BRINDISI- Diciassette abiti che rappresentano diciassette storie di violenza, storie di donne che hanno subito ma anche denunciato. E’ questa una mostra dallo straordinario impatto emotivo organizzata presso la Palazzina Belvedere di Brindisi della Fondazione Faldetta. “Com’eri vestita? What were you wearing?” , un’esposizione, volta ad accendere le coscienze sugli stereotipi che colpevolizzano le vittime di stupri, è stata organizzata per la prima volta nel 2013 dal Centro di educazione contro gli stupri dell’Università dell’Arkansas. Allestita nello spazio museale, sede della Collezione Archeologica Faldetta, su iniziativa della Associazione Le Colonne e Centro Antiviolenza “Ricomincio da Me” di Brindisi gestito dalla cooperativa Ferrante Aporti, sotto l’egida del Comune di Brindisi. Il progetto è stata adattato al contesto italiano dall’Associazione Libere Sinergie di Milano e portata in Puglia dall’Associazione Sud-Est Donne. La mostra mette in discussione i pregiudizi e gli stereotipi che emergono nei confronti delle vittime, spesso ritenute responsabili dei maltrattamenti subiti. E lo fa esponendo gli abiti indossati dalle vittime al momento della violenza subita: vestiti che tutte le donne utilizzano nella vita quotidiana, che raccontano 17 storie di abusi. In modo efficace, la mostra renderà dunque più consapevoli che la violenza non è un effetto prodotto dal comportamento delle donne, ma ha cause più profonde che debbono essere indagate e contrastate. Le storie di queste donne sono interpretate dalle studentesse del Liceo delle scienze umane e liceo linguistico “Palumbo” di Brindisi.
BrindisiOggi
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