Calò, già conosciuto alle forze dell’ordine.
L’ordinanza di applicazione delle misura cautelare degli arresti domiciliari è stata emessa dal gip Tea Verderosa su richiesta del pm presso la Procura della Repubblica di Brindisi, Pierpaolo Montinaro , ed eseguita dagli uomini del commissariato di Ostuni, guidati dal vice questore aggiunto Gianni Albano.
Calò , sul cui capo pendono le accuse di stalking, minacce e lesioni personali aggravate, violenza privata e detenzione ai fini di spaccio di sostanze stupefacenti, dopo le formalità di rito, è stato condotto dai poliziotti ostunesi presso la sua abitazione, ove dovrà rimanere a disposizione della competente autorità giudiziaria.
Le indagini sono partite ad aprile scorso quando una donna di origini straniere, da diversi anni residente in Ostuni, si presentava presso gli uffici del Commissariato per raccontare, in sede di denuncia, il suo incubo, vissuto da diverso tempo a causa di un uomo del posto.
La vittima riferiva di averlo conosciuto nel corso dell’estate del 2015 attraverso delle amicizie e delle frequentazioni in comune e, sin da subito, aveva iniziato a corteggiarla con insistenza, manifestandole il suo forte e deciso interesse.
Allontanatasi da Ostuni per ragioni familiari, una volta rientrata nel mese di marzo del 2016, veniva puntualmente avvicinata dall’individuo che, ne aveva atteso il ritorno, non avendola mai dimenticata del tutto.
Nonostante il fermo e deciso rifiuto da parte della donna, l’uomo arrestato, non desisteva dalle sue intenzioni, appostandosi sotto la sua abitazione, pedinandola lungo i tragitti da lei effettuati nel corso della giornata e piombando improvvisamente nei pressi o addirittura proprio sui luoghi da lei frequentati, facendo in modo che la sua fosse una presenza asfissiante ed ingombrante.
Le condotte persecutorie non erano cessate neppure quando la donna aveva iniziato una relazione sentimentale con un altro uomo, anzi, proprio questa circostanza ha costituito l’inizio di un ulteriore inasprimento delle azioni dell’aguzzino.
Infatti, da quell’istante in poi, lo stalker aveva intensificato i suoi contegni opprimenti, non mancando ogni sera, fisso di fronte all’uscio dell’abitazione della signora, di farle percepire la sua presenza, chiedendo innumerevoli volte di poter entrare all’interno, suonando insistentemente al campanello, in particolar modo quando nell’appartamento era presente il compagno della donna.
Quest’ultimo, addirittura, lasciata la casa dopo cena per far rientro nella sua abitazione, era stato letteralmente tempestato di calci e pugni e dopo averlo inseguito e fatto cadere rovinosamente a terra, colpendolo con un oggetto contundente alla testa, procurandogli una grossa ferita lacero-contusa al cuoio capelluto.
Tutto questo perché aveva osato avvicinarsi alla donna che, a dire dello stalker, era e doveva essere solo sua e di nessun’altro, minacciando di “levarlo dalla faccia della terra” se solo avesse provato ad avvicinarla anche una sola altra volta e stessa sorte avrebbero avuto tutti quelli, nessuno escluso, che si fossero spinti anche fin solo a parlare con la vittima.
La vittima, atterrita per l’incubo vissuto e terrorizzata dalla possibilità di vedersi piombare dinanzi da un momento all’altro l’uomo, non andava più a dormire senza aver messo le serrature di sicurezza a porte e finestre, temendo fortemente che lo stesso potesse introdursi all’interno da un momento all’altro, come, effettivamente poi ha fatto.
Un giorno Calò si era arrampicato sin su al balcone e con un violento calcio, aveva mandato in frantumi il vetro, entrando nell’abitazione, iniziando a toccare, abbracciare e tentare di baciare la malcapitata che cercava di respingerlo con tutte le sue forze sinché l’uomo non si era visto costretto ad allontanarsi per il sopraggiungere di una volante del Commissariato, contattata dal vicinato per le grida di disperazione udite.
Una volta allontanatosi, però, aveva continuato a tempestarla di telefonate e messaggi minatori con cui “prometteva” i più cruenti mali all’indirizzo della donna e del suo attuale compagno cui avrebbe continuato ad impedire di vivere serenamente, cercando in tutti i modi di fare il vuoto attorno a loro, facendoli perdere anche il lavoro, mettendo volutamente i due in cattiva luce coi proprietari di un locale ove la donna svolgeva le proprie mansioni di cameriera.
Difatti a seguito delle innumerevoli scenate ed “improvvisate” fatte Calò sul luogo di lavoro, la donna era stata licenziata mentre il suo compagno, già violentemente aggredito, veniva minacciato ogni volta che i due si incontravano, ed in un’occasione Calò gli aveva brandito anche contro un coltello, e questo, solo ed esclusivamente per indurre il fidanzato ad interrompere la relazione sentimentale con la perseguitata.
Ormai esausta di tutto quanto subito, delle violenze fisiche e psicologiche patite, la donna aveva accettato di incontrare il suo aguzzino che, con scusanti di circostanza e di facciata, le aveva promesso che dopo quell’incontro, l’avrebbe lasciata in pace, facendole vivere nuovamente la sua vita.
Un errore fatale, quello della donna che, una volta in compagnia dell’uomo, era rimasta vittima della furia dell’uomo che l’aveva presa a schiaffi , pugni sino ad afferrarla per i capelli, strappandole una ciocca.
Solo l’intervento di alcuni passanti e le sirene in lontananza della volante della polizia allertata per il violento pestaggio in strada inducevano il malfattore a darsi a precipitosa fuga, rendendosi momentaneamente irrintracciabile.
Le indagini condotte dagli uomini del commissariato e la descrizione fornita dalla vittima hanno poi reso possibile l’arresto.
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