BRINDISI – Non è bastata la sollecitazione del sindaco Mimmo Consales, al momento, per permettere il ripristino del servizio dell’acqua potabile nel condominio di via Materdomini, al Casale. Consales, questa mattina, ha ricevuto il legale della donna, sorella di un portatore di handicap con cui divide l’appartamento al terzo piano dello stabile in questione, che gli ha esposto la situazione. Il primo cittadino, sentendo le motivazioni dell’avvocato che ha rappresentato i bisogni della coppia di fratelli, ha preso, metaforicamente, carta e penna e ha inviato una comunicazione alla direzione operativa dell’unità territoriale dell’acquedotto pugliese e per conoscenza al Prefetto, Nicola Prete, per chiedere che venga immediatamente ripristinata l’erogazione idrica nel condominio.
«L’incontro tra il sindaco e il mio avvocato – spiega la donna – è avvenuto intorno alle 13.30. Pensavamo che quello potesse essere l’atto finale della storia ma, invece, alle 19, l’acqua non c’è ancora e la situazione non sembra cambiare». L’interruzione dell’erogazione è avvenuta venerdì pomeriggio e dall’Acquedotto hanno fatto sapere che il motivo di tale provvedimento sta nella morosità di alcuni condomini. Finché non saranno saldate le pendenze, non si vedrà una goccia d’acqua. Questa sembra essere la posizione dell’azienda che, però, cozza con le esigenze e con la storia di buoni pagatori degli inquilini del terzo piano, incolpevoli vittime di una situazione che non li riguarda.
«Abbiamo anche inviato un certificato medico all’Aqp che attesta le condizioni di mio fratello – spiega la donna – ma tutto sembra inutile. L’unica cosa che può smuovere la situazione è il pagamento degli arretrati». Sulla vicenda è stata anche interpellata l’amministratrice dello stabile di via Materdomini. «La responsabile del condominio – prosegue nel racconto la signora – ci ha informato di essere al corrente del problema e di aver inviato più volte delle lettere di sollecito ai morosi che, però, non hanno raccolto il suo invito al pagamento. La somma da saldare dovrebbe aggirarsi, secondo lei, intorno alle 1000 euro. Se fossimo stati avvisati per tempo, saremmo corsi ai ripari prima di arrivare a questo punto».
La donna e suo fratello disabile, quando questa storia sarà finita, chiederanno i danni a chi tanto disagio ha provocato: l’uomo, paraplegico da due anni a causa di un incidente stradale, ha bisogno di alcuni macchinari collegati alla rete idrica che gli garantiscono igiene e sicurezza nell’espletare le normali funzioni fisiologiche. Mancando l’acqua, è già insorta un’infezione che gli ha procurato la febbre. Nel tardo pomeriggio, la donna ha in programma un altro incontro col suo legale per mettere in atto altre pratiche utili allo sblocco della situazione: si spera, a questo punto, che domani sia il giorno buono per tornare a veder scorrere l’acqua dai rubinetti di via Materdomini.
Dopo sarà il tempo di capire di chi è stata la responsabilità di un disagio così grave arrecato a un portatore di handicap che, non per colpa sua né per colpa di chi si prende cura di lui ogni giorno, ha dovuto passare quasi una settimana senza la possibilità di poter usufruire di un diritto inalienabile come quello all’acqua.
Maurizio Distante
una storia surreale…non è possibile lasciare un disabile senza un elemento essenziale qual’è l’acqua.
Spero e mi auguro che quanto prima venga riattivato il servizio e che i colpevoli di tanta sofferenza vengano puniti severamente e senza attenuanti. VERGOGNATEVI INCIVILI.