BRINDISI – Il consiglio comunale di Brindisi ha impiegato più di quattro ore per non approvare un ordine del giorno sul Petrolchimico. O meglio, sui problemi ambientali che deriverebbero dalle continue sfiammate dell’impianto industriale. Questa sera solo dopo le 21 il documento presentato dal consigliere di opposizione Riccardo Rossi, pur emendato secondo alcuni suggerimenti del centrodestra, ha ottenuto solo quattro voti favorevoli e diciassette contrari. Una decisione maturata proprio nelle ore precedenti, attraverso una lunghissima discussione dell’assise che sui temi ambientali ancora non riesce a presentarsi in forma compatta. E in alcuni momenti aizza persino il pubblico. Unico risultato ottenuto è la decisione di convocare un consiglio comunale monotematico sull’argomento. “Questo è un tema molto sentito che dobbiamo affrontare senza demandare tutto alla magistratura – ha esordito Rossi presentando il suo ordine del giorno -. Se la politica ha un senso ed una funzione deve assumersi le responsabilità e dimostrarlo.
A Brindisi il problema delle torce del Petrolchimico è diventata un’emergenza; dovrebbero accendersi sporadicamente ed invece rappresentano una consuetudine”. Poi Rossi, grafici alla mano, ha mostrato la frequenza con cui sfiammano le cinque torce della Polimeri Europa: nel 2014 sono 102; nel 2013 tra gennaio e aprile sono 52. Quasi trecento dal 2011 al 2014, dunque in tre anni. “Mi chiedo come vengano condotti questi impianti – ha ribadito il consigliere di Brindisi Bene Comune -. Chiedo la nomina di una commissione tecnica che possa valutare gli impianti e i possibili problemi che potrebbero avere. Anche alla magistratura porremo queste domande. Ci si focalizza sui limiti di legge durante quelle sfiammate ma l’Arpa è in grado di dirci cosa accade nell’aria durante quelle sfiammate. A Brindisi abbiamo solo un rilevatore Ipa nell’area Sisri; mancano centraline di rilevamento degli inquinanti in tutti i quartieri per capire l’impatto di queste sfiammate. Per alcune sostanze all’Ilva di Taranto i valori arrivano a 30 nanogrammi, a Brindisi si superano anche i 38”. A supporto Rossi ha presentato i dati di diversi studi scientifici condotti sulla provincia di Brindisi. Al suo intervento, dai banchi della maggioranza, ha risposto il consigliere Massimo Pagliara, dipendente del Petrolchimico. “A Brindisi ci sono solo strumentalizzazioni e intolleranza su questo argomento. Va bene fare utili ulteriori controlli ma restando nella sfera delle nostre competenze. Abbiamo il dovere di avere lo sguardo sull’economia del territorio”. Inevitabilmente le sue parole hanno provocato reazioni da parte del pubblico. Molti ambientalisti erano presenti alla seduta del consiglio e non hanno gradito il suo intervento al punto che il dibattito è stato sospeso per riportare la calma. Rossi, in sostanza, nel suo documento chiedeva che fosse istituti una commissione di esperti per valutare scientificamente l’incidenza delle continue sfiammate delle torce, ma chiedeva anche un impegno al sindaco per ottenere una maggior numero di centraline (una in ogni quartiere) e rideterminare le condizioni per la concessione dell’Aia (Autorizzazione integrata ambientale); infine chiedeva al primo cittadino di firmare, in casi di estrema emergenza, un’ordinanza per la chiusura dell’impianto. “Questo tema non puó essere liquidato in pochi minuti – ha spiegato il sindaco Mimmo Consales all’aula – e non puó essere oggetto di trattativa tra maggioranza e opposizione. Siamo consapevoli della gravità del tema e lo stiamo affrontando anche rischiando linciaggi come accaduto sulla vertenza Edipower. Bisogna ragionare con giudizio senza farlo per strappare applausi. Non abbiamo bisogno di creare clamore ma dobbiamo ottenere risultati. È un diritto di Brindisi avere la Regione dalla nostra parte. Negli accordi con Versalis abbiamo già chiesto ed ottenuto che le centraline vengano gestite da Arpa”. Poi il primo cittadino ha spiegato che un’ordinanza non avrebbe alcun valore se non giustificata dallo sforamento dei limiti di legge per l’emissioni degli inquinanti. Inutile, insomma, rischiare di dover persino pagare i danni a Versalis in caso di bocciatura da parte del Tar. “Andiamo oltre un semplice ordine del giorno – ha chiesto Consales -. Come atto di responsabilità rispetto ai tanti impegni presi e approfondiamo i dati sulle torce. Chiediamo all’azienda dettagli sui 50 milioni di euro per il compressore appena acquistato e che non riesce ad entrare a regime. Serve un monotematico: concordiamo la presenza della Regione, e non solo di Michele Emiliano, e creiamo le condizioni per far investire denaro pubblico sul potenziamento dell’Arpa. Il primo impegno sarà la richiesta di un nuovo sistema di monitoraggio. Poi chiederemo la riapertura dell’Aia. Il Piano di rischio di incidente ambientale sarà realizzato utilizzando le risorse dell’indagine epidemiologica”. Impegni presi dal sindaco nonostante la bocciatura dell’ordine del giorno che la maggioranza di centrosinistra ha chiesto a Rossi di ritirare e riscrivere di comune accordo. Senza risultato però. Da un lato Rossi ha portato avanti la sua proposta, dall’altro la maggioranza ha deciso di non approvarla. Ogni decisione è rinviata al consiglio monotematico.
F.C.
mi piacerebbe molto chiedere al sig. Pagliara (che è dipendente del Petrolchimico), visto che si preoccupa del futuro della chimica a Brindisi: ma delle sfiammate continue (inconcepibili) delle torce, di questo non si preoccupa?