BRINDISI – La Segreteria Territoriale della FILCTEM CGIL di Brindisi, e dell’intera CGIL scrivono ai sindaci della provincia di Brindisi e al presidente della Provincia Riccardo Rossi per segnalare l’annunciata volontà dell’ENEL di superare a Brindisi il Laboratorio Chimico Ambientale collocato nella Centrale Federico II, dopo la chiusura del Centro Ricerca avvenuta nel 2016.
“L’azienda tenta così di cancellare anche quello che è ancora rimasto – afferma il sindacato – e cioè una struttura di eccellenza che potrebbe ricoprire un ruolo fondamentale per contribuire a gestire, a Brindisi e non solo, gli aspetti ambientali e quelli della transizione energetica verso le rinnovabili innovative, nella delicata fase del phase-out dal carbone”.
Il sindacato chiede che le istituzioni prendano posizione pubblicamente su questo specifico argomento per tentare di evitare l’ulteriore grave perdita “ che la scelta dell’ENEL determinerebbe nella nostra provincia e sulla possibilità di costruire invece un nuovo e condiviso progetto di sviluppo industriale. A livello Ministeriale è stato attivato un tavolo per gestire la delicata e difficile fase che si apre sulla de-carbonizzazione, che si concluderà al 2025 con la definitiva dismissione degli impianti a carbone e che a Brindisi interesserà la Centrale ENEL di Cerano, che occupa tra diretti e indotto oltre 1200 persone e l’Impianto di A2A”.
“La solo trasformazione a gas degli impianti può garantire livelli occupazionali molto ridotti- aggiungono – occorre pertanto chiedere progetti di riconversione industriale dei siti che siano comprensivi di nuove opportunità produttive incluse biomasse, rinnovabili innovative ad alta efficienza, batterie ed accumuli e tutta la sfera di attività correlate, relative ai monitoraggi e ai controlli ambientali, legati alle caratterizzazioni e alle bonifiche dei siti industriali. Anche per questo, invece di dismettere, occorre confermare e sviluppare il Laboratorio Chimico-Ambientale dell’ENEL a Brindisi”.
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