BRINDISI – I negozianti di corso Garibaldi contro i continui cambi di viabilità del centro cittadino e la mancanza di parcheggi. Confesercenti dice di ricevere dai commercianti della zona l’ennesima richiesta di aiuto, l’ennesimo appello alla ragionevolezza, l’ennesimo invito a volersi incontrare per creare un percorso di dialogo e di condivisione del destino turistico e commerciale di questa città. “Chi ha amministrato in passato la città (con le dovute eccezioni) e chi amministra oggi sembra non avere rispetto del lavoro degli altri – si legge nella nota – soprattutto, di una città ostaggio di chi vive il centro storico come fosse un giardino privato e preferisce la tranquillità di un dormitorio per anziani alla vitalità di una località turistica. Una situazione intollerabile, aggravata ancora di più, oltre che dalle scelte dell’amministrazione comunale, dalla totale assenza di coinvolgimento e di condivisione; un isolamento politico ed amministrativo che stride fortemente con la storia del PD, LEU e BBC, le forze politiche di maggioranza che del coinvolgimento hanno fatto una loro bandiera ma che a Brindisi resta solo “annunciato”. Confesercenti Brindisi e tutti i suoi associati non possono dunque non condividere e non sostenere gli operatori commerciali di Corso Garibaldi, gente per bene, lavoratori e lavoratrici che vogliono solo poter operare in pace e concentrarsi sul servizio ai loro clienti ed ai tanti turisti che (si spera) arriveranno in città. “Una speranza che però cozza – si legge ancora – con le ripetute variazioni della viabilità e delle strategie di sviluppo, con l’assoluta mancanza di parcheggi in città, con una mobilità pubblica che non permette una mobilità alternativa a quella privata, un turismo che “pretende” sicurezza e decoro dei luoghi, ma anche accessibilità e raggiungibilità. Brindisi non può vivere solo di “croceristi”, ai quali i nostri commercianti stanno comunque garantendo un servizio difficilmente riscontrabile in altre città. Brindisi deve vivere di partecipazione, deve poter accogliere i cittadini della sua provincia, troppo spesso costretti ad andare nei centri commerciali o a Lecce da una “viabilità” che non tiene conto che anche loro sono turisti e, come tali, scontano una scarsa informazione ed una difficile accessibilità alla città; deve programmare con anticipo e promuovere eventi culturali e di animazione; deve garantire servizi ed attività commerciali all’altezza della domanda”. Confesercenti parla di una politica e di un’amministrazione che non ascolta chi lavora. “Potremmo far capire l’importanza di una viabilità chiara –aggiunge – fluida, in linea con le esigenze delle famiglie e di un utenza che è diversa ogni giorno; potremmo raccontare che siamo d’accordo con la chiusura serale di Corso Garibaldi ma che non ne possiamo condividere né il periodo né le modalità con le quali si è proceduto alla stesura di questa ordinanza; potremmo spiegare quali e quanti sacrifici facciano i nostri associati e, soprattutto, quali e quante cose realizzano e/o vorrebbero realizzare (gratuitamente) per rendere Brindisi un posto migliore. Poiché siamo certi che i commercianti di Corso Garibaldi abbiano ragione, auspichiamo che il sindaco Rossi e l’assessore Pinto vogliano accogliere la richiesta della scrivente alla costituzione di un tavolo di confronto che abbia al centro gli interessi di tutti, soprattutto della città e della sua provincia. Nell’attesa però non staremo a guardare”.
E’ evidente che un centro storico attrattivo e quindi difficilmente replicabile è indigesto alla politica dei grandi centri commerciali,oggi si tende ad omogenizzare tutto, a farlo assomigliare ad un “non luogo” quali sono i centri commerciali. Pensate per esempio alla legge che ha vietato le vetrine esterne ai vecchi ingressi tipo Mincuzzi a Bari o quello del vecchio negozio della mia famiglia, oggi ogni concessione alla fantasia è vietata per legge, dalle insegne all’arredo urbano. Tutto strettamente codificato per rendere i luoghi della città simili ad un indistinguibile supermercato pensato e realizzato per ottenere i massimo profitto e per questo perfettamente simile a tutti gli altri. Pensate alle grandi catene alberghiere tipo Sheraton,perfettamente uguali in ogni luogo del mondo, si perde il genius loci, quella cosa che ci rende unici ed ineguagliabili. E’ tutto voluto studiato e pianificato in ogni dettaglio con la complicità di una politica miope se non complice. Queste cose sono state scritte e dette fin dal 1998 ed anche prima ma una volontà ferrea fece si che nel 2004 anche Brindisi doveva avere il suo ipermercato fuori dalle mure cittadine.Le soluzioni ci sono l’importante è evitare di replicare nei centri storici i format dei centri commerciali, spazio alle aziende locali, all’artigianto locale,in puglia quasi i 38% delle piccole e medie aziende appartengono a tessile, abbigliamento e calzaturiero ma nel centro trovi gli stessi marchi degli ipermercati, rivalutare il genius loci,la nostro enogastronomia di qualità ed i prodotti certificati a km.0. Ma in questa città invece si usa da 20 annila questione corsi aperti chiusi come uno straordinario strumento di distrazione di massa, intanto la città muore