BRINDISI- Sono trascorse appena 48 ore dal tentativo, vano, da parte dell’opposizione e di qualcuno della maggioranza, che poi si è improvvisamente ricreduto, di far cadere il sindaco di Brindisi, Mimmo Consales.
Ora il primo cittadino, accusato anche dal Partito Democratico di avere al momento una maggioranza numerica e non politica, prende la parola.
Riceviamo e pubblichiamo integralmente l’intervento del sindaco di Brindisi, Mimmo Consales.
“Le vicende politico-amministrative della città di Brindisi rischiano di distrarre l’attenzione dei cittadini dai reali problemi che vive la nostra comunità e che richiedono una presa di coscienza per evitare, come in passato, discriminazioni nei nostri confronti. Non è un mistero che il sottoscritto, insieme ai suoi collaboratori, stia lavorando per creare un argine rispetto all’accertato strapotere di altri territori pugliesi che si consuma anche grazie ad un atteggiamento non certo benevolo, nei nostri confronti, della Regione Puglia. Potrei citarvi la battaglia per la legalità in atto nella gestione dell’oasi di Torre Guaceto, quella per la difesa del porto, per la rivendicazione di uno spazio adeguato nella distribuzione di fondi destinati al potenziamento infrastrutturale del territorio, per ottenere pari dignità nella erogazione di fondi regionali per il sistema universitario, per il ciclo dei rifiuti e per la difesa di centinaia di posti di lavoro nel settore industriale. Il tutto, però, avviene mentre qualche avventuriero della politica si impegna a raccogliere firme per mandare a casa la nostra Amministrazione e per affidare la città ad un commissario prefettizio in attesa di un nuovo sindaco.
Un dato è certo e non può essere messo in discussione. La “caccia al tesoro” dei promotori di questa iniziativa è andata male, visto che nessun consigliere comunale della maggioranza ha firmato le dimissioni, men che meno una mozione di sfiducia. Ed anche chi aveva manifestato la necessità di andar via ha subito chiarito che lo avrebbe fatto solo in futuro, concordandolo con me e senza mettere in difficoltà il sindaco e quindi la città.
Certo, i problemi non mancano, ma siamo consapevoli che al primo posto viene Brindisi, ancor prima dei rapporti all’interno di una singola forza politica.
Sono certo, in ogni caso, che il dialogo con il Partito Democratico possa riannodarsi ed anche in tempi brevi, attraverso un confronto programmatico da sviluppare con i nuovi dirigenti che saranno scelti a seguito della ormai prossima stagione congressuale. E sono convinto che tornerà il dialogo anche con Michele Emiliano che ritengo persona troppo intelligente per non comprendere che stiamo lavorando a tutto spiano per una città che lui spesso ribadisce di amare. Il sottoscritto, è bene ribadirlo, ha iniziato a fare politica attiva con il Partito Democratico e quando deciderà di smettere non avrà vissuto un solo giorno lontano dallo stesso PD.
Sono altri i trasformisti, sono quelli che promossero l’ormai storico “ribaltone”, a cominciare da quel Dipietrangelo che oggi si erge a moralizzatore della vita pubblica. Ho detto e ribadisco che la città è stanca dei burattinai della vecchia politica brindisina. Carmine lo è stato e forse ambisce a tornare a svolgere questo ruolo, prendendo a giorni le distanze dal PD ed a giorni calandosi mani e piedi nel ‘sistema’. Parla di una attuale maggioranza ‘sfilacciata e raccogliticcia’, quando proprio lui si rese artefice, ai tempi di Antonino, di alleanze che di politico davvero non avevano nulla e che si ponevano come solo obiettivo la gestione del potere. Insomma, l’uomo del ribaltone oggi invoca il ‘ritorno alla politica’. Se non fossero dichiarazioni scritte di suo pugno stenterei a crederci. La realtà, difficile da digerire, è che Dipietrangelo è responsabile della pressocché totale assenza di classe dirigente all’interno del PD, avendo per troppi anni monopolizzato scelte ed alleanze, con i risultati che sono sotto gli occhi di tutti.
Ecco perché spero che il PD volti pagina definitivamente, trasformandosi in un partito pronto a svolgere un ruolo attivo e propositivo nel contesto cittadino”.
BrindisiOggi
Una cosa è certa, Brindisi deve voltare pagina …e subito. E non con questa classe politica strana, non identificabile a livello partitico, ed inconcludente. Un bagno di umiltà con un Commissario prefettizio e poi inmmediatamente al voto. Attenzione città: quando si rivota è necessario dimenticare nel modo più assoluto i vecchi artefici dello sfascio politico-amministrativo.
Non comprendo di quale maggioranza del pd si parli. In questa diatriba é come scegliere di condividere un piatto di funghi velenosi o prendere direttamente l’arsenico. Se il sindaco fosse convinto degli obiettivi da raggiungere, nel breve tempo rimasto e se fosse di polso fermo come molti ricordano Antonino, si libererebbe dei sacchi di patate marce che lo attorniano e dei fili che lo legano creando una leadership degna del nome e della cittá.
Avanti Sindaco solo ed esclusivamente per Brindisi e per un futuro migliore ai nostri figli…
E’ difficile difendere questo Sindaco… ma su Dipietrangelo ha ragione, va bene tutto, ma le filippiche dell’ex politico Mesagnese vanno bene solo per chi ha la memoria corta…molto corta..
Gentile sindaco, non che io l’abbia apprezzata in ogni sua iniziativa amministrativa, ma mi corre il dispiacere di doverle rammentare che chi non fa il politico (nel senso deleterio del termine) subisce il rigetto, anche dal suo stesso partito. Pertanto la esorto: vele al vento e navighi, a costo di strapparle; sempre meglio che restare nelle acque di bonaccia, se non paludose della mala politica, dei ricatti e della spartizione delle poltrone senza produrre niente per la Comunità (come lamenta il cons. Ribezzi). Quanto al sig. Dipietrangelo che scrive sempre di non avere cariche politiche e di non volerne, che scrive che la sua vita è improntata a lealtà e correttezza, per lealtà e correttezza dovrebbe, per primo ai suoi compagni/amici di partito, e poi a tutti i brindisini, spiegare il perchè e il percome della testimonianza del maresciallo Senatore al processo ASL. E il nostro senatore? Vabbè, lasciamo perdere se no m’incazzo!