BRINDISI – Dopo le accuse dell’ex vicesindaco di Brindisi De Vito sul settore dei Servizi Sociali, il sindaco Rossi ha proposto di costituire una commissione speciale d’inchiesta, ma su questa decisione diverse sono le posizioni dell’opposizione: il Movimento 5 Stelle si dice contrario mentre il Pri favorevole.
Una settimana fa la decisione della preside Rita De Vito di abbandonare il ruolo di vicesindaco al Comune di Brindisi ha creato non pochi problemi alla ancora giovane giunta guidata da Riccardo Rossi. La De Vito, conferenza stampa spiegando la motivazioni delle sue dimissioni, ha rivelato alcuni comportamenti “anomali” all’interno del settore dei Servizi sociali del Comune di Brindisi. Pochi giorni dopo si è recata in Procura per un memoriale.
Dopo ciò il sindaco Rossi ha annunciato di voler costituire una commissione speciale che verifichi l’operato appunto di quel settore. Come detto prima alcuni partiti che siedono all’opposizione non sono d’accordo mentre altri si dicono favorevoli.
I pentastellati, per esempio, non sono favorevoli: “Rigettiamo la proposta di costituire una commissione speciale di inchiesta così come proposta dal sindaco, perché strumentale, frutto di sola propaganda e peraltro già aprioristicamente orientata nella direzione di affermare la bontà dell’operato dell’amministrazione. Al primo cittadino sfugge che in democrazia dovrebbe spettare all’opposizione la scelta di come esercitare il controllo sulla maggioranza e non certo alla massima carica di quest’ultima. Non si trascuri che esiste la Prima Commissione Consiliare Permanente Welfare e Servizi Sociali con ampi poteri di controllo ai sensi degli artt. 18 e 21 del regolamento comunale. Tale commissione è operativa ed ha già cominciato il lavoro di ascolto di dirigenti e presidenti di cooperative in convenzione”.
“Non possiamo, però, esimerci dall’osservare – continuano dal M5s – quanto sia incoerente proporre alle opposizioni la presidenza della commissione di inchiesta, dopo che le forze di maggioranza si sono spartite le presidenze delle commissioni permanenti (alla faccia di quanto sempre invocato da Rossi quando era all’opposizione). Rigettiamo la proposta di convocare un consiglio comunale monotematico che discuta su quanto denunciato dalla vice sindaco perché inutile. Chi aveva promesso il “cambiamento”, una volta arrivato alla poltrona, ha dimenticato di partire proprio dalla ristrutturazione della macchina amministrativa, lasciando che, in settori strategici, si continuasse a lavorare secondo logiche consolidate in decenni di assenza della buona politica”.
“E’, infine, inaccettabile la proposta di “rotazione” dei dirigenti. Se qualcuno ha delle responsabilità sia rimosso, non si mescolino le carte rischiando di aprire una corsa alla lottizzazione dei settori” concludono.
Mentre il Partito repubblicano italiano di Brindisi si dice pro-commissione speciale così come ha detto il sindaco Rossi. “Le Segreteria Cittadina ed il Gruppo consiliare del Pri – si legge nel loro comunicato – condividono la proposta avanzata dal Sindaco di insediare una Commissione consiliare speciale che approfondisca quanto denunciato dall’ex Vice Sindaco Dottoressa DE VITO circa il funzionamento della Ripartizione Servizi Sociali”.
“Non si tratta, evidentemente, di sostituirsi alla attività della magistratura, che ha il compito di indagare su atti e fatti che possono avere una rilevanza penale, quanto piuttosto di verificare la rispondenza al vero di quanto denunciato dalla Dottoressa De Vito. Alla commissione dovrebbe anche essere attribuita la facoltà di proporre modifiche al modello organizzativo della Ripartizione Servizi Sociali e allo stesso Piano di zona recentemente licenziato. E’ un fatto incontrovertibile che la gestione dei servizi sociali non è più affidata al solo personale dipendente della Amministrazione civica. Ciò che finora è mancato, a giudizio dei repubblicani, è stato un efficace controllo sugli affidatari”.
Secondo il Pri, la Commissione dovrebbe: “svolgere un controllo sugli affidamenti esterni. Poi dovrebbe essere la rispondenza degli affidamenti effettuati alle direttive emanate dall’Anac, avendo anche cura di verificare le situazioni contrattuali dei dipendenti impegnati nella erogazione dei servizi affidati. Infine, la dovrebbe poter proporre un nuovo modello di governance della Ripartizione Servizi Sociali”.
BrindisiOggi
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