INTERVENTO- Il risultato conseguito dal Partito Democratico nella città di Brindisi, come era facilmente immaginabile, ha dato adito ad immediati quanto probabilmente poco opportuni commenti da parte di addetti ai lavori.
Sono fermamente convinto, invece, che il voto vada analizzato compiutamente, proprio allo scopo di non commettere errori di valutazione che hanno il solo obiettivo di preannunciare “rese dei conti” ed epurazioni.
Mi auguro, pertanto, che parta dalle segreterie cittadina e provinciale una iniziativa tendente a sviluppare un dibattito da cui il PD non potrà che trarne giovamento.
Ciò nonostante, qualche considerazione vorrei farla allo scopo di cominciare a correggere il tiro rispetto a ciò che ho letto in queste ore.
Partiamo dall’affluenza al voto. La città di Brindisi è in linea con il resto della Penisola, ovviamente se si prendono in considerazione i comuni in cui non c’è stato il contemporaneo rinnovo del consiglio comunale. Lo stesso discorso, pertanto, vale anche in provincia di Brindisi dove si rinnovavano dieci sindaci su venti e quindi la percentuale provinciale è salita al 55% rispetto a circa il 43% del capoluogo.
Quanto al dato elettorale ottenuto dal PD, è indubitato che si conferma come la più importante forza politica con il 19,35% e con oltre 5.500 voti. Il tutto, come è ben noto, senza aver potuto esprimere un candidato brindisino.
Si aggiunga, inoltre, il successo ottenuto da Carmela Lomartire nella lista “Emiliano Sindaco di Puglia” con l’11,46% e quello ottenuto da Francesco Renna nella lista “La Puglia con Emiliano” con il 6,81%. A voler fare un po’ di fantapolitica, pertanto, sommando i tre dati il nucleo elettorale che ha ruotato intorno al PD supera il 37%. E non è poco!
Ma torniamo ai consensi ottenuti dal PD a Brindisi. In avvio di campagna elettorale c’è stato un patto non scritto, con l’impegno della classe dirigente a far votare la lista del PD, mentre ognuno avrebbe potuto scegliere il candidato su cui far confluire il proprio consenso. E così è stato, senza per questo dover classificare tutto all’interno di “logiche clientelari”. Io ho sostenuto Pino Romano, altri dirigenti Fabiano Amati ed entrambi sono stati eletti proprio grazie ai voti ottenuti a Brindisi. Non ci aspettiamo nessun particolare “grazie”, men che meno l’attribuzione di “cariche”, ma solo una piena disponibilità a rispondere affermativamente ogni qualvolta la città di Brindisi avrà bisogno di loro in consiglio regionale.
Ma il lavoro non è terminato. Esiste la necessità di ripristinare un dialogo costruttivo fra tutte le componenti presenti all’interno del PD. Lavoreremo perché si metta da parte l’ascia di guerra per fare spazio ad una costante analisi dei bisogni del territorio e ad una non più rinviabile riorganizzazione del partito (ci sono comuni della provincia dove da tempo non esiste più neanche una sede…) in cui devono trovare cittadinanza anche coloro che nel tempo hanno assunto posizioni particolarmente polemiche. Occorre ristabilire un contatto, ad esempio, tra gli amministratori pubblici del PD di tutti i comuni, in maniera tale da elaborare soluzioni condivise su problemi atavici, a partire da quello legato al ciclo dei rifiuti. Certo, se in questo percorso si dovesse ravvedere la necessità di procedere con la nomina di nuovi dirigenti, certamente ci sarà la nostra piena disponibilità anche ad un impegno diretto, ma non consentiremo alcuna forma di “epurazione” che provocherebbe inevitabilmente dei sussulti negativi anche sulla conduzione di tutti i Comuni in cui siamo impegnati in un ruolo di governo.
Infine, un invito ai tanti che aspettavano i risultati di queste elezioni regionali per scalzare l’attuale PD e rifondarne un altro, illudendosi di poter contare sull’appoggio di Michele Emiliano. Il nostro segretario regionale è uomo intelligente e politico attento, a tal punto da comprendere che pretendenti a improbabili investiture anticipate a primo cittadino, sul piano elettorale valgono poco più di zero. E Michele sa anche che gli ingressi a gamba tesa di altre “cordate” sortirebbero l’unico effetto di scatenare inutili guerre intestine. Nel Partito Democratico (ed è questa la nostra forza) si può entrare comodamente dalla porta principale sottoscrivendo una tessera e iniziando a svolgere militanza da “soldato semplice”. I gradi, se conquistati sul campo, valgono doppio. Lo sappiano coloro che sono stati sempre abituati ad usare la porta di servizio…
Mimmo Consales
sindaco di Brindisi
Signor sindaco, di questo passo, non solo sugli specchi riuscirete ad arrampicavi tutti voi politici, ma anche a camminare sulle acque. Non sempre, in politica, vedere il bicchiere mezzo pieno, fa bene. Definisce “importante forza politica” un partito che prende il 19% dei voti, cioè 5.500? Da persona onesta come la conosco (capacità amministrative a parte) se dovesse dirselo allo specchio, ci crederebbe? Lasci stare Lomartire e Renna, che se avessero voluto dare più spessore e peso al PD non avrebbero partecipato a liste cosi dette civiche, pro domo eorum. Un suggerimento: quella porta secondaria, muratela; che qualcuno ne approfitterà sempre. La seconda parte del suo intervento mi piace di più. Buon lavoro.
Vorrei chiedere al sindaco:alla luce del dato elettorale si regolerà per l ennessimo rimpasto di giunta?