CAROVIGNO- Scempio a Torre Guaceto, non si tratta di una discarica abusiva ma di ruderi vecchi di almeno 15 anni.
Ad affermarlo è lo stesso consorzio della riserva naturale che fa anche alcune precisazioni.
“In località Punta Penna Grossa sul fronte opposto rispetto alle due strutture attualmente attive ed in uso al Consorzio di Gestione di Torre Guaceto, già negli anni ‘40 erano presenti due edifici utilizzati dal clero, come si evince dall’immagine del 1943 (All.1) e tali strutture sono state abbattute o crollate, prima del 1994 (All. 2)- spiega- I ruderi edilizi sono rimasti in loco parzialmente ricoperti di sabbia e vegetazione, come si evince anche dalle foto allegate al comunicato della Capitaneria di Porto”.
Pare inoltre che nel periodo in cui si è registrato il crollo delle strutture, il Consorzio di Gestione di Torre Guaceto non ancora era ancora costituito e che la gestione dell’area marina protetta era in seno alla Capitaneria di Porto di Brindisi.
Tuttavia anche nel momento in cui la gestione è passata al Consorzio, pur verificando la sussistenza della problematica, non ha potuto operare alcun intervento in loco in quanto la competenza relativa al demanio marittimo risiede nelle Istituzioni nazionali quali Ministero delle Infrastrutture e dei Trasporti e Relativi Uffici Regionali.
“Nell’anno 2012 il Consorzio di Gestione ha sollecitato il Comune di Carovigno (All 3) ad intervenire tempestivamente per porre una soluzione alla problematica. Infatti, l’ente comunale il 27/06/2012 ha emesso ordinanza numero 39 (All 4) che vieta la sosta in corrispondenza di tale area- dice il Consorzio- Estratto da tale ordinanza: “aree retrostanti l’arenile distante circa 100 mt ad ovest degli edifici presenti sul molo di Pennagrossa, interessato dalla presenza di materiale inerte segnalato dal Consorzio di Torre Guaceto”.
“Data la penuria di fondi comunali da poter destinare all’opera, nel 2014 il Consorzio gestore ha individuato una serie di attività prioritarie tra le quali: “Interventi finalizzati alla conservazione di un buono stato ecologico degli habitat prioritari e comunitari della Riserva di Torre Guaceto”- sottolinea- Questo ente nel 2015 ha affidato incarico ad un architetto per l’elaborazione di progetto preliminare con l’oggetto su citato. Nell’incarico vengono forniti linee di indirizzo tra le quali: eliminazione materiale di risulta derivante da demolizione di fabbricato antecedente il 2000 e ripristino della naturalità dell’area. Da questo momento in poi l’ente gestore di Torre Guaceto è rimasto in attesa di reperire i fondi necessari per la realizzazione degli interventi”.
“Il Consorzio mostra, quindi, stupore rispetto alla dichiarazione erroneamente attribuita al presidente Vincenzo Epifani nel comunicato stampa diffuso dalla Capitaneria di Porto- conclude- poiché la volontà di risolvere la problematica non nasce dal sequestro effettuato dalla stessa Capitaneria, a distanza di circa 15 anni dall’emersione della stessa, ma dalla volontà di risoluzione dell’annosa questione”.
BrindisiOggi
La solita sporca storiaccia italiana “made in Sud”. La solita storiaccia italiana infarcita di burocrazia bizantino-piemontese, di enti locali, strutture pubbliche, decreti, delibere, grida manzoniane, rimpalli, raccomandate a.r., burocrati inutili e parassiti. Ed addirittura un architetto per fare un piano ( forse ad alto livello strategico-urbanistico) per rimuovere detriti di costruzione crollata: cosa che una ruspa ed un camion fanno in poco più di un paio di giorni. Allucinazione? Visioni da incubo? NOOOOO. Si sta costruendo piano pianino l’occasione per fare un bel appaltuccio, o meglio, una assegnazione a trattativa privata dove, guarda caso, succede sempre la stessa storia…e mi fermo qui….
Non avete soldi…..perché quelli che avevate li avete spesi male…..avete modificato lo stato delle cose abbattendo le mura frangiflutto che protegevvano le vecchie case dei pescatori….realizzando invece quell’obrobrio di massi di contenimento…..gettati a casaccio….e che ora scivolano sulla spiaggia e in mare…..vergognatevi.