BRUXELLES- Haralambides può essere presidente dell’Autorità Portuale di Brindisi. La Corte di giustizia dell’Unione Europea capovolge la sentenza del Tar di Lecce del 2012, con cui i giudici avevano annullato la nomina del greco Iraklis Haralambides a presidente dell’Autorità portuale di Brindisi, su ricorso dell’imprenditore Calogero Casilli.
“Il Trattato sul funzionamento dell’Ue non consente a uno Stato membro di riservare ai propri cittadini l’esercizio delle funzioni di presidente di un’autorità portuale”.
Haralambides era stato nominato presidente dell’autorità portuale di Brindisi nel 2011 ma la sua nomina era stata subito messa in discussione perché non aveva cittadinanza italiana. Casilli si era rivolto al Tar di Lecce che aveva annullato così la nomina sostenendo “la cittadinanza italiana un requisito indispensabile per accedere all’incarico”.
Il professore greco a sua volta fece ricorso al Consiglio di Stato, che si è rivolto alla Corte di Lussemburgo per l’interpretazione del diritto dell’Unione. Nella sua sentenza, la Corte evidenzia «come il presidente di un’autorità portuale dev’essere considerato un ‘lavoratore» e come «il diritto dell’Unione sancisce il principio della libera circolazione dei lavoratori all’interno dell’Unione europea e l’abolizione di qualsiasi discriminazione».
È vero che tale principio prevede delle eccezioni per gli impieghi nella pubblica amministrazione, ma «la deroga non trova applicazione a impieghi che, pur dipendendo dallo Stato o da altri enti pubblici, non implicano tuttavia alcuna partecipazione a compiti spettanti alla pubblica amministrazione propriamente detta», tra questi, l’incarico di presidente di un’autorità portuale.
BrindisiOggi
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