Commissario vieta l’uso delle acque di falda nella zona industriale, “Provvedimento che aspettavamo da 10 anni”

INTERVENTO – “Con l’Ordinanza n°5/2016 il Commissario prefettizio del Comune di Brindisi è intervenuto sulla gestione della Zona Industriale con il preciso intento di salvaguardare la salute pubblica!

Zona industriale che da lustri le “forze politiche”, per beceri accordi trasversali, hanno destinato alla totale “gestione” del Consorzio ASI/SISRI; questo Ente, economico, non elettivo e quindi non rappresentativo delle volontà dei Cittadini ma solo di quelle forze politiche che ne hanno costituito un “presidio” da governare, non ha mai ritenuto opportuno, pur cosciente della contaminazione della falda, non ha mai ritenuto necessario sollecitare e/o emettere franco magnouna medesima Ordinanza.

L’Ordinanza relativa al “Divieto di emungimento e di utilizzo, ai fini agricoli, delle acque di falda freatica da pozzi situati nella zona industriale e ricadenti nel SIN /Sito di Interesse Nazionale) di Brindisi” rappresenta un pietra miliare per due aspetti essenziali: 1) la salvaguardia della salute dei Cittadini; 2) la presa di coscienza da parte del Comune di Brindisi che l’area industriale è parte integrante del territorio comunale e non può essere abdicata alla gestione di terzi.

Tale Ordinanza è stata, da sempre, sollecitata e richiesta dallo scrivente, da Legambiente e dagli altri Circoli ed Associazioni ambientaliste, in quanto la presenza di “aree agricole” coltivate all’interno della zona industriale, rappresenta un’incongruenza da sanare.

Ancor più tale Ordinanza si è resa necessaria nel momento in cui l’ARPA ed il Comune hanno avuto contezza e certezza dello stato di contaminazione che ha subito la falda freatica superficiale; contaminazione indotta dalla continua ricaduta (fallout) di inquinanti immessi in atmosfera dalle maggiori aziende presenti sul territorio industriale.

Certo, anche il mondo agricolo ha fatto la sua parte nella contaminazione ed a questo comparto è addebitabile la presenza di inquinanti organici persistenti (insetticidi, fitofarmaci, ecc.) quali: DDT, DDD, DDE e Dieldrin.

Tutti i metalli pesanti e quelli organici, che superano le Concentrazioni Soglia di Contaminazione (CSC) e che quindi conferiscono alle acque di falda la denominazione di “contaminate”, seguono le regole dell’idrodinamica della falda e, per tale ragione, fluttuando, tendono ad interessare anche quelle porzioni incontaminate.

L’Ordinanza è relativa solo ed esclusivamente ai pozzi della falda superficiale che sono presenti nell’ambito della Zona Industriale, escludendo l’area del petrolchimico e quella della “zona agricola” e quindi limita le successive integrazioni che il Comune, correttamente, intende effettuare.

È evidente che la prescrizione dell’utilizzo delle acque di falda sono relative al periodo nel quale il Comune intende ulteriormente verificare il chimismo delle acque di falda dei singoli pozzi ed accertare che gli eventuali contaminanti presenti non hanno capacità biossarbenti e quindi non possano transitare, in sequenza: dalle acque, al terreno, all’apparato radicale, all’apparato fogliare, al frutto, alla vendita ed all’ingestione umana.

È altresì evidente che, tali accertamenti vanno effettuati con celerità in modo tale da non pregiudicare eventuali economie rivenienti dalle colture prodotte, se pur con poca congruenza, nelle aree agricole penalizzate in quanto rientranti in una zona industriale abnorme, fra le maggiori d’Italia che, pur sperando in insediamenti di “green economy”, avrà sempre delle “macchie verdi”.

Bene ha fatto la struttura tecnica del Comune di Brindisi ed il Commissario ad emettere l’Ordinanza, mentre è grave che nessun altro abbia operato in tal senso; ciò anche in virtù delle caratterizzazioni chimiche effettuate dal Consorzio SISRI/ASI già a partire dal 2004 e della necessità, sancita dall’Accordo di Programma del dicembre 2007, di intervenire sulla “bonifica” della falda attraverso la Sogesid (società in house del Ministero dell’Ambiente)”.

Francesco Magno

Geologo, Legambiente Brindisi

1 Commento

  1. MA COSA CAZZAROLA SI ASPETTA A SCIOGLIERE, A DISINTEGRARE, A DISSOLVERE IMMEDIATAMENTE QUESTO BUBBONE MALEFICO CHE E’ STO CONSORZIO ASI E MANDARE TUTTI A CASA O, IN ALTERNATIVA, CON VANGA E ZAPPA A BONIFICARE I TERRENI INQUINATI?

Lascia un commento

L'indirizzo email non sarà pubblicato.


*