Cittadella della Ricerca, riduzione degli orari di lavoro, sit in di 13 lavoratori

BRINDISI- Cittadella della Ricerca, 13 lavoratori dichiarano lo stato di agitazione. Nove lavoratori delle pulizie e quattro addetti al portierato impiegati presso l’Università del Salento nel complesso della Cittadella della Ricerca hanno dichiarato lo stato di agitazione e lunedì, 3 luglio, saranno a partire dalle 5.30 in sit in presso la Cittadella. La manifestazione di protesta, promossa dal Sindacato Cobas, vuol dire un secco NO al taglio del 40% delle ore di lavoro . Eclatante il caso di una lavoratrice che ha una sola ora di lavoro al giorno e che dovrebbe passare a 36 minuti.
Le 9 persone impegnate nelle pulizie avevano questo orario di lavoro settimanale part time:
1 persona a 5 ore, 1 persona a 8 ore,3 persone a 10 ore  , 2 persone a 14 ore , 1 persona a 18 ore , 1 persona a 20 ore.
Le 4 persone impegnate nel portierato dovrebbero passare da 40 ore a 25.
La Università del Salento  ,con straordinaria arroganza , prende la  decisione nella giornata del 29 Giugno e la fa comunicare dalle nuove ditte interessate ai lavoratori nella giornata di ieri , 30 Giugno .
Il Sindacato Cobas ha chiesto 15 giorni di tempo per approfondire la riduzione così pesante di già pochissime ore di lavoro trovando di fronte a sè un muro.
La ditta nuova delle pulizie ci ha comunicato che se le lavoratrici si opporranno a questa decisione porteranno lavoratori da Lecce.
“L’Università del Salento , che da Brindisi ha sempre preso tanti soldi , con questa operazione intende risparmiare qualche misero euro mentre ai suoi distribuisce  lauti guadagni- dice Bobo Aprile dei Cobas- Il segreto di questa operazione sta nel fatto che invece di lavare ogni giorno per terra si può passare a lavare ogni 2 /3 settimane….ed i vetri pulirli una volta all’anno. Così l’Università di Lecce risparmia ,con il coltello puntato alla gola di persone che hanno bisogno e che con la riduzione di orario non coprirebbero nemmeno le spese della benzina per recarsi a lavoro. Il diritto allo studio deve essere garantito , evitando un continuo battere cassa da parte della Università di Lecce come se fossimo una succursale da cui prelevare sempre soldi o altrimenti chiude”.

BrindisiOggi

 

 

 

 

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