MESAGNE – Chiusura centro per l’impiego, “Si fa di tutto per peggiorare la situazione”
Il Centro per l’Impiego di Mesagne chiude e il deputato Toni Matarrelli lancia un appello al presidente della Provincia Maurizio Bruno.
“Succedono cose strane e gravi in provincia di Brindisi – tuona l’onorevole in una nota – dove sembra che si stia facendo tutto per peggiorare uno stato delle cose che già non è dei migliori. “
Matarrlli si riferisce alla circolare emanata dal Ministro per la semplificazione e la pubblica amministrazione e dal Ministro per gli affari regionali, nell’ambito dei provvedimenti di legge per ridurre la dotazione organica delle città metropolitane e delle province delle regioni a statuto ordinario: con il documento, si dispone il taglio del personale delle province del 50%, tranne che per il mercato di lavoro e per la polizia forestale.
La responsabilità politica della provincia di Brindisi, per l’onorevole, decide forzosamente di inserire nel quadro di quei tagli anche il personale del Centro Primo Impiego (CPI). “Così facendo, la Provincia provoca un depauperamento di impiegati a cui regolarmente mancano 3 o 4 anni per giungere alla pensione. Così procedendo, si è disposta la chiusura del Centro per l’Impiego di Mesagne, peraltro il meno penalizzato dai pensionamenti così come risulta d una lettura di ben precise tabelle.”
Il progetto, con tutta probabilità, sposterà il bacino di utenza di Mesagne e San Pancrazio Salentino a Brindisi; quello di Erchie, Torre Santa Susanna e Latiano a Francavilla Fontana; quello di San Vito dei Normanni ad Ostuni: in questo modo, il personale dovrà dividersi tra Francavilla e Brindisi.
“Appare evidente come, in assenza di una sollecitazione ministeriale, l’ente Provincia di Brindisi abbia compiuto una scelta di discutibile efficacia, inspiegabilmente mirando a impoverire il territorio di un servizio prezioso, piuttosto che a tutelarne la presenza. Dinanzi a ciò, chiedo che il presidente Maurizio Bruno intervenga, anzitutto per motivare la ratio di tale decisione, e poi auspicabilmente per ritirarla.”
Agnese Poci
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