Scu, la Corte D’Appello aumenta le pene: 30 anni a Bruno

BRINDISI-Sostegni politici ad un consigliere regionale e non solo per ottenere le autorizzazioni per la realizzazione di un parco eolico nei pressi della masserie in Contrada Canali a Torre Santa Susanna. Estorsioni, contrabbando di armi, traffico di droga. La Corte d’Appello di Lecce  non solo conferma le condanne ma inasprisce le pene emesse in primo grado dal Tribunale di Brindisi nei confronti di Andrea Bruno ritenuto il presunto boss  del clan mafioso di Torre Santa Susanna, e  dei suoi presunti affiliati.  La frangia della Scu di Torre Santa Susanna, con ramificazioni anche a Tuturano.
Il secondo grado di giudizio, accoglie l’appello promosso dal pm Milto De Nozza, e  condanna Andrea  Bruno a 30 anni di carcere, in primo grado erano 26, per associazione a  delinquere di stampo mafioso dedita alle estorsioni e al traffico di droga.

Inasprite le pene anche per Emanuele Melechì, condannato a 21 anni e 10 mesi di reclusione, contro i 19 in primo grado,  e Daniele Melechì, condannato a 10 anni 2 mesi,  contro  i 9 anni e 3 mesi in primo grado. Entrambi ritenuti i luogotenenti dell’organizzazione.

I carabinieri  del reparto operativo del comando provinciale di Brindisi eseguirono il 31 marzo del 2008 24 arresti, ma Bruno  fu catturato dopo 51 giorni di latitanza.

Brindisioggi

 

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