LECCE- Azienda tarantina lancia uno spot che promuove il suo olio ed affonda gli ulivi e l’olio salentino :”In Salento ora c’è la Xylella . Le Gravine hanno gli ulivi sani. Il nostro olio è sano. Noi non siamo il Salento. Benvenuti nelle terre delle gravine”.
Come se il clima non fosse sufficientemente infuocato, nell’affaire Xylella, tra un ricorso al Tar accettato e uno respinto, si aggiunge un video che sta riscaldando gli animi.
Su una tv locale lucana, Trm, è apparso così uno spot pubblicitario di un oleificio di Ginosa di Taranto, Castria. Uno spot di pochi secondi, che parte allo 00.15 del nostro video.
Sembra incredibile, ma la réclame, anziché declamare le bellezze e le proprietà di un prodotto, gioca con l’infezione del batterio Xylella.
Pochi secondi, appena una quindicina, sono bastati per scatenare una ondata di commenti negativi all’azienda, che
avrebbe utilizzato un problema che oggi è diffuso nel Salento ma non si sa per quanto ancora resterà relegato alle province di Brindisi e Lecce, per vantare qualità di un prodotto.
Un modo come un altro per screditare la qualità e la professionalità di un intero comparto che oggi vive affrontando i disagi della Xylella, cercando di sopravvivere e salvaguardare la propria terra e i frutti che da essa ne derivano.
Non la pensano diversamente i manifestanti che, anche oggi, hanno bloccato le ruspe in difesa degli ulivi, nei pressi della litoranea Torre San Gennaro – Campo di Mare, dopo Miramare, direzione nord. In contrada Putri, circa una ventina di attivisti ha impedito che si svolgesse l’eradicazione di un albero infetto. Il servizio non è stato possibile perché alcuni manifestanti sono entrati nel terreno e sono saliti sull’albero considerato infetto. La ruspa che doveva procedere con l’eradicazione era giunta dalla profonda provincia leccese, considerando che molte sono le aziende che si sono rifiutate di procedere.
BrindisiOggi
Meglio cento volte la xylella che i metalli e inquinamento dell ilva