BRINDISI – Si è conclusa ieri, con l’arresto di Giuseppe Barletta 44enne brindisino commerciante e titolare di un negozio di materiale elettrico, l’operazione dei militari della Guardia di Finanza di Brindisi, agli ordini del maggiore Giuseppe Maniglio, cominciata nel febbraio scorso, quando, il 25 di quel mese, le Fiamme Gialle arrestarono 3 uomini, due italiani e un albanese, in flagranza di reato per traffico di sostanze stupefacenti. I finanzieri sequestrarono in quell’occasione, 477 chilogrammi di marijuana, nascosti tra un furgone e una villetta di Torre Santa Sabina.
A finire in manette a febbraio furono il 45enne Salvatore Cicoria, di Carovigno, e il 55enne Oronzo Luigi Palmisano, nato a Milano ma anch’egli residente a Carovigno, e un albanese, il 39enne Marcel Maraj. Per lo stesso reato è stato arrestato il commerciante brindisino. A seguito delle indagini e dei controlli operati dai militari agli ordini di Maniglio, si è scoperto che l’uomo era la “faccia pulita” dell’organizzazione: la banda si serviva di lui, insospettabile, per affittare le abitazioni usate per stoccare gli stupefacenti, i mezzi per il trasporto degli stessi e per svolgere tutti quei compiti che necessitavano di interfacciarsi con gente che nulla ha a che fare col mondo criminale.
L’aspetto mite e la posizione nella società occupata dal 44enne, infatti, servivano a non destare sospetti sulle sue azioni: nessuno poteva pensare che dietro quel commerciante all’apparenza irreprensibile potesse nascondersi un trafficante di stupefacenti. Nessuno ma non i finanzieri che avevano messo gli occhi sul 44enne già a febbraio: le indagini svolte in questi mesi hanno certificato che il loro fiuto investigativo non sbagliava. Ora il brindisino è andato a fare compagnia ai suoi tre complici, raggiungendoli dietro le sbarre.
BrindisiOggi
L’articolo non menziona il fatto che Giuseppe Barletta ad oggi è agli arresti domiciliari. Inolte, mesi prima, lo stesso Barletta ha denunciato dei criminali per il pizzo che pagava e che lo ha messo in ginocchio finanziariamente e psicologicamente. Dal pizzo al ricatto il passo è breve e scommetto che il Barletta è stato incastrato per bene. Speriamo che alla fine l’insospettato Barletta venga trovato innocente