BRINDISI – Cgil, Cisl e Uil del comparto elettrico scrivono alla Regione Puglia e ai sindaci, tra questi Riccardo Rossi neo eletto sindaco di Brindisi in merito alla riorganizzazione aziendale ENEL con la riduzione della presenza di e-distribuzione (società che gestisce la rete elettrica nazionale, garantendo, con presidi tecnici (Zone –Unità Operative – squadre di operai).
Tra le volontà annunciate da ENEL c’è il superamento a Brindisi dell’attuale Zona Brindisi con gli Uffici di Viale Commenda e una nuova organizzazione delle Unità Operative di Brindisi – Mesagne (121.904 clienti e 5.891 Km di linee elettriche) e Ostuni – Francavilla 131.364 clienti e 6.016 Km di linee elettriche
“Le Unità Operative di Brindisi presentano già oggi gravi carenze di personale, tecnico-operativo – scrivono i sindacati – che è chiamato a garantire il normale servizio con grossi carichi lavorativi e con particolari gravosità nel periodo estivo per la grande presenza di clienti stagionali o peggio per le sempre più frequenti allerta e pesanti perturbazioni metereologiche. Bisogna discutere con ENEL non di tagli ma di strutture organizzative adeguate per la qualità del servizio e le esigenze del territorio”
Le Segreterie/Coordinamenti Regionali Puglia Filctem-Cgil Flaei-Cisl Reti Uiltec-Uil scrivono ai sindaci pugliesi. Questa la lettera:
Gentilissimi,
certamente conoscete l’ENEL da tanti anni ed avrete sicuramente, nel tempo, avuto rapporti istituzionali con le Squadre operative e con i Tecnici di Rete dislocati nel Vs. territorio.
La capillare presenza sul territorio dell’Enel ha sempre rappresentato l’opportunità di intervenire prontamente e di garantire un servizio qualificato e un’assistenza continua, sia ai consumatori domestici che alle attività economiche e produttive delle diverse realtà della Puglia.
Negli ultimi dieci anni, però, l’ENEL ha messo mano a ristrutturazioni organizzative che, come l’ultima in ordine di tempo e appena partita, si sono tutte connotate per un progressivo abbandono del territorio e un calo del personale di oltre 6 mila Unità in tutta Italia.
Ciò, nella maggioranza dei casi, per contrarre le spese di gestione, attraverso l’accentramento e l’esternalizzazione delle attività verso imprese terze, in una logica di deresponsabilizzazione verso gli obblighi del servizio elettrico. ( infatti le Imprese che hanno acquisito gli appalti , per effetto dell’esternalizzazione messa in campo dall’ENEL, applicano al proprio personale contratti diversi e meno onerosi di quello del settore elettrico e, quindi, meno favorevoli ai lavoratori dipendenti delle stesse imprese, permettendo, conseguentemente, all’ENEL di gestire gli appalti a costi sempre minori, a discapito anche delle imprese appaltatrici e a favore dei dividendi da elargire agli azionisti) Nelle prossime settimane l’ennesimo di questi interventi si concretizzerà e l’ENEL SpA sembra intenzionata a sopprimere, attraverso accorpamenti vari e ridefinizioni di confini di competenza, ancora molti presidi territoriali, sull’intero territorio nazionale quali: Direzioni Territoriali, Zone e Unità Operative (che rappresentano, insieme alle squadre di operai, il primo vero punto di contatto con il territorio).
Nell’ambito della Puglia, l’ENEL intende:
accorpare le Zone di Taranto e Brindisi ;
nella provincia di Bari elimina le Unità operative di Acquaviva delle fonti e di Mola;
nella provincia di BAT elimina l’Unità operativa di Barletta;
nella provincia di Foggia elimina l’Unità operativa di Vico del Gargano;
nella provincia di Lecce elimina l’Unità operativa di Tricase;
nella provincia di Taranto elimina l’Unità operativa di Manduria,
superare alcuni distaccamenti e/o Unità di staff che, in qualche caso, avranno dipendenza
funzionale da livelli superiori a quelli territoriali.
Tutto ciò con evidenti ripercussioni negative per tuta l’utenza gestita localmente.
Gentilissimi,
la nostra segnalazione non vuole essere una sterile azione di denuncia, bensì il doveroso richiamo della Vs. attenzione, prima che queste scelte aziendali siano rese operative, affinché anche le Autorità locali e gli Organi democratici possano valutare l’opportunità di intervenire a tutela dei loro rappresentati, nei termini che riterranno utili e necessari.
Non va trascurato, inoltre, che l’abbandono del territorio da parte dell’ENEL significa anche eliminazione o dispersione di possibilità occupazionali e di ricchezza.
Le scriventi Organizzazioni Sindacali sono pronte, qualora sia ritenuto necessario dalle Istituzioni territoriali, a concordare un incontro diretto nel quale fornire tutti i chiarimenti del caso.
Ringraziando per l’attenzione, si inviano cordiali saluti.
ristrutturare non significa ridurre necessariamente personale. signora Enel: mi raccomando: non mandiamo a casa nessuna unità lavorativa.
Non dobbiamo raccomandarci ad ENEL ma dobbiamo imporci affinchè le sue ristrutturazioni si trasformino in INVESTIMENTI. Ma queste cose si ottengono prima con il consenso della cittadinanza poi con la informativa consensuale dei media, poi aprendo un tavolo di confronto costruttivo che discuta le questioni del breve, del medio e del lungo periodo. Di fronte ad accordi di programma sviluppabili nel tempo è possibile trasformare le ristrutturazioni in INVESTIMENTI. (Qualsiasi azienda è disponibile in questo contesto). Saluti. Antonio.
“… l’abbandono del territorio da parte dell’ENEL significa anche eliminazione o dispersione di possibilità occupazionali e di ricchezza.” Così scrivono i sindacati nell’articolo sopra pubblicato. Ma anche la chiusura della Centrale Federico II, voluta da molti nell’area di Brindisi e non solo, significa anche eliminazione o dispersione di possibilità occupazionali e di ricchezza. Non penso che ENEL darà ascolto a questo appello lanciato in tutta la Puglia. Saluti. Antonio.