BRINDISI- Continua la battaglia del sindaco Consales contro il socio di maggioranza del porticciolo turistico. Una guerra iniziata ancor prima che Consales diventasse sindaco, tanto da finire anche in tribunale. La battaglia oggi continua anche se i ruoli sono cambiati, e l’allora giornalista riveste l’incarico di primo cittadino e socio di Bocca di Puglia. Il sindaco attacca sulle concessioni di alcune aree demaniali chieste dalla società che gestisce il porticciolo che vorrebbe attrezzare e destinare a stabilimento balneare. “Se qualcuno pensa di poter fare incetta di concessioni demaniali utilizzando il silenzio generale si sbaglia di grosso- scrive Consales in una nota- Farò sapere immediatamente al commissario dell’Autorità Portuale la mia ferma contrarietà rispetto ad una ipotesi di accoglimento delle richieste di ulteriori aree demaniali da parte della società Bocca di Puglia SpA”.
Inoltre la società avrebbe anche chiesto la concessione per una banchina sul lungomare Regina Margherita (porto interno) per realizzare uno scalo di stazionamento provvisorio. “Tali scelte non sono state in alcun modo concordate con il socio di minoranza (Comune di Brindisi)- continua il sindaco- e soprattutto non trovano alcuna giustificazione, atteso che fino ad oggi questa società è riuscita a maturare soltanto gravi perdite gestionali ed ha fallito ogni politica di rilancio della struttura, con evidenti danni patrimoniali per l’ente locale e con una ricaduta negativa di immagine per la città. In particolare, sarebbe auspicabile un maggiore impegno del socio di maggioranza per rendere funzionale il porticciolo, mettendo da parte mire espansionistiche e soprattutto la ‘furbata’ di dar vita ad un altro porticciolo sulla banchina del porto interno”.
In realtà un altro porticciolo sulla banchina esisterebbe già, con l’Approdo delle Indie, concessione ottenuta dalla società di Giuseppe Danese.
Intanto Consales fa sapere che nei prossimi giorni procederà con la nomina del nuovo presidente della società Bocca di Puglia (di pertinenza del Comune). “Avremo un controllo maggiore su quanto avviene in quella struttura- conclude il primo cittadino-che noi abbiamo il dovere di tutelare perché è un patrimonio dei brindisini, peraltro costruito in gran parte con soldi pubblici”.
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