Contro la chiusura del centro di Neurologia Pediatrica consegnate 5911 firme

  BRINDISI-  5911 firme raccolte ed inviate al presidente del consiglio regionale pugliese Introna per dire no alla chiusura del centro di Neurologia pediatrica  nell’ex ospedale Di Summa.

La battaglia di alcuni genitori e del responsabile del centro la pediatra Marisa Elia contro la volontà del direttore generale della Asl di Brindisi  Paola Ciannamea di sopprimere l’ambulatorio si è moltiplicata, e in un mese ha coinvolto migliaia di cittadini compreso medici  e personale ospedaliero di tutte le province pugliesi.

Il centro specialistico per patologie neurologiche infantili del capoluogo messapico è diventato punto di riferimento anche per Lecce e Taranto. Ha un costo bassissimo, al momento l’ambulatorio ha solo un medico e non ha neanche un infermiere. Qui si svolgono esami importanti per i bambini anche mentre dormono.

Ma la direzione della Asl ha deciso di rinserire la specialista, Marisa Elia, nei turni dell’ospedale, e di chiudere così l’ambulatorio. Questa struttura- spiega la specialista– serve a decongestionare gli ospedali, ad evitare i ricoveri ai bambini e a fornire cure e analisi immediate. Le epilessie devono essere curate ambulatorialmente senza limiti di tempo. Chiudere questa ambulatorio significa cancellare tutto quello che è stato fatto in questi anni”

Giovedì scorso  due  componenti del comitato spontaneo, nato contro la chiusura, si sono presentati a Bari, in via Capruzzi, presso l’ufficio  del presidente del consiglio della Regione Puglia, ed hanno depositato la petizione accompagnata da  5911 firme.

Il plico è stato prima protocollato e poi consegnato nelle mani del segretario del presidente dell’assise pugliese Onofrio Introna. “Siamo soddisfatti del risultato raggiunto- afferma Fabio Massafra, del comitato spontaneo- frutto della partecipazione di singoli, gruppi, associazioni spontanee di cittadini, associazioni costituite, medici, pediatri, personale ospedaliero e soprattutto persone comuni, lavoratori, padri, nonni e mamme di famiglia.  La grande partecipazione a questa iniziativa popolare ed il notevole risultato conseguito connotano fortemente questa petizione attribuendole certezza di espressione democratica e libera, nel contempo, costituiscono un’inderogabile presa d’atto circa l’esistenza di una obiezione collettiva di coscienza”.

Lu.Po.

 

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