BRINDISI- (Da Il7 Magazine) Più di venti stanze da letto già arredate, ciascuna con un bagno in camera, servizi igienici omologati anche per i diversamente abili, una cucina, un grande salone, una lavanderia e persino l’ascensore che dal piano terra conduce al secondo piano. Questa è una villa in contrada Chiodi, una struttura confiscata alla criminalità brindisina oltre quattro anni fa e che oggi potrebbe diventare la nuova residenza delle famiglie che attualmente si trovano all’interno della scuola di via Sele, al quartiere Perrino di Brindisi. E’ una delle alternative proposte dal Comune di Brindisi a queste persone accusate di occupazione abusiva. Il sindaco, Riccardo Rossi, di concerto con i Servizi Sociali, l’Ufficio Urbanistica e la stessa Procura, sta cercando di venire incontro a queste famiglie ed evitare che qualcuno finisca in mezzo a una strada.
Tra circa dieci giorni, infatti, queste persone saranno costrette a lasciare le vecchie aule della scuola, il 24 marzo scade il termine ultimo entro il quale le famiglie saranno sfrattate. La notifica del sequestro preventiva della scuola è arrivata il 4 marzo scorso e la magistratura ha dato loro venti giorni di tempo per uscire dalla struttura. Si tratta di circa una ventina di persone tra queste c’è anche una bimba di un anno. Queste famiglie da quattro anni hanno occupato lo stabile di via Sele e trasformato quelle che un tempo erano aule nelle loro case. Nella disperazione hanno vissuto in condizioni precarie. Ora che il tempo sta per scadere e il tribunale tornerà a bussare, dovranno necessariamente uscire dalla scuola. Il Comune, al fine di evitare l’emergenza sociale, sta valutando diverse soluzioni alternative, tra queste anche quella di mettere a disposizione di queste persone la villa in contrada Chiodi, una villa confiscata nel 2014 alla criminalità brindisina che si trova nell’omonima contrada.
La villa in contrada Chiodi si trova tra il quartiere La Rosa di Brindisi e la frazione di Tuturano. Quando si arriva davanti a questa struttura non si può non apprezzare le immense distese di verde che la circondano e la maestosità della villa. Vi sono, infatti, oltre due ettari di pertinanza della casa, terreno che allo stato attuale è incolto. Un grande piazzale circonda la villa che ha diversi spazi all’esterno già suddivisi,vi è un garage, un barbeque, e un tempo vi era persino una grande piscina che per questioni di opportunità e costi il Comune ha deciso di ricoprire con il terreno. La grande Villa è stata ristrutturata con il Fondo Euopeo di Sviluppo Regionale P.O.Fers 2007-2013 per la riconversione dei beni confiscate. Nello specifico il Fesr contribuisce al finanziamento di interventi destinati a rafforzare la coesione economica e sociale eliminando le principali disparità regionali. In tal modo, il Fesr dà attuazione alle priorità comunitarie e in particolare all’esigenza di rafforzare la competitività e l’innovazione, creare e mantenere posti di lavoro stabili e assicurare lo sviluppo sostenibile. Nel caso della villa in contrada Chiodi i fondi dovevano, quindi, favorire il riuso sociale del bene confiscato alla criminalità. In realtà nonostante il grosso investimento di quell bene, il Comune di Brindisi, non è riuscito a farsene proprio nulla. La villa in contrada Chiodi, tra l’altro , nell’ottobre del 2009, era finita nel mirino di ignoti che avevano appiccato il fuoco. L’immobile era stato seriamente danneggiato, le fiamme avevano divorato gli interni e danneggiato la facciata esterna. Quando il Comune l’ha presa in custodia e la ristrutturata prooprio grazie ai fondi europei, per fare in modo che nessun malintenzionato ci mettesse piede ha deciso di affidare la guardiania alla Brindisi Multiservizi, la società partecipata del Comune. Da allora un custode si occupa non solo di tenere lonatani ladri e vandali ma anche di manutenerla.
Per questo motivo la villa in contrada Chiodi è praticamente “nuova”. La struttura che si sviluppa su tre piani, conta di almeno una ventina di stanze già arredate con letti, armadi, scrivanie e poltroncine., ancora tutte imballate. Per ciascuna di queste camera vi è un bagno interno. Oltre queste stanze vi sono almeno un’altra decina di ambienti da utilizzare a seconda del bisogno. Vi è anche una cucina nuovissima e una sala con tavoli e sedie. Un’ascensore attraversa la struttura e consente di muoversi agevolmente. Vi è anche un seminterrato con altre stanze vuote e persino una lavanderia già predisposta con gli allacci per la lavatrice. Una saracinesca, poi, collega il semiterrato con l’esterno, proprio come se fosse un garage. Tornado al piano terra vi sono anche qui camera da letto e servizi igienici a volontà, tutti a norma anche per i diversamente abili. Infissi, porte sono nuovissimi , ancora con la pellicola da staccare. All’esterno non manca lo spazio, oltre a un piazzale antistante la struttura , ve ne è un altro alla spalle con tanto di area per il barbeque. Un vasta area ricoperta di terra ricorda che un tempo, in quell punto, sorgeva una piscina di grandi dimensioni. La piscina per comodità è stata eliminata. Intorno alla villa vi è anche un terreno di pertinenza: oltre di ettari di terra incolta ma che un tempo dava i suoi frutti.
Ora tutto questo è lì senza mai essere stato utilizzato, pare che il Comune più volte abbia tentato attraverso bandi pubblici di affidare la struttura a cooperative e associazioni che avessero avuto un progetto a scopo sociale. Putroppo in questi anni non si è mai fatto. Avanti nessuno in grado di soddisfare le finalità d’uso della struttura.
Ora in via eccezionale il Comune potrebbe affidarla, temporaneamente si intende, alle famiglie della scuola di via Sele. Potrebbe essere una valida alternativa alla strada, visto che entro il 24 dovranno essere fuori dalla scuola. Il Comune ha offerto loro anche la possibilità di usufruire di un contributo per il canone di locazione. Per anni l’amministrazione darebbe una quota pari a 300 euro per il primo anno, 250 euro per il secondo e 200 per il terzo. Nonostante questo le famiglie non riescono a trovare casa perchè i locatari pretendono di avere una busta paga prima di affittare la casa e la garanzia del Comune sembra non essere sufficiente.
Quanto alla possibilità di andare ad abitare a villa in contrada Chiodi ancora non si sà se le famiglie accetteranno. Qualcuno ha sollevato più di una perplessità per il fatto che la struttura sorge all’estrema periferia di Brindisi e che la prima fermata utile dell’autobus si trova a circa 500 metri dalla villa. Purtroppo queste persone non hanno l’auto e temono che allontanandosi dal centro abitato possano, in qualche modo, rimanere isolate.
La villa in contrada Chiodi resta una delle opzioni prospettate dal Comune di Brindisi, al momento nulla è stato deciso, sino all’ultimo potrebbe saltare fuori qualche altra alternativa ma nel frattempo i giorni scorrono e il 24 marzo si fa sempre più vicino.
Lucia Pezzuto per Il7 Magazine
Commenta per primo