BRINDISI- Niente registro delle unioni civili, almeno per il momento. La maggioranza di centrosinistra al Comune di Brindisi si spacca su questo argomento. Il Pd aveva presentato la richiesta per l’approvazione del regolamento sull’istituzione del registro delle coppie di fatto, ma Udc e Noi centro suoi alleati, su questo tema sono sempre stati in disaccordo. E il loro voto contrario lo ha dimostrato. Il provvedimento ha registrato 14 voti a favore e 13 contrari, ma i primi non sono bastati, essendo una mozione (con richiesta di approvazione del regolamento) erano necessari almeno 17 voti, cioè la maggioranza qualificata. Durante la votazione non erano presenti Francesco Renna che ha ufficialmente annunciato che usciva dall’aula perché non intendeva votare, e Antonio Manfreda e Gianpaolo D’Onofrio del gruppo Sel-Impegno sociale. Polemico sulla bocciatura il consigliere del Pd Salvatore Valentino promotore della mozione sulle unioni civili. “Alle soglie del 2013 la classe politica che rappresenta la nostra città – afferma Valentino – ha dimostrato un livello di sensibilità e di cultura tali da ritenere inopportuno alle coppie di fatto il riconoscimento di qualsivoglia diritto. Analoga mozione fu presentata nel nostro consiglio comunale nell’ormai lontano 1994 e anche allora venne respinta dalla maggioranza dei nostri rappresentanti istituzionali. Sono trascorsi quasi venti anni ma l’esito della votazione è stato desolatamente lo stesso”.
Uscito dalla porta il registro delle unioni civili e però rientrato dalla finestra, in quanto Giovanni Brigante( Puglia per Vendola) che chiesto di votare un ordine del giorno in cui il sindaco si impegnava a istituire tale registro. Essendo appunto un ordine del giorno e non un regolamento, la proposta è passata con 14 voti. Consales prima della votazione sulla proposta del Pd, suo partito, ha comunque precisato che il voto su questo argomento sarebbe stato secondo coscienza e non avrebbe influito sui rapporti della maggioranza.
Coscienza a parte e ideologie, nella maggioranza in consiglio comunale oggi c’era qualche tensione. Non certo per il registro delle unioni civili, ma per un ordine del giorno che il partito democratico aveva presentato sull’Alfa Edile, società ormai inesistente perché fallita, ma sino al 2010 anno in cui è partita la liquidazione, di proprietà del vice sindaco Paola Baldassarre (Udc). Nell’ex Alfa Edile sono stoccate balle di rifiuti speciali che ogni estate i vengono investite da numerosi e a volte misteriosi incendi che provocano inquinamento. Il Pd chiedeva all’assise di votare la costituzione di parte civile del Comune e della giunta nel processo dell’Alfa Edile. Richiesta impossibile visto che il processo è terminato da diversi mesi. Tanto che l’ordine del giorno è stato modificato ed anche integrato con una proposta del consigliere di opposizione Riccardo Rossi, dove alla fine si chiedeva sola la nascita di un tavolo tecnico con Comune, Provincia e Regione per trovare una soluzione allo smaltimento di quella fonte di inquinamento. L’ordine del giorno del Pd da qualcuno è stato interpretato come una provocazione e un attacco al vice sindaco Baldassarre (quindi anche all’Udc), anche se nella vicenda dell’Alfa Edile oggi lei risulta essere totalmente estranea.
Fuoco amico a parte, ha trovato invece la condivisione di tutti l’ordine del giorno sul registro tumori, il Consiglio ha approvato lo stanziamento di 200 mila euro che saranno impegnati nel prossimo bilancio di previsione per istituire un registro tumori nella città di Brindisi.
Lucia Portolano
Si chiama democrazia.
Non sarò certo io a lodarla (considerato i disastri che ha prodotto nel secolo scorso ed in questo) ma dobbiamo accettarla in quanto essa norma l’azione politico/amministrativa.
“sbraitare” contro l’esito di un voto democratico in una Assise è si lecito ma equivale ad un ultras che impreca dopo un tre a zero subito.
Fair play, please.