INTERVENTO/La transizione energetica deve essere graduale ed equa senza creare disastri industriali e forti ripercussioni sui livelli occupazionali in territori già fortemente compromessi.
Su Brindisi c’è bisogno di una rapida apertura di tutti i cantieri per realizzare gli impianti di energia rinnovabile e di accumulo autorizzati, velocizzare l’iter autorizzativo per quelli ancora in esame. In vista della dismissione degli impianti a carbone, in considerazione dell’assoluta intermittenza di eolico e solare, per assicurare l’obiettivo della sicurezza energetica nazionale, va riconsiderata l’opportunità per il territorio di Brindisi, di realizzare l’impianto alimentato a gas con un ciclo combinato chiuso, già autorizzato, nel perimetro della Centrale di Cerano.
Gli attuali 230 lavoratori diretti e gli oltre 500 lavoratori dell’indotto, della Centrale ENEL di Brindisi, che oggi ha parzialmente hanno ripreso la produzione a carbone, a seguito dell’incertezza dei mercati e del conflitto in Ucraina, devono avere le stesse opportunità che hanno avuto i lavoratori delle altre centrali a carbone di Fusina, Monfalcone, e dei siti industriali di Montalto, Tavazzano, Ostiglia, Ravenna, Cassano d’Adda e Marghera, dove oggi sono in fase di realizzazione nuovi impianti performanti a gas.
Il Ministero dell’Ambiente e della Sicurezza energetica che in linea con la normativa europea sta elaborando, sulla scorta della consultazione pubblica ultimata lo scorso 26 giugno, la “proposta” di aggiornamento del PNIEC, Piano Nazionale Italiano Energia e Clima, da inviare alla Commissione europea entro il 30 giugno ’23, deve considerare la situazione dei lavoratori di Brindisi.
Nel PNIEC va riconfermata la necessità, già presente nella versione del 2019, di una fonte di produzione certa per il Polo Elettrico di Brindisi e va chiesto a ENEL di trasformare la Centrale di Cerano in un Polo industriale integrato dell’energia, rafforzando la consolidata vocazione industriale del nostro territorio.
Il gas rimane il vettore per accompagnare e arrivare agli obiettivi di produrre, entro il 2030, i due terzi del fabbisogno energetico nazionale dalle rinnovabili.
Il Governo con il PNIEC e il PNRR deve programmare nel nostro Paese, un Piano strategico di investimenti, la realizzazione delle filiere industriali e infrastrutturali oggi mancanti, la formazione delle nuove competenze e professionalità indispensabili per la transizione e per il rilancio dell’economia.
Per discutere e affrontare nel merito questi argomenti la FILCTEM CGIL valuterà tali questioni con Andrea Lovisetto del Dipartimento Nazionale elettrico-gas-acqua, il prossimo 22 Giugno, in occasione della presenza a Brindisi del dirigente nazionale impegnato in una visita delle realtà industriali della Puglia.
Antonio Frattini
Segretario Generale FILCTEM CGIL Brindisi
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