BRINDISI – (da il7 Magazine) Un altro mese di tempo per cercare di mettere in ordine i conti del Comune di Brindisi. La Conferenza Stato – Città ha accolto la proposta dell’Anci (associazione nazionale comuni italiani) di far slittare al 31 ottobre l’approvazione del bilancio degli enti locali. L’amministrazione comunale a guida Rossi deve approvare il bilancio preventivo, che riguarda il triennio 2020-2021 e 2022, entro fine mese. Quello del 2020 di previsionale non ha ormai più nulla, essendo completamente trascorso. Si tratta piuttosto di una fotografia dello stato attuale, dove ancora mancano l’appello 3milioni di euro per coprire con entrare e tagli le uscite. Sulle entrate non si può più fare alcun affidamento, essendo ormai riscosse, bisognerà invece intervenire sui tagli. Al momento sembrano essere stati trovati circa 700mila euro tagliando un po’ di qua e un po’ di là, ma in 15 giorni sarà necessario reperire altri 2milioni 300mila euro. Una corsa contro il tempo.
La maggioranza è comunque fiduciosa almeno nella copertura del bilancio preventivo 2020, le difficoltà appaiono invece nel previsionale del 2021 dove sarà necessario procedere ad una manovra finanziaria più rigida e con maggiori tagli alla spesa e ai servizi, in particolar modo a quelli sociali. A questi si aggiunge la Multiservizi, società a totale capitale pubblico.
Se entro il 31 ottobre il Comune non dovesse approvare il bilancio potrebbe arrivare, già dai primi giorni di novembre, la diffida del Prefetto. Un incarico che ad oggi è ancora scoperto. Alla guida della Prefettura di Brindisi c’è infatti la vice prefetta Pasqua Erminia Cicoria. Si attende la nomina a breve.
Dopo l’approvazione del bilancio il sindaco Riccardo Rossi nominerà la nuova giunta. L’amministrazione di centrosinistra è al giro di boa della sua legislatura, e dopo il deludente risultato cittadino nelle elezioni regionali (Brindisi è stato l’unico capoluogo dove Emiliano e i suoi hanno perso), ha bisogno di un’azione di rilancio con la riconquista del suo elettorato. Una parte del Partito democratico chiede il completo azzeramento dell’esecutivo con un cambio totale di rotta. Da qualche settimana ci sono delle manovre in corso. È di qualche giorno fa un incontro tra gli esponenti di Leu – Articolo Uno e il segretario provinciale del Partito democratico Francesco Rogoli. La forza politica di sinistra non ha più un rappresentante in consiglio comunale. In atto prove di unione dopo la passata scissione.
Di Leu fa parte l’attuale assessore al Bilancio Cristiano D’Errico, che è orfano di rappresentanza in consiglio. Questa avvicinamento della sua forza politica al Pd potrebbe anche essere interpretata come una richiesta per blindare una rappresentanza nel futuro esecutivo. Con D’Errico in Leu c’è anche Carmelo Grassi, candidato come indipendente nella lista del Partito democratico nelle ultime elezioni regionali. Grassi non ce l’ha fatta a conquistare uno scranno a Bari, anche se qualcuno rivendica per lui un posto nella giunta di Emiliano. “Abbiamo valori fondanti e ideali identici – scrivono 20 esponenti di Artico Uno e Leu, riferendosi all’incomntro con il Pd – ma non si riesce a creare sintesi politica a causa di individualismi e particolarismi divisivi. Nel reciproco rispetto in nome di ciò che unisce ed in ciò in cui si riconosce a sinistra si può trovare un impegno comune che aiuti a superare le divisioni”.
La forza di sinistra fa riferimento ad alcuni temi sui quale basare un confronto pubblico condiviso. In realtà si tratta delle stesse tematiche inserite nel documento programmatico firmato dalla coalizione che ha sostenuto la candidatura del sindaco Rossi. Ma forse strada facendo l’accordo sarebbe venuto meno, ed ora si intende nuovamente siglarlo almeno con il Pd. “La politica industriale, l’ambiente, la sanità e la sua dimensione territoriale – affermano gli esponenti di sinistra – il territorio, il paesaggio, l’agricoltura, il turismo, così come le infrastrutture e la mobilità (porto, aeroporto, strumenti e società del trasporto pubblico) richiedono soprattutto a Brindisi coraggio e rigore rifuggendo sia da superficialità, da comportamenti privi di autonomia e che in quanto tali predisposti più a intermediare interessi che a mediare bisogni. Così come non aiutano quei fondamentalismi paralizzanti che qua e là tendono a prevalere come effetto di una incapacità a misurarsi con una realtà che richiede idee e proposte per un futuro credibile e realizzabile”.
Intanto apre alla maggioranza di centrosinistra il Movimento 5Stelle, che parla di collaborazione e di un’opposizione positiva e collaborativa. Ma nello stesso tempo precisa che questo atteggiamento riguarderà solo la predisposizione di progetti che potranno essere finanziati con i fondi europei o con il Cis (contratto istituzionale di servizio), progetti che al momento sono davvero pochi e in fase embrionale, tanto che rischiano di non essere finanziati. “Non saremo la stampella di questa amministrazione – afferma Gianluca Serra, consigliere comunale 5Stelle – la nostra collaborazione è limitata alla elaborazione di progetti ma non ad altro. C’è la nostra disponibilità affinchè Brindisi non perda fondi statali ed europeo, essenziali in questa fase storica. Ma restiamo coerenti con il mandato che gli elettori ci hanno dato e quindi faremo la nostra opposizione”. Insomma Serra sgombra il capo da possibili voci di un accordo tra maggioranza e 5Stelle con un posto nell’esecutivo. Accordo, che visto la situazione nazionale e la linea di Luigi. Maio, non scandalizzerebbe molto, ma a livello locale potrebbe scontentare gran parte dell’elettorale dei 5Stelle. Quindi Serra e i suoi restano al loro posto. “Valuteremmo la possibilità di entrare a far parte dell’esecutivo solo qualora ci fosse una giunta di salute pubblica – spiega ancora Serra – in cui tutte le forse politiche entrerebbero a far parte del governo cittadino. In altri casi restiamo coerenti con la nostra posizione”.
Da qualche mese la maggioranza ha perso qualche pezzo, tre consiglieri sono ormai lontani dalla linea politica amministrativa: Antonio Elefante del Pd, Giuseppe Massaro ex Leu, oggi vicino al consigliere democratico Amati, e Marco Vadacca ex Bbc. A Rossi e compagni serve qualche numero in più, perché basterebbe un’influenza stagionale per creare imbarazzi in consiglio.
Lucia Portolano
stipendi dimezzati e ristrettezze per tutti
tagli al superfluo e concentrare tutte le spese per il bene della città e non del politico di turno
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