BRINDISI- Cooperativa Eridano, il presidente Parisi chiede al direttore generale della Asl delucidazioni sui pagamenti per i servizi resi durante i mesi di lockdown. Pubblichiamo di seguito la missiva.
“In queste calde settimane agostane ciascuno vive con apprensione le notizie circa la possibilità di nuove ondate di contagio da Coronavirus con il relativo rischio di un nuovo prolungato fermo alle attività produttive e di assistenza sociale come già avvenuto nella scorsa primavera.
La preoccupazione, soprattutto chi vive in prima persona la responsabilità di un’opera o di un’impresa, non è solo per ciò potrebbe avvenire nei prossimi mesi ma ancor più per ciò che è avvenuto nei mesi passati con gli effetti del primo lockdown con cui ogni impresa, commerciale o sociale che sia, sta ancora facendo i conti.
Fra questi c’è la nostra realtà, la Cooperativa Eridano, che in città ed in provincia coordina alcune strutture socio-educative e riabilitative. Vivendo la complessità degli scorsi mesi come tutti gli operatori economici di ogni settore ed ambito, Eridano ha seguito i vari decreti ministeriali e le relative disposizioni e fra queste, per quanto di nostro interesse, il decreto legge n. 18/2020 conosciuto come “Cura Italia”. Affrontando il tema dei servizi sociosanitari e socioassistenziali all’art. 48 il Cura Italia prevede che:
«(…) 2. Durante la sospensione dei (…) servizi sociosanitari e socioassistenziali (…) le pubbliche amministrazioni sono autorizzate al p pagamento dei gestori privati dei suddetti servizi per il periodo della sospensione, sulla base di quanto iscritto nel bilancio preventivo. Le prestazioni convertite in altra forma, previo accordo tra le parti secondo le modalità indicate al comma 1 del presente articolo, saranno retribuite ai gestori con quota parte dell’importo dovuto per l’erogazione del servizio secondo le modalità attuate precedentemente alla sospensione e subordinatamente alla verifica dell’effettivo svolgimento dei servizi. Sarà inoltre corrisposta un’ulteriore quota che, sommata alla precedente, darà luogo, in favore dei soggetti cui è affidato il servizio, ad una corresponsione complessiva di entità pari all’importo già previsto, al netto delle eventuali minori entrate connesse alla diversa modalità di effettuazione del servizio stesso. La seconda quota sarà corrisposta previa verifica dell’effettivo mantenimento, ad esclusiva cura degli affidatari di tali attività, delle strutture attualmente interdette, tramite il personale a ciò preposto, fermo restando che le stesse dovranno risultare immediatamente disponibili e in regola con tutte le disposizioni vigenti, con particolare riferimento a quelle emanate ai fini del contenimento del contagio da Covid-19, all’atto della ripresa della normale attività.
- I pagamenti di cui al comma 2 comportano la cessazione dei trattamenti del fondo di integrazione salariale e di cassa integrazione in deroga laddove riconosciuti per la sospensione dei servizi educativi per l’infanzia di cui all’articolo 2 del decreto legislativo 13 aprile 2017, n. 65, e dei servizi degli educatori nella scuola primaria, o di servizi sociosanitari e socioassistenziali resi in convenzione, nell’ambito dei provvedimenti adottati ai sensi delle disposizioni richiamate al comma 1 del presente articolo e con ordinanze regionali o altri provvedimenti che dispongano la sospensione dei centri diurni per anziani e persone con disabilità».
Eridano ha seguito alla lettera il Decreto e le sue disposizioni condividendo con ASL e Comune il piano di rimodulazione delle proprie attività. Lo stesso Piano è stato approvato dall’U.O.C. Servizi socio-sanitari. Inoltre, diversamente da altri soggetti del territorio, Eridano non ha avuto accesso al FIS né ad alcun’altra forma di ammortizzatori sociali per i propri lavoratori, affrontando con risorse e responsabilità proprie i difficili mesi emergenziali.
Ad oggi (24 agosto) Eridano non ha ancora ricevuto alcun pagamento relativo ai mesi di lockdown.
La sensazione è che i ritardi siano dovuti alla volontà della Pubblica Amministrazione, per mera convenienza politica, a voler trovare una formula che consenta di dare un contributo fisso a tutte le strutture, equiparando chi ha mantenuto in carico i lavoratori ed operativo il servizio con chi invece ha chiuso battenti e messo tutti in cassa integrazione!
Se confermato si tratterebbe di un provvedimento grave ed ingiusto sia formalmente che sostanzialmente. Formalmente in quanto un provvedimento del genere sarebbe in aperto contrasto con il Decreto ministeriale a cui si è accennato. Sostanzialmente: in quanto si metterebbe sullo stesso piano realtà che hanno ricorso ad ogni forma di aiuto statale, e quindi di risorse pubbliche quale il Fondo di Integrazione Salariale (FIS), e realtà come Eridano che hanno affrontato i difficili mesi di emergenza con responsabilità proprie, rispettando quanto previsto dai Decreti governativi, senza gravare su risorse pubbliche. Tra l’altro l’accesso al Fondo di Integrazione Salariale (FIS) ed i contributi sopra accennati sarebbero misure incompatibili fra loro e compito di un Amministratore pubblico sarebbe quello di chiarirlo in modo inequivocabile ai tanti soggetti che giornalmente li «pressano» per avere riconoscimenti e contributi incompatibili per quanti non hanno rispettato quanto indicato dalla Legge.
Questo scenario lascia sconcerti: per queste ragioni in questi giorni abbiamo scritto ai rappresentanti del Comune/Ambito Territoriale di Brindisi ed alla ASL di Brindisi per scongiurare che si verifichi tale ipotesi che oltre ad essere ingiusta, per Eridano e per quanti hanno mantenuto la barra «dritta» in un momento di forte confusione, risulterebbe beffarda nei confronti di chi ha affrontato il difficile periodo degli scorsi mesi seguendo quanto disposto dalle Autorità e cristallizzato in Leggi dello Stato e che oggi altro non chiede se non che venga riconosciuto quanto previsto dalla Legge in materia.
Abbiamo voluto esporci direttamente in questa vicenda, sebbene siamo certi che non riguardi esclusivamente la nostra Cooperativa, perché crediamo che siano molti coloro che stanno vivendo queste settimane del Sol Leone a lavoro, impegnati a fare i conti con gli effetti di quanto avvenuto negli scorsi mesi e con quanto potrebbe avvenire nei prossimi. Per noi, e siamo tanti anche in questa nostra Terra di Brindisi, non ci può essere la serenità di chi si concede una o più settimane di stacco dalla quotidianità con la certezza di rientrare allo stesso impiego ed alle stesse condizioni di sempre e non di rado accade che, per intere settimane, aspettiamo provvedimenti e comunicazioni per noi vitali da chi si gode il meritato riposo estivo.
Per fare un altro esempio: oltre alla questione dei pagamenti per i servizi erogati nei mesi precedenti, fra le questioni urgenti e ferme a causa ferie ci sono i fondi previsti dal Decreto-Legge 19 maggio 2020, n.34 (“D.L. Rilancio”) che ha istituito per la prima volta il “Fondo di sostegno per le strutture semiresidenziali per persone con disabilità” per un totale di 40 milioni di euro. Il Fondo è riservato per l’acquisto di dispositivi di protezione individuale o nuove modalità organizzative per la prevenzione del rischio di contagio all’interno di strutture per persone con disabilità. «Le modalità di attribuzione – si legge nel Decreto – saranno disciplinate da un apposito Decreto del Presidente del Consiglio dei Ministri».
Ci chiediamo quando e come saranno erogate in Puglia e nella nostra Brindisi? Lo sapremo a vaccino scoperto?
Confidiamo che, ritemprati dalle fatiche, si possa dare il giusto valore a chi ha rispettato la Legge e non si è mai fermato per garantire servizi essenziali, come il nostro, a categorie sociali che ne hanno estremo bisogno. In piena estate, in inverno ed in lockdown. La disabilità non va in vacanza”.
Francesco Parisi
Presidente Coop. Sociale Eridano
il presunto provvedimento lesivo è poi impugnabile davanti al Tar?