BRINDISI – Il Sindacato Cobas denuncia la grave situazione che attraversa il porto di Brindisi e di cui sembra sia decretata la morte di fatto a favore del porto di Bari.
“L’introduzione della autorità di sistema non ci ha permesso di avere un piano regolatore del porto non più legato alle vecchie merci, come il carbone, ma adeguato alla nuova realtà. – afferma Bobo Aprile, segretario provinciale Cobas- Noi non facciamo una questione di campanile ma sembra che il tutto sia orientato a non prendere le dovute iniziative per affrontare una nuova realtà”.
Il sindacato esprime preoccupazione per i tanti lavoratori del porto rimasti a casa prendendo la cassa integrazione per il Covid. “Siamo arrivati ad una discussione feroce sulle briccole che non ci appassiona perché sembra più uno scarica barile per quello che non si è fatto finora- aggiunge – La città di Brindisi ha bisogno invece che il porto si doti di uno strumento chiaro a partire dalle valutazioni economiche ,dei cambiamenti, di tutto quello che riguarda il movimento possibile delle merci. Per questa situazione deve essere realizzato , secondo noi , lo scorporo immediatamente da Bari così come ha fatto Messina con Catania. Successivamente nominare un Commissario che abbia l’unico compito di redigere il nuovo Piano Regolatore del Porto.Ma tutto questo può avvenire solo con la partecipazione dei cittadini che invece di rimanere a casa o passeggiare sul corso vanno a cacciare i manager che si sono riempiti le tasche, per cambiare insieme il destino della “nostra” città”.
Parole semplici e sacrosante. Purtroppo i programmi del porto non si fanno sulle banchine, bensì nelle stanze della politica.