Contestazione a Diawara: multa per Happy Casa Brindisi. La società prende le distanze

BRINDISI – È arrivato un’altra volta il pesante verdetto del giudice sportivo in seguito alla contestazione che il pubblico del PalaPentassuglia ha rivolto nei confronti del suo ex giocatore Yakhouba Diawara, in forza alla Flexx Pistoia. La società di Contrada Masseriola sarà costretta a pagare altri 2400 euro a distanza di neanche un mese dalla maxi multa giunta dopo la gara persa in extremis contro Cantù: non sono passati inosservati, infatti, cartelli e striscioni ingiuriosi verso il francese, reo di aver “offeso” nella passata stagione i supporters biancoazzurri quando vestiva la maglia di Caserta.
“Who is Kooba’s father?” (Chi è il papà di Kooba?) era stato il messaggio che ha accolto l’ingresso di Pistoia sul parquet: a circondare lo striscione, poi, tanti cartelli con scritto “me”, io, che i tifosi avevano esposto rivendicando ironicamente la paternità di Diawara.
Nonostante la contestazione sia stata solo all’insegna dell’ironia e dello sfottò (con sonori fischi lanciati ogni volta che lo stesso Diawara entrava in contatto col pallone), il giudice sportivo ha nuovamente usato il pugno di ferro contro la Happy Casa Brindisi, obbligata a prendere le distanze da “qualsiasi atto non consono a valori etici, morali e sportivi”, come riporta la nota della società.
Per questo motivo, infatti, partiranno delle operazioni attue a individuare chi, con gesti antisportivi, ha messo a repentaglio la sana passione di un’intera tifoseria.
Insomma, nonostante la vittoria conquistata sul campo, Brindisi non può ritenersi soddisfatta al 100% per via dell’ennesima multa di questa stagione.
Antonio Solazzo

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